Capitolo 27

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La sveglia, come da routine, inizia a suonare, e con un grande sforzo mi alzo da questo comodissimo letto.
Indosso i panni preparati la sera prima, che consistono in: una felpa bordeaux, uno skinni nero e degli stivaletti neri sotto.
Metto quel minimo di trucco che basta per nascondere i residui della notte precedente, passata a pensare a ciò che in questi 2 mesi é successo.
Scendo giù, ed essendo la prima già sveglia, decido di preparare la colazione per tutti: pancakes alla banana, i miei preferiti.
Appena pronti, fanno capolino nella stanza i miei genitori con mia sorella, probabilmente attirati dal magnifico odore dei pancakes che, modestamente, ho cucinato divinamente.
Li metto a tavola e vengo raggiunta subito dai 3.
《Buongiorno mia cara》Saluta mia madre dandomi un bacio sulla guancia.
《Buongiorno tesoro》Fa lo stesso mio padre.
Mia sorella Bea, al posto di fare come le persone normali, ovvero salutare, inizia a saltellare per la cucina urlando:
《Evvivaaaa, pancakes》Non mi vergogno ad ammettere che avrei fatto lo stesso alla sua età, e forse non solo allora.
Dopo che mia sorella si siede a tavola, mia mamma prende parola, tra un morso e l'altro dei pancakes:
《Come mai così di buon umore?》
Neanche il tempo di rispondere, che lo fa mia sorella:
《A quanto pare quel ragazzo la fa stare bene》
Ecco, questa è una delle tante parti del carattere di mia sorella che non sopporto proprio.
Arrossisco all'istante cercando di sviare la conversazione con qualche altra domanda, ma vengo nuovamente preceduta da mio padre, che, come se non bastasse, inizia con l'interrogatorio:
《Quale ragazzo?》 Domanda alternando lo sguardo tra me e quella scimmietta dispettosa di mia sorella.
《Nes...》 Vengo interrotta, di nuovo, da mia sorella.
《Quello che ieri sera l'ha baciata fuori casa, non ti ricordi Nicole?》 Mi guarda mia sorella con sguardo interrogativo, come se non avesse capito.
Lei sembra stupida, innocente, carina e pronta a farsi strizzare le guance, ma è molto intelligente, furba e un po' maligna.
Mio padre guarda con sguardo saettante verso di me, mentre io imploro con gli occhi mia madre.
《Nicole, è tardi, prendi la borsa e vai a scuola》Ubbidisco, ringraziando mia madre con lo sguardo, avendomi salvato, di nuovo, da una situazione imbarazzante con mio padre.
Una volta pronta, esco di corsa fuori di casa diretta a scuola, anche se con un imminente anticipo, arrivo nel luogo desiderato.
Entro dentro, e dal mio armadietto ritiro un romanzo, per perdere un po' di tempo.
Inizio a leggere all'ombra di un albero.
Il caldo sole mattutino, oggi si è fatto vivo prima del solito.
La cosa bella di vivere qui è che non fa freddo quasi mai, solo in quelle serate di dicembre, quando il Natale è alle porte, per il resto il sole regna su di noi.
Quando ormai il giardino della scuola inizia a riempirsi, una voce paradisiaca mi risveglia dalla trama travolgente del libro, che ormai ho letto già due volte.
《Buongiorno piccola》Sussurra dandomi un bacio all'angolo della bocca.
《Buongiorno》Gli rispondo girandomi a guardarlo.
Mamma mia che vista, e il suo sorriso poi, mischiato agli occhi verde smeraldo che alla luce del sole assumono un colore ancora più intenso.
《Come va?》 Chiudo il libro e gli rispondo, cercando di non far apparire troppo tragica la notizia di questa mattina un po'... particolare.
《Apparte per il fatto che mia sorella non chiude mai la bocca? Bene, grazie》Sorrido e noto uno sguardo confuso sul suo volto.
《Che ha fatto quell'angioletto?》 Domanda alquanto divertito.
《Chiamala anche angioletto ma io cambierei soprannome》
Ride, facendo sorridere anche me, mi fa segno di continuare e io seguo le indicazioni.
《Ci ha visti ieri sera mentre mi baciavi, e come se niente fosse, lo ha detto davanti a tutta la famiglia》
Il suo sguardo da divertito diventa un misto tra preoccupato e... sì, ancora divertito, questo ragazzo non cambia mai.
《E...》 Domanda incitandomi a continuare.
《E sono stata salvata da mia madre che ha capito la situazione al primo colpo, dato che mio padre aveva assunto lo stesso colorito di un peperone》
Continua a ridere, fin quando non viene a me una domanda da porgli:
《Ma tu non eri stato sospeso?》
《Era così, fin quando mio padre, che a quanto pare in questo campo esercita un grande potere, ha fatto una chiacchierata con la preside》
Dice con sguardo divertito e maligno allo stesso tempo.
Ho un fidanzato raccomandato...va bene, me ne farò una ragione.
《Okay》 Gli rispondo.
Mi attira a sè e mi bacia, giusto un attimo prima del suono della campanella.
Ci dividiamo nelle rispettive classi, non prima di un ti amo reciproco, aspettando con ansia la fine della terza ora, così da far scattare finalmente l'intervallo.
Decido ugualmente di seguire con quanta più attenzione possibile le lezioni, tra cui anche quella della nuova professoressa, dato che ho voglia di uscire con un bel voto da questo esame, che non vedo l'ora di togliermi da mezzo.

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