Capitolo 23

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-Ti ho detto che devi smetterla di bere!- urlò ad un certo punto lui.
-E io ti ho detto che devi farti i cazzi tuoi! - gli risposi io stanca del suo comportamento,non mi calcola per tutta la serata è appena vede che butto giù qualche bicchierino mi viene a fare la predica?

-Ma dai amore lasciala perdere- cinguettò la sua ragazza, da quando si erano messi insieme avevo smesso di sopportare quella voce.
-Deborah fatti i cazzi tuoi- le rispose lui non preoccupandosi del fatto che la bionda gli stesse dicendo delle stupide parole sul fatto che non si doveva permettere  di trattarla così e altre minchiate varie...

-Sai...forse per una volta darò ragione alla tua fidanzatina- dissi prendendo in mano un altro bicchiere.
- Eh no dopo questo basta!- esclamò ad un certo punto lui mentre il liquido mi pizzicava la  gola.

Si avvicinò e senza darmi il tempo di dire niente mi prese in braccio e si diresse  verso quella che sembrava l'uscita del locale.
-Ma che cazzo fai?- - Lasciami ora!- - Smettila di essere stronzo, mi hai fatto fare una figura di merda davanti a tutti!-
-Ah sì?  Tu hai fatto una figura di merda? Senti stai zitta e sali in macchina-
-Oh ma chi cazzo ti credi di essere?! Io con te non ci salgo in macchina!- dissi per poi cominciare a camminare a zonzo sul marciapiede.
- Forse non hai capito una cosa... sei ubriaca fradicia, non puoi andare in giro come se niente fosse e non fare l'offesa perché quello arrabbiato devo essere io qui visto che mi hai fatto litigare con Deborah-
-Ora è tutto più chiaro...il problema è che ti ho fatto litigare con la tua fidanzatina...-
- Non ho detto questo, ho detto che...-
- No tesoro mio tu hai detto proprio questo, sai che ti dico non me ne frega un cazzo, torna pure da ...aspetta come la avevi chiamta...ah sì,  torna pure da Debby, poverina che si sente sola-
- Perché vuoi rendere le cose più difficili?-
- La verità è sempre difficile da accettare -
- Perché fai così? Non puoi fare come tutti gli ubriachi di questo mondo, cominciare a vomitare, addormentarti e rendere più semplice tutto!-
-Perché faccio così?  Vuoi che ti rispondo veramente? Faccio così perchè stai con quella, perché te la sei limonata davanti ai miei occhi, perché ormai per i tuoi occhi c'è sempre e solo lei, perché mi viene il vomito se penso a quello che fate da soli, perché la ami...ecco perché faccio così!Faccio così perché io ti...-
-Stai delirando Alissa, dici così solo  perché sei ubriaca, ora sali in macchina oppure ti prenderò con la forza- il suo tono di voce non ammetteva risposte negative, salii in macchina rimanendo  in religioso silenzio.

Durante il viaggio l'unico rumore era quello della macchina che passava sopra il terreni sterrati siciliani, decisi di chiudere gli occhi per qualche minuto, forse riposare avrebbe allevato il dolore alla testa.

Quando mi risvegliai, non mi ricordavo niente della serata appena passata, solo qualche immagine sfocata, come una vecchia pellicola ma sentii un forte istinto di vomitare e corsi subito in bagno. Mi accasciai davanti al water e cominciai a vomitare l'anima, intanto una mano mi teneva indietro i capelli. Non sapevo di chi fosse quella mano,ma poco era importante.
Quando finii, sentii dell'acqua fresca bagnarmi il viso.

Tenevo gli occhi chiusi, quasi come se non volessi capire dove fossi, con chi fossi...perché nonostante in me si scatenassero i sintomi post-sbornia, avevo capito che quella non era casa mia. Non ricordavo quasi niente, né come fossi finita in quella casa, né con chi, nè il perché mi fossi ubriacata.

Dopo qualche minuto, sentii le stesse due braccia che si erano prese cura di me prendermi in braccio e posarmi sul letto.
Il freddo di quelle braccia pungeva la mia pelle calda, nonostante non sapessi chi fosse, mi sentivo a casa, al sicuro...sentivo dentro di me che chiunque potesse essere non mi avrebbe fatto del male.

Aprii lentamente gli occhi lasciando che la leggera luce dei lampioni che penetrava dalla finestra mi dasse un quadro offuscato della camerama nonostante la luce, non riuscivo a decifrare di chi fosse la camera.

-Hey ti ho portato dell'acqua- disse una voce maschile che proveniva dalla porta. Mi girai e trovai la sagoma di Piero stanco, con i capelli arruffati e un viso pallido, con un bicchiere d'acqua in mano.

Piano piano,  i ricordi riaffioraroni nella mia mente, il bacio tra lui e Deborah, i bicchieri di vodka, lo stato di spensieratezza dopo averne bevuti un po' e una discussione abastanza animata tra me e lui, di cui non ricordavo le parole, ma sapevo che non era stata sicuramente una discussione amichevole.

-Grazie-
-E qui c'è un'aspirina, per il mal di testa- disse ponendomi una bustina.
- Perché ti preoccupi così tanto per me? Non ricordo molto,ma conoscendomi avrò trattato tutti malissimo, e so che ho trattato male anche te quando...-
-Aly non farti problemi, eri ubriaca, e ora hai solo bisogno di riposare...nessuno ha ascoltato molto quello che dicevi, erano tutti sbronzi-
-Piero perché mi sento come se ti avessi detto cose che non dovevo dirti? -
-Eh chi lo sa cosa succede nella tua testolina...ora devi dormire, domani dobbiamo andare a scuola-.
-Ma perché a scuola?-
-Cosa credi, che staremo a oziare sul divano solo perché hai bevuto qualche bicchiere di troppo? Eh no! Ora dormi-. mi disse lui raggiungendomi a letto mettendosi sdraiato sotto la leggera coperta.

Il suono di una sveglia spezzò una notte vuota . Mi svegliai vendendo accecata dal sole che trapassava il vetro della finestra.
Piero ovviamente dormiva ancora e mi  toccò svegliarlo, un impresa non semplice.

Dopo aver svegliato il ghiro mi avvicinai verso la porta del bagno ( come feci non lo so) e mi sciacquai la faccia...avevo proprio un aspetto orribile.

-Hey zombie lo sai che halloween è già passato?- mi prese in giro lui vedendomi uscire dal bagno.
- Non fare commenti ti supplico - dissi sedendomi sul letto per riprendere l'equilibrio che i giramenti di testa mi continuavano a togliere.

-Se vuoi ti presto  i miei  jeans e questa felpa, altrimenti puoi cercare nell'armadio di Mariagrazia ma non te lo consiglio...se apri un anta potrebbe scoppiare- disse lui accennando una risata.
-Grazie- dissi prendendo i vestiti che aveva in mano e aspettando che lui andasse in bagno per indossarli.
I pantaloni erano  leggermente larghi, ma niente di insostenibile, la felpa invece era perfetta.

Dopo aver fatto una colazione semplice, uscimmo per dirigerci verso la scuola a piedi, visto che secondo Piero fare "movimento" mi avrebbe aiutato a smaltire un po' i sintomi post-sbornia

-Oddi mia mamma! Sta volta sono morta - esclamai pensando a ciò che mi sarebbe capitato appena mi avrebbe rivisto,la mia vita poteva definirsi finita.
-Questo sarebbe successo se non avessi avuto un migliore amico come me- disse lui.
-Aspetta vuoi dire che...-
- Voglio dire che mentre tu eri occupata a dormire e vomitare, la ho chiamata e le ho detto che saresti rimasta a dormire da me- disse orgoglioso, come se avesse appena salvato qualcuno, cosa che alla fine ha fatto.
Lo abbracciai di scatto e lo riempii di baci sulla guancia ricchi di gratitudine.

Dietro di noi sentimmo qualcuno schiarirsi la voce e ci grammo di scatto trovandoci la sagoma di Deborah con le braccia incrociate e uno sguardo infuocato.

Je suis là! ( sono qui)
Questo capitolo è abbastanza semplice e mi scuso per aver parlato di una possibile sorpresa nel capitolo precedente, diciamo che è stata posticipata
Detto questo, vi chiedo scusa per eventuali errori e vi ringrazio per il sostegno che mi date.
Ah quasi dimenticavo...dedico questo capitolo a Aleee_IlVolo che da oggi ha un anno in più.
AUGURI ALEEE!
Un bacio a tutti.
Aly❤

Non farmi aspettare ||Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora