Capitolo XXXI

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Il locale scelto da Amber era qualcosa di strabiliante, non avevo mai visto niente del genere.
Un piccolo giardinetto esterno con il tipico praticello all'inglese circondato da un recinto ed illuminato con lampioncini bianchi.
L'interno era ancora più straordinario dell'esterno, una reception imponente con molti quadri appesi alle pareti fatte di legno con rifiniture color oro ed una grande scrivania con dietro un quadro porta chiavi enorme probabilemente in argento.
Amber si avvicinó alla reception, salutando la signora che si trovava dietro la scrivania, probabilemente la padrona, una donnona non molto giovane ma ben vestita.
" Vi presento Molly ragazzi, lei é la padrona di questo locale e ci ospiterà più che volentieri, offriamo io e lei " spiegó Amber.
" Tranquilli ragazzi, fate come se foste a casa vostra, conosco Amber da tanto tempo, mi sembra d'obbligo farle questo favore."
" Grazie mille" rispondemmo quasi tutti nelle stesso momento.
" Divertitevi e buona permanenza al Royal " commentó la donna.
Dopo essere saliti al primo piano con l'ascensore ci ritorvammo letteralmente in paradiso.
Musica altissima, tavolinetti sparsi con tanto di spuntini gratuiti, camerieri in giro per la stanza con bicchieri di alcool e luci da giramento di testa.
Lateralmente vi erano altre stanze, alcune piene di tende colorate e divantti comodi, altre con tavoli riservati.
Una tenda in particolare conduceva ad un altra stanza con tanto di bar e cubi sparsi per la sala.
Era pieno zeppo di ragazzi, tutti ricchi e ben vestiti che si muovevano disinvolti a ritmo di musica.
Non era di certo il vecchio faro ma incominciava a piacermi la vita da ricca.
Mi precipitai nei tavolini ed inizia a provare drink e a mangiare qualche tartina, per poi abbandonarmi meglio alle danze.
Amber prese alcune tartine e del prosecco.
La musica si fece sempre più forte, avevo bisogno di non pensare a nulla, avevo bisogno alcool e ballo.
Ballai in modo disinvolto tra le masse di ragazzini che mi guardavano, avevo una certa sensualità dopo aver bevuto un bel po' di drik, non ero ubriaca, semplicemente mi sentivo libera.
Mark si avvicinó ad una ragazza e non la lasció respirare neanche un secondo, balló tutto il tempo fianco a fianco, era carina ma a mio parere nella stanza ce n'erano di molto meglio.
Decisi di salire sul cubo, intorno a me si creó una folla di ragazzi che non facevano altro che ammirare le mie curve messe in risalto dai jeans attillati, per un momento mi sentii la meredith della situazione anche se la sensazione non duró molto.
George mi invitó a prendere un altro drink dal barman.
"Sei così sexy questa sera!" esclamó, aveva la camicia un po' sbottonata e i capelli quasi bianchi completamente spettinati.
" La sono sempre" commentai ridendo.
" giusto, cosa desidera madame? "
" Qualcosa di molto forte" esclmai.
" E che qualcosa di molto forte sia" rispose.
Il barman annuì e cominció a preparare un drink, probabilmente il più forte che aveva.
Era talmente buono con quel retrogusto all'amarena che decisi di prenderne un altro e poi un altro e poi un altro..
Mi venne un calo di pressione, incomincia a vomitare sul pavimento del locale.
Credo che George cercó in qualche modo di aiutarmi tenendomi la fronte tra le mani.
Mi trovai all'interno di una piccola sala buia senza una porta, la testa continuava a girare, sentii una voce
"Sei la cosa più preziosa che ho, non ti lascieró andare via" era mio padre a parlare.
Per un attimo mi convisi che stava parlando con me, in realtà davanti a lui dopo poco comparve mia madre, era così bella, così giovane e così innamorata.
" Rob, sei tutta la mia vita" disse saltandogli in braccio.
Lui la prese abbracciandola dolcemente e ricoprendola di baci.
La mia testa continuava a girare metre assistevo a questa scena.
Quando peró nella scena comparve Meredith, mio padre senza una ragione cominció a piacchiara mia madre, il suo povero corpo si coprì di sangue, incominció ad urlare per tutta la stanza " Soph aiutami Soph, é un mostro, mi ucciderà, Sophie aiutami"
Quando cercai di guardare in faccia mia padre scorsi il volto di Victor Wood che colpiva senza pietà mia madre, ricoprendola di ferite.
"Tuo padre è un pazzo! Soph scappa, picchierà anche te"
Provai ad alzarmi per andare in aiuto di mia madre ma mi sentivo completamente paralizzata a terra
" Mamma non mollare, arrivo! Victor lasciala stare! Victor sei un bastardo! Lascia in pace mia madre Victorr! " gridai con tutte le forze che avevo in corpo, ma un giramento di testa più forte del solito mi fece cadere a terra.

Quando aprii gli occhi mi ritrovai tra le braccia di George.
" Sophie stai bene? " mi chiese.
" Geoege? Victor dov'é? Che è successo? " domandai.
" Succede che siamo fatti entrambi" disse ridendo "Hai sbattuto la testa, farfugliavi qualcosa su tua madre e Wood" proseguì.
" La mia testa" mi portai una mano sulla fronte.
" Hai preso una bella botta! " rise.
"Gli altri? "
"Sparsi per il locale"
"Ho bisogno di aria, devo togliermi da qua George" commentai.
" Ti accompagno" disse.

Girammo un po' per tutto l'edificio, entrambi storditi per la musica.
Ci chiamó un tipo, non ricordo neanche il suo volto, ma ricordo che ci offrì del fumo ed io accettai.
In alcuni moneti percepivo ancora le grida disperate di mia madre, prima picchiata da mio padre e poi da Victor Wood, volevo soffocarle e metterle a tacere e quello mi sembrava il modo migliore per farlo.
Dopo aver fumato erba affacciati su una piccola finestra io e George ci ritrovammo in piscina.
Fortunatamente ottenni l'effetto opposto di prima, incominciai a ridere senza un motivo preciso.
Non ebbi nessuna strana visione ma soltanto una voglia matta di correre, saltare, gridare.
La piscina era vuota ed io mi ci tuffai vestita, George rideva anche lui seduto sul bordo.
Inizia a sperimentare diversi tipi di tuffi mentre lui mi stava a guardare e dava un voto, dicendo delle cose senza senso che non ricordo.
Quando lo spinsi nell'acqua e mi avvicinai per mandarlo sotto, accadde una cosa.
Quel pianto, quelle grida che mi avevano tormentato prima tornarono ancora più forti e così quasi involontariamente lo abbracciai.
Cercavo conforto, cercavo qualcuno che riuscisse ad allontarare i demoni del mio passato.

SOPHIE  [ #Wattys2016 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora