Capitolo 26

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-Io e te dobbiamo parlare- mi disse Piero prendendomi il polso e trascinandomi fuori di casa.
-Cazzo il polso! Lasciami cristo!- gli urlai contro massaggiando il polso.

-Perché non rispondi alle chiamate?-
-Perché non ho voglia di risponderti  - gli risposi cercando di mantenere la calma, tentativo fallito.
-Ma sei strana tanto! Esci da scuola senza salutare nessuno, ti arrabbi con Deborah poi non mi rispondi alle chiamate...ma cosa ti prende?!-
-Aspetta cosa?! Io non mi sono accanita su Deborah, anzi, è venuta lei a rompere a me dicendomi, pensa un po,' che se non ti fossi stata lontano ne avrei risentito le conseguenze, invece di scassare il cazzo a me perché non vai dalla tua fidanzatina?!-
-Ah me sembra proprio il contrario, è arrivata da me piangendo e dicendo che tu la avevi insultata davanti a tutta la scuola!- mi urla contro...ma come può credere a una cavolata simile, dovrebbe sapere che non lo farei mai...nonostante se lo meritasse.
-Prima di tutto ti dai una calmata perché con me non alzi la voce! Secondo,  da quanto ci conosciamo io e te? Diciotto anni, diciotto fottutissimi anni,dovresti credere a me invece che a una che  conosci da settembre-
-Non ho detto che le credo-
-Ah no?! A me sembra proprio il contrario!-
-Dio perché sei così acida?- sbuffò  lui passandosi una mano tra i capelli e facendo un passo verso di me.
-Io non sono acida, sono allegramente incazzata - gli risposi facendo a mia volta un passo indietro.
Lui si avvicinava sempre di più e a me questa cose non andava per niente bene.

Visto che nessuno dei due parlava mi girai per rientrare a casa e concludere quello spettacolo che avevamo creato in mezzo alla via.

-Eh pensare che ti ho anche dedicato la nostra canzone - lo sentii sospirare e a quel punto non ci vidi più niente e gli tirai  una sberla in pieno volto. Come cazzo poteva dire una cosa del genere?!
-Senti non mi prendere per il culo va bene?! Se senti la necessità di raccontare puttanate evita di dirle a me!- gli occhi pizzicavano ma non potevo piangere, non qui, non davanti a lui...oggi è la seconda volta che mi trattengo...prevedo uno scoppio sta notte nel letto.

-Alissa ma cosa...?- lui era visibilmente sorpreso e si continuava a passare una mano sulla guancia rossa.
-Senti non sono una di quelle tipe che inganni con una frase dolce riciclata da un altra conversazione, stammi lontano- non gli  lasciai neanche il tempo di controbattere che ero già dentro casa.

Le note di We got together arrivavano dal salotto, il campanello continuò a suonare per cinque minuti ma l'unica cosa che sentivo io era il rumore che aveva fatto la mia mano a contatto con la sua guancia.

Rimbombava nelle mie orecchie  e non riuscivo a fermarlo.

Non so come mi ritrovai in camera mia, sul letto col cuscino di prima in mano.
Questa volta non urlavo, non lo stringevo neanche. Ero troppo stanca per combattere, l'unica cosa che volevo fare mettermi sotto la doccia e andare a dormire.

Per quanto fosse strano erano già passate quattro ore dall'arrivo di Eva e l'orologio segnava le sette e quarantacinque.

La doccia non aveva aiutato per niente, il sonno non arrivava, l'unica cosa che arrivava era l'odore della pizza che mia madre stava cucinando .

-Aly è pronto...- disse mia sorella, ricevendo uno stanco "arrivo" come risposta.

A tavola non facevano altro che parlare di come avrebbero passato il Natale e quali fossero i programmi per Capodanno.
Io invece ero concentrata sulle mie fette di pizza che erano diventate improvvisamente la cosa più interessante sulla faccia della terra.

Dopo aver messo i piatti nella lavastoviglie, andai in camera per ricadere sul letto, era diventata la mia azione preferita nelle ultime ore.

-Posso entrare?- quanto avrei voluto rispondere " no"...
-Vieni-
-Aly va tutto bene?- mi chiese mia sorella sedendosi sul letto.
-Non potrebbe andare meglio- gli risposi abbastanza sarcastica.
-Che ne dici se mi racconti cosa ti passa per la testa?- mi chiese lei con un tono abbastanza materno.
Le raccontai tutto,del bacio, di quello che ci eravamo detti dopo,  del fatto che io provassi qualcosa per lui, di Deborah, della canzone e di quello che era successo oggi pomeriggio.

-Quindi alla fine ti ha detto che in realtà la canzone la aveva dedicata a te?! Che stronzo!- esclamò alla fine Eva.
-Peccato che a me piacciano sempre i più stronzi- sospirai lasciando che il mio corpo ricadesse sul letto.
-Tu hai bisogno di distrarti un po'...quindi domani passiamo tutto il giorno insieme e ti prometto che non penserai a lui neanche per un momento - affermò convinta lei...come se fosse possibile che l'immagine di Piero non mi si intrufolasse nella mente, ma non potevo durerla.
- Okay, così domani ne approfitto per comprare i regali di Natale-
-Non dirmi che tu sei ridotta all'ultimo per i regali?- disse mia sorella portandosi la mano sugli occhi.
-Va bene non te lo dico - le risposi sorridendo per la sua reazione.

La mattina seguente la sveglia cominciò a suonare.
Dopo essermi maledetta per non averla disattivata,mi riaddormentai per poi risvegliarmi un'ora dopo.
Decisi di alzarmi e mi diressi  direttamente in bagno.

Dopo essermi sistemata, indossai una maglietta e dei legging e scesi per fare colazione, trovando Harry già seduto intento a guardare qualcosa sul telefono.

-Buongiorno-
-Hi Alissa, come tu hai dormito?-
-Bene grazie, tu invece?-
-Anche io- il silenzio era diventato troppo imbarazzante meno male che arrivò mia sorella con la sua voce squillante.
-Alissa andiamo a fare colazione al bar così dopo possiamo andare subito a fare quelle cose?- chiese lei
-Okay, aspetta che vado a prendere la borsa-
Prima di uscire scrissi un bigliettino che diceva  che saremmo tornate per pranzo.

L'aria era fresca, e il sole giocava a nascondino con le nuvole.
Andammo al bar davanti a casa per fare la nostra colazione ricca di grassi. Non c'è modo migliore per iniziare la giornata.

Finiti i due cappuccini, Eva mi trascinò dal parrucchiere, dicendo che doveva fare la piega e che secondo lei io avrei dovuto rifinire il mio taglio.

Mentre io mi preoccupavo che la parrucchiera non cominciasse a tagliare i capelli troppo corti rispetto alla  lunghezza stabilita, mia sorella non faceva altro che chiedere quale fosse la marca di tinte migliori e se quelle di una marca con un nome familiare, fossero facili da fare da soli a casa.
Quando uscendo le chiesi il perché di questo interesse per le tinte e lei rispose semplicemente era per un regalo che aveva fatto ad un'amica.

Entrai in tutti i negozia ma l'unica cosa che riuscii a trovare fu un nuovo pedale per Niall.
Fare un regalo a Alessia e Alessandra si dimostrò più difficile di quanto pensassi, e il fatto che Eva mi continuasse a dire che non capiva come si potesse cercare i regali di natale all'ultimo minuto non aiutava.

Sulla strada trovai un ottico e mi ricorda di quando Alessia mi aveva parlato di questa sua fissa per le lenti a contatto. Trascinai Eva che ancora parlava nel negozio e chiesi subito all'uomo in camice bianco che colori di lenti avesse.

Uscii soddisfatta con un paio di lenti blu e un paio verdi.
-Per chi sono queste ?- mi chiese Eva.
-Sono per Alessia - le risposi mentre la seguivo .
-Alissa andiamo di qua - disse ad un certo punto lei cambiando direzione.
-Ma Burger City è da questa parte!- le dissi andando verso il fast food.
-Ho promesso a mamma che saremmo tornate per pranzo ti ricordi?-
-Sì, ma abbiano telefonato un'ora fa per dire che saremmo andati da Burger-
-Senti Aly non fare storie e vieni - disse lei con un tono che non ammetteva repliche.
A volte non la capivo.

Tornate a casa, trovai nostra madre che ci guardava stupita, ovviamente non si aspettava  di vederci tornare per pranzo.
Dopo aver mangiato tornammo alla ricerca di un regalo per Alessandra, e aggiungemmo alla lista anche Ignazio e Gianluca...il fatto di avere così tanti amici a cui fare un regalo è l'unico lato negativo del Natale .

Ad Alessandra presi la versione inglese di Harry Potter e ad Ignazio e Gianluca comprai un portachiavi personalizzato con una nostra foto, promettendomi mentre uscivo dal negozi, che mi sarei impegnata di più per il loro compleanno.

-Hai preso tutto a tutti?- mi chiese Eva uscendo dall'ennesimo negozio dove avevo preso a sua insaputa un regalo per lei.
-Sì, questo era per me...andiamo?-
-okay -

A casa la serata passò tranquilla e mi ritrovai tra le coperte verso le undici.
Smanettai un po' col telefono, con dei giochi scemi che avevo appena scaricato.
Mi addormentai pensando che quel giorno a differenza di quanto mi aspettavo, non avevo pensato a  Piero neanche per un secondo.

Eccoci qua!
Proprio stronzo Piero vero? Cosa avrà visto Eva che l'ha portata ad allontanarsi da quella via in fretta e furia?
Scusate per gli errori.
Vi mando un bacio.
Aly ❤

Non farmi aspettare ||Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora