Capitolo 3

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Quando mi giro per scusarmi, tolgo gli auricolari dalle orecchie e inizio a parlare a raffica, senza saperne il motivo. Quando sento un brivido lungo la schiena, mi accorgo che mi ha posato le mani in volto e che mi sta rassicurando dicendo che non fa niente. Non lo avevo ancora visto in faccia e forse sarebbe stato meglio se non l'avessi fatto.
Non sapevo neanche se fosse un maschio, una femmina, giovane, anziano, non sapevo assolutamente niente.
E mi bastava.
È un ragazzo, molto alto, con una folta chioma bruna e riccia, color cioccolato, viene scossa dalla fresca brezza estiva, richiamando la mia attenzione, un viso con dei lineamenti perfetti, un mento marcato, una bocca super carnosa, un fisico -per quanto si riesca a vedere- scolpito e degli occhi verdi profondi, intensi. Senza accorgermene, lo fisso per un po' di tempo e lui mi sventola una mano davanti alla faccia per richiamare la mia attenzione. Si presenta per primo:
《Ciao, sono Adam, piacere di conoscerti, immagino ti piacciano gli One Direction》 Dice sorridendo.
Annuisco e rispondo a mia volta
《Piacere Nicole, scusami ancora》 dico arrossendo.
《Non preoccuparti, anche a me succede spesso, non di saltellare per strada- dice ridacchiando - ma di andare a sbattere contro le persone》

Mi dovrei sentire meglio? Forse non sono così maldestra, o almeno non sono l'unica.


Per non commettere errori, semplicemente annuisco ridacchiando anch'io.
Ho finalmente trovato una persona con almeno un disagio in comune con me
Guardo l'orologio sullo schermo del cellulare e mi accorgo che se voglio arrivare in orario per riorganizzare l'armadietto devo tornare a camminare con passo spedito.
Dispiaciuta per questa piccolo contrattempo, mi scuso dicendo:
《Scusa ma devo andare, ci si vede》
Mi saluta con un bacio sulla guancia e quel gesto inaspettato mi fa provare le stesse sensazioni di questa notte, nel sogno, sempre che non sia un sogno anche questo. Mi giro di scatto e vado via a passo spedito,  uno strano sorriso si fa strada sul mio volto.
Ritorno a guardare nella sua direzione e mi accorgo che mi sta ancora fissando e mi saluta con la mano.
Arrivo a scuola prima del previsto e ho tutto il tempo di riorganizzare l'armadietto e arrivare in classe prima del suono della campanella. Alla prima ora ho letteratura e non vedo l'ora di iniziare la lezione. Se l'anno andrà come lo scorso, potrei anche uscire all'esame finale con la lode e questo renderebbe la mia famiglia e soprattutto me stessa fiera. La campanella suona e la prof entra subito, poco sorpresa dal mio anticipo. L'anno scorso mi capitava spesso e non è una novità che sia successo anche oggi.
I banchi sono doppi e io sono seduta in seconda fila. Di solito, lo dividevo con la mia migliore amica Hellen ma quest'estate abbiamo seriamente litigato e non ho intenzione di rivolgerle la parola fin quando non mi chiederà scusa per ciò che ha fatto. Quest'estate l'ho trovata a letto con il mio ex ragazzo nel mio seminterrato e non ho intenzione di perdonarla, ma solo di sentirmi dire spontaneamente "scusa". Dopo quel litigio non ho più saputo niente di loro, chissà se saranno rimasti insieme o meno.
Il banco vicino a me rimane vuoto e mi sta bene così, almeno non sarò disturbata durante le lezioni. Vedo Hellen seduta vicino a Robert, il mio ex e a quanto pare sono rimasti insieme, io sono stata solo un ostacolo da superare per loro. Hellen non mi degna di uno sguardo e io mi mostro indifferente, è l'unica amica che ho mai avuto, o almeno così la definivo prima della scoperta. Sto ancora pensando a sta mattina, a quel ragazzo, a quel bacio inaspettato, quando vengo interrotta da qualcuno che bussa alla porta della classe.

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