Capitolo 35

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Oggi si parte, finalmente si torna a Londra.
Adam mi mancherà tantissimo, ma d'altronde, anche lui deve passare le vacanze con la famiglia.
É mattino, la valigia è pronta, e come la mia, anche quelle del resto della famiglia.
Staremo tutti quanti a casa di mia nonna.
Ha una casa enorme, e ogni anno facciamo così: tutti i cugini dormono in una grande stanza, i letti sono sei, uno rimaneva sempre vuoto, ma ora sarà di Luke, è perfetto. La privacy è solo un'illusione, ma è tutto molto piacevole. È un modo per stare, per quei pochi giorni, più insieme possibile.
Ho comunque portato con me la collanina di Adam, non so se lui mi farà un regalo, non è nemmeno importante, ma io il mio glielo voglio dare.
Viene con noi all'aereoporto, io andrò con la sua macchina, ci lasciamo lì.
Ho appena finito di fare la doccia, sono solo le 7:00am, Adam verrà qui alle 8:30am.
Indosso uno skinni nero con una felpa dello stesso colore lunga fin sotto il seno, non che qui faccia freddo, ma a Londra sicuramente il tempo non sarà lo stesso.
Ai piedi metto gli anfibi, il solito trucco: il minimo indispensabile, e sono già pronta.
Scendo di sotto a fare colazione, dove sono la prima, come sempre.
Il volo è alle 11:00am, ma ci conviene andare prima.
Una tazza di latte e cereali e poi dritta a lavare i denti.
Dentro me un'emozione tira l'altra; non ho paura del volo, volo da quando avevo cinque mesi, quindi non è un problema, sono felicissima perchè rivedrò i miei cugini, l'ultima volta è stata quest'estate, ma sono tristissima di lasciare Adam, ultimamente siamo stati praticamente sempre insieme, e ogni volta che ci lasciavamo, anche se per qualche ora, era peggio, non oso immaginare ora.
Metto le cuffiette e ascolto un po' di musica, fin quando i miei non mi chiamano per prepararmi, anche se sanno che sono pronta già.
Prendo un giubbotto e lo infilo in borsa, poi scendo di sotto.
Il campanello suona, vado ad aprire, ritrovandomi l'esemplare più bello della terra di fronte.
《Piccola》Mi saluta sorridendo prima di baciarmi, senza ritegno.
《Ciao》Lo saluto una volta finito il bacio, con il fiatone e le labbra gonfie.
Gli faccio spazio ed entra.
《Buongiorno a tutti!》Saluta.
《Buongiorno》Rispondono un dopo l'altro i miei genitori, Luke e Bea.
《Sei pronta?》 Mi domanda.
Annuisco sicura, ma sempre con lo stesso dispiacere.
《Mamma, papà, ci vediamo lì》
《Ciao ragazzi》Salutano loro.
Adam prende la valigia al posto mio e si dirige in macchina.
Ora che ci penso una paura c'è, e se facesse come ha fatto quando sono stata da Luke, se tornasse con delle puttane come Naomi? Cosa farei? Sarei ancora in grado di perdonarlo?
Salgo in macchina cercando di non pensarci, pensando solo alla collana che gli darò tra poco e alle magnifiche vacanze che mi aspettano.
《Come mai così pensierosa?》 Chiede una volta al suo posto.
《Niente》Gli sorrido cercando di sviare il discorso.
《Non succederà -mi sorride come se mi avesse letto nel pensiero- nella mia testa ci sei solo tu.》
Gli sorrido e mi scorgo per schioccargli un bacio a stampo.
《Direzione aereoportooooo》 Urla lui mettendo in moto, facendomi ridere.
Parliamo del più e del meno, fin quando non arriviamo al parcheggio.
《Adam》Lo richiamo prendendo dalla borsa la scatolina.
《Sì piccola?》
《Questo è il mio regalo di Natale, non so se ti piacerà, spero di sì》Gli sorrido imbarazzata porgendogliela.
《Non avresti dovuto》Mi riprende lui sorridendomi.
《Invece sì》
La apre e la esamina, fin quando non si accorge dell'incisione, così, come per magia, un sorriso appare sulle sue impeccabili labbra, facendo uscire quelle fossette adorabili.
《È stupenda》Mi sussurra avvicinandosi a baciarmi.
Si gira di spalle e gliela metto.
《Visto che è uscito l'argomento, questo è per te》Mi porge una scatola quadrata, nascosta precedentemente dentro il cruscotto, non troppo piccola.
La prendo e gli sorrido, non me lo aspettavo, ma è un gesto carinissimo da parte sua.
Sciolgo il fiocchetto e la apro, rimanendo a bocca aperta.
Un biglietto per Napoli, per luglio, dopo gli esami, come mi aveva promesso tempo fà.
《Io mantengo le mie promesse, un viaggio insieme, solo io e te, con i tuoi ho già parlato, e....》
Si interrompe per prendere un'altra piccola bustina di velluto dalla sua tasca.
Ne tira fuori il contenuto, un piccolo anellino con sopra un'ancora intrecciata ad una corda, con un diamantino alla base.
《Questa è la mia promessa》Dice infandomi l'anello all'anulare.
Sulla mia guancia, una piccola lacrima solitaria si fa spazio.
Me la asciuga, sorridendomi.
《Perchè tu sei la mia àncora e il mio ancora》Mi sorride, facendo di nuovo la faccia da non-contraddirmi-sono-un-filosofo-e-lo-sai.
Ridacchio e scavalcando la consol tra di noi, mi metto a cavalcioni su di lui abbracciandolo.
《Ti amo tantissimo》
Gli sussurro sulla sua spalla.
《Anche io, piccola.》
I miei parcheggiano la macchina dietro quella di Adam, così scendiamo.
Abbiamo una valigia a testa più un bagaglio a mano, la mia sta scoppiando.
Stringo la sua mano quando affianchiamo i miei genitori.
《Penso sia ora che vi salutiate》Ci sorride mio padre.
Annuisco triste, girandomi lentamente verso Adam.
Cogliendomi di sorpresa mi alza e mi stringe fortissimo, come se avesse paura di perdermi, seguo i suoi movimenti allacciando le gambe alla sua vita.
Poggia la sua testa sul mio petto, leggermente più su del suo, mentre con le mani mi circonda i fianchi.
《Mi mancherai tantissimo》 Sussurro stringendo gli occhi, per far si che non scendano altre lacrime.
《Anche tu, piccola, pensami ogni tanto.》
《Non potrei farne a meno》 Allontano un po' la testa e gli sorrido.
Si fionda sulle mie labbra, le schiudo per lui, mentre una danza interminabile tra le nostre lingue inizia.
Ci stacchiamo dopo un po' con il fiato corto.
《Inviami un messaggio appena arrivi, e chiama se puoi》 Mi sorride.
《Ti amo》 Gli sussurro accarezzandogli quei bellissimi capelli, fino ad arrivare alla guancia.
《Anche io, piccola》
Lo abbraccio un'ultima volta, prima di essere poggiata a terra, mi lascia un bacio a stampo, ricevendo poi un:
《Divertiti》
Gli sorrido e mi avvio verso le grandi porte, per non scoppiare a piangere di nuovo.
Le ruote sgommano, facendomi capire che è finalmente andato via.
I miei con Luke mi raggiungono, ovviamente hanno assistito a tutta la scena.
Mia madre ha gli occhi lucidi, mentre mio padre mi sorride, Bea semplicemente è nel suo mondo, come è giusto che sia, mentre Luke cerca di non ridere di mia mamma, il solito.
《Vedrai che questi giorni subito passano》Mi sorride mia mamma passandomi un fazzoletto.
Le sorrido anche io e, prendendo il fazzoletto, mi asciugo quelle lacrime che scorrevano lungo le mie guance.
Controllo con la camera interna del cellulare che il trucco non si sia sciolto, poco m'importa ora, ma meglio aggiustarlo in caso.
Fortunatamente è quasi intatto.
Sul display compare una notifica:
'Ti amo, divertiti ;)' Sorrido, anche solo per quel messaggio, constatando che, con l'abbonamento che ho, potrò chattare con lui in ogni momento.
'Anche io ♡' Gli rispondo.
《È lui?》 Domanda Luke.
《Sì.》
Entriamo dentro, pronti per fare il check in e i vari controlli, come ogni volta.

***

Finalmente l'aereo è atterrato, Londra Gatwick, qui sono le 2:00pm, non ho dormito sull'aereo... come sempre del resto.
Troppi bambini che piangevano, li adoro, ma non quando piangono. Bea si è lamentata tutto il tempo, senza sapere che, fino a quattro anni fà, lei faceva di peggio.
Sull'aereo all'uscita è sempre lo stesso casino, troppe persone che vogliono uscire per prime, devo anche imbattermi in un signore con il bastone, guarda caso, proprio davanti a me.

I bagagli sono appena arrivati, quindi siamo pronti per andare finalmente a casa di nonna.
A prenderci dovrebbero esserci Matthew e Jason, la macchina che ha Matthew è enorme, quindi ci stiamo anche larghi.
Bea è super eccitata, e con lei io.
Superata quella porta, ci troviamo davanti a una miriade di gente, ma come non riconoscere le teste rosse di quei due pazzi.
Corro in contro a Jason, che intanto ci salutava, mentre Bea va da Matthew, ha sempre avuto un debole per lui, dice che è il suo fidanzato.
《Ninììììì》 Mi abbraccia Jason.
《Jay Jay》Lo stringo forte io.
Lo lascio e vado da Matthew.
《Piccolaaaa》 Mi saluta abbracciandomi, alzandomi leggermente da terra, data l'altezza esagerata.
《Mi siete mancati》Gli dico una volta liberi.
《Anche voi》Mi sorride Matthew.
《Ragazzi》Ci raggiungono gli altri.
《Sembra che vi annaffino ogni sera》Ridacchia mia mamma.
《Fatevi salutare》 Continua lei.
《Lui è Luke, Luke, lui sono Matthew e Jason》
Li informa papà.
《Piacere》Sorride Luke.
《Non essere così formale, quest anno ti unisci alle pazzie anche tu, preparati》Lo avverte scherzoso Matthew.
È sempre stato così, ogni anno, nonostante l'età, prepariamo scherzi e ci alleiamo contro i genitori.
Luke ride, mentre mamma sbatte la mano sulla testa, sapendo già a cosa andrà in contro.
《Non crescete mai eh?》Ride mio padre.
《Mai mai》 Lo canzona Jason, con in braccio Bea.
《Andiamo dai》Continua l'uomo.
Ci avviamo verso l'enorme van di Matthew.
Durante il tragitto parliamo di tutto, della loro vita da calciatori qui, di Fede che ci sta aspettando a casa insieme a tutto il resto della famiglia, della nonna, del tempo, degli zii, anche del calcio, di Luke, della vita a Los Angeles, della scuola, degli esami, insomma, di tutto.
La magnifica Londra scorre veloce sotto i miei occhi, lasciandomi come sempre a bocca aperta, l'altissimo Big Ben, l'enorme Buckingham Palace, i parchi, le strade piene di gente, cabine telefoniche rosse e bus a due piani rossi, esattamente come nei libri, tranne per il traffico.
Prendo il telefono per ingannare un po' il tempo, invio un messaggio ad Adam:
'Arrivati a Londra ♡' e gli invio un mio selfie in macchina.
La risposta arriva in pochissimo tempo:
'Bella come sempre, come stai?'
'Bene, ma manchi, tu?'
'Lo stesso, tra un po' esco con i ragazzi, mi invii un'altra tua foto?'
'A che ti serve una mia foto?'
'Ho bisogno di vederti'
Sorrido e gli invio un altro selfie, sta volta mentre gli faccio la lingua.
'Anche pazza, come sempre ;)'
Ridacchio e gli invio il dito medio e la faccina "apparentemente" innocente.
Jason, che sta al mio fianco, ha letto i messaggi, infatti sta ridacchiando anche lui.
《Prima o poi mi ci fai parlare?》 Domanda lui.
Gli passo il telefono, ricevendo da parte sua un ghigno maligno.
Ho paura di ciò che può fare, insomma, è Jason, lo conosco.
Ogni tanto ride, non vedo l'ora di rileggere le chat.
Mi ripassa il telefono, ma, stupido com'è, ha cancellato le chat.
Gli lancio un'occhiataccia, mentre lui mette le mani sotto il mento, come a simboleggiare un angelo.
Mi arriva un ultimo messaggio, prima di mettere il telefono in standby:
'Ma sei coglione forte eh'
Gli mostro lo schermo ridendo, coinvolgendo anche lui.
Finalmente arriviamo fuori la grande casa della nonna.
Prendiamo i bagagli ed entriamo

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