Capitolo XVIII

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" Pensi che andrà bene?" Domandai a Meredith appena scesa dal treno, i miei capelli erano leggermente arruffati e le mie mani completamente infreddolite.

"Penso che andrà benissimo" mi rispose sforzando un leggero sorriso.

Non replicai, sapevo che quel sorriso era finto, sapevo che dietro il trucco si nascondeva il volto di una donna in preda alla sofferenza, sapevo che per quanto mi sforzassi di capirla non sarei minimante riuscita a farglielo intendere, così non risposi.

Ero cosciente del fatto che tutti quei silenzi prima o poi avrebbero dovuto avere una risposta, ero cosciente del fatto che gli uomini, ed in particolare mio padre, sanno benissimo come ferirti, le ero vicina ma tutto non bastò.

Mi trovai davanti ad un imponente viale circondato da immensi praticelli all'inglese con qualche alberello qua e là, infondo alla strada scorsi un gigantesco edificio.

Non mi aspettavo che il college fosse così grande, non mi aspettavo che mi mettesse così tanta ansia, mi sono sempre reputata combattiva, vincitrice eppure andai nel panico davanti a una costruzione del genere, talmente maestosa e solenne.

Pensai che quello sarebbe stato il posto che per molto tempo avrei dovuto chiamare casa e mi si chiuse letteralmente lo stomaco.

- Pat , credo che non ce la faccio - scrissi un messaggio a mio fratello nascondendolo a Meredith.

- Ce la fai, come ce l'hai sempre fatta con tutto- mi rispose al messaggio

- E se dovesse andare male?- risposi

- se dovesse andare male ci sarò a casa pronto a consolarti e ad aiutarti-

- Io non ho bisogno di aiuto-

- lo so-

Il tempo scorreva sempre più velocemente, Meredith era al mio fianco intenta tra un sospiro e l'altro cercando di non far notare il suo disagio.

Eravamo lì entrambe con un proprio segreto da nascondere all'altra, entrambe che fingevamo che andasse tutto bene, che non avessimo bisogno di nessuno, convinte di potercela fare da sole.

Se c'è una cosa che ho imparato è che per quanto lotti, per quanto forte il tuo spirito possa essere, arriverà sempre quel momento in cui cerchi disperatamente qualcuno, qualcuno con qui parlare, qualcuno con cui condividere il tuo dolore.

Il dolore però non è semplice da condividere, non è nemmeno semplice da condividere con noi stessi, figuriamoci con gli altri ed è per questo mentiamo, anche se alla fine non siamo così tanto abili mentitori.

"Fra poco il preside vi accoglierà entrambe nel suo ufficio per tutte le procedure richieste, tutte le informazioni necessarie vi saranno fornite tra poco, potete accomodarvi nella sala d'attesa per adesso" Disse la voce della segretaria, una giovane donna ben vestita seduta nella scrivania di un piccolo studiolo.

" Ti piace la scuola Soph?" mi domandò Meredith prima di entrare nella saletta d'aspetto.

" Più o meno" risposi, fissando il pavimento.

La segreteria non era di certo il massimo, le finestre era talmente ampie che rischiaravano la sala in un modo esagerato, ed è io ho sempre odiato la luce troppo forte ma evitai di dirlo per non sembrare troppo polemica.

Mi accomodai insieme insieme a Meredith su delle comode poltroncine rosse ed aspettai agitata il mio turno dal preside.

Mi arrivò un messaggio da Meg - Soph alla grande, ti vogliamo bene-

Non risposi, non avevo voglia di cose troppo sentimentali, desiderai solo un po' di tranquillità.

Quel breve attimo di tranquillità tanto desiderata, si interruppe quando Meredith scoppiò in lacrime.

Cosa avevo detto? Non siamo abili mentitori ed infatti non lo siamo proprio per niente.

"Mi dispiace Sophie, mi dispiace tanto, non vorrei piangere ma lo sto facendo e non riesco a fermarmi" mi disse singhiozzando.

" Penso che l'obbiettivo della nostra vita non sia l'amore Meredith, penso che il fine della nostra vita sia altro. Ma sai qual'è l'errore di ogni uomo? Mettere l'amore al primo posto, vivere in funzione di questo ma la verità è che non lo è. L'amore è tutto fuori che bene, l'amore è il diavolo travestito da angelo. Non vivere come fanno tutti gli uomini, fuggi." risposi passandomi una mano tra i capelli.

" Doveva venire tuo padre Sophie, a firmare i documenti, doveva.." continuò tra i singhiozzi e le lacrime.

" Ma non l'ha fatto" conclusi.

" Mi aveva detto che sarebbe venuto, che avrebbe trovato del tempo per noi, per me e per te"

" Sai quanto valgono le promesse di un uomo? Nulla."

" Lui pensavo, insomma lui, io lo amo, io.. è inutile"

" Meredith, ascoltami bene, tu sei una persona intelligente, non sei assolutamente la Barbie di plastica che credevo fossi, non sei solo la squallida troia che anni fa ho visto nuda nel letto di mio padre, ma sei una ragazza tosta. Sì, sei una ragazza tosta che ha alle spalle un brutto passato e che ha combattuto contro tutti i suoi demoni e che è ancora in piedi e malgrado le ferite è davvero ancora in piedi. Vuoi buttare via tutto questo per un uomo? Sai quanti uomini esistono a questo mondo, e tu stai buttando via te stessa per un uomo? uno solo? La tua vita non dipende da lui, tu sei te stessa e non lui. Mio padre deve avere una laurea per riuscire così bene a fare soffrire le donne, è un brutto bastardo in grado di far singhiozzare chiunque ma tu sei più forte Meredith. Guardami, tu sei più forte. Mia madre non ce l'ha fatta, non è riuscita a salvarsi ma tu ce la puoi fare, non commettere lo stesso errore di mia madre, non sprecare la tua esistenza in questo modo e reagisci! Lo so che fa male ma il dolore si supera e la vita continua per ciascuno."

Non riuscii nemmeno a capire da dove mi erano venute questa parole che pronunciai tutto d'un fiato, forse non siamo davvero abili mentitori e prima o poi le cose vengono a galla in un modo o nell'altro.

" Sophie, grazie" mi disse lentamente, con il viso completamente bagnato dalle lacrime.

" Mio padre è uno stronzo ma tu sei diversa, salvati Meredith"

" Sono talmente dentro a questo rapporto che mi risulta difficile staccarmi" continuò.

" Devi farlo, devi correre al riparo"

" Ho sempre visto tuo padre come una sorta di principe azzurro, l'ho sempre visto come l'antidoto ad ogni cosa, per questo non ho guardato in faccia nessuno quando ho sfasciato la tua famiglia. L'amore per lui mi ha accecato anzi probabilmente la sono ancora"

" Non riesco a capirti, come puoi vedere la salvezza in qualcosa che non sia te stessa?"

" L'amore può farlo"

" L'amore è insensato Meredith" commentai

" Già" rispose

Un'altra tenera vittima appena mietuta dalla freccia di cupido, un'altra persona convita che la cosa più importante di questo mondo sia l'amore, sia farsi guidare dai sentimenti. Basterebbe soltanto che ogni uomo aprisse gli occhi per rendersi conto quanto faccia schifo amare, basterebbe accorgersi della gigantesca distesa di cadaveri ammassati che il dolce cupido, nell'indifferenza assoluta, ogni giorno lascia insepolti.

Io rimango salda ai miei principi e per questo non amo.





SOPHIE  [ #Wattys2016 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora