Capitolo XIV

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Era mezzogiorno e mi ritrovai in pigiama sdraiata nel letto della mia camera d'albergo con dei dolori allucinanti alla testa.
Non avevo il coraggio di muovere un passo, ogni piccola parte del mio corpo urlava dal dolore, non sentivo un sintomo preciso ma era una sensazione spaventosa.
Non riuscivo quasi a pensare, mi trovavo in una sorta di limbo tra la veglia ed il sonno, senza essere cosciente di quello che mi circondava.
Restai in questo stato per quasi un'ora, un'ora interminabile passata ad osservare una parete.
Mi girò la testa una o due volte ed avevo un forte senso di nausea, ma contemporaneamente mi sarei mangiata una torta nuziale intera, che c'era che non andava in me?
Sentii un rumore alla maniglia della porta, capii subito che qualcuno sarebbe entrato nella stanza, ma non volli pensarci così staccai la mente per qualche secondo.
"Sophie? Sei sveglia?" mormorò una vocina.
Meredith era proprio davanti a me con il suo maledettissimo fascino, possibile che risultava sexy anche con un semplice vestito nero, vecchio e stropicciato?
"Non proprio" le risposi cercando in tutti i modi di uscire da questo strano malessere.
"Ci credo che stai male, vedi di non fare mai più quello che hai fatto ieri sera"
Come ti permetti di dirmi quello che devo fare e quello che non devo fare?
Cosa ti interessa se ieri sera...se ieri sera.. che cosa ho fatto ieri sera?
Mi assalì una sensazione di vuoto e cercai in tutti i modi possibili di ricordare qualcosa ma non mi venne in mente nulla.
Decisi di girare intorno all'argomento..
"Non è stato così grave" le dissi.
"Senti io non sono tua madre ma prendere quelle cose fa male, soprattutto se accettate da uno sconosciuto!"
Capii subito che si trattava di droga e per qualche momento ebbi pochi flashback della serata.
"Hai detto bene, non sei mia madre" risposi scocciata.
"Ci tengo però"
"Scommetto che sei la prima che ne fa uso"
Meredith alzò le spalle, chinando il viso ed incurvando le spalle verso il basso.
Che le stava succedendo?
Scoppiò a piangere, con quella disinvoltura e semplicità che poteva avere una bambina, improvvisamente la giovane donna intraprendente si era trasformata nella creatura più debole ed indifesa di questo pianeta.
Fece per nascondersi il viso tra le mani ma ormai mi ero resa conto della situazione e non potevo stare zitta.
"Che succede?" le chiesi, mostrandomi il più distaccata possibile.
Non rispose ma continuò a piangere.
"Meredith sputa il rospo" insistti.
Non parlò, mi mostrò soltanto un braccio con qualche cicatrice qua e là.
"Eroina?" domandai sbalordita.
Silenzio.
"Cazzona ti fai di eroina?" le sbottai in faccia.
Lacrime.
"Meredith? Non fare la bambina"
Attimi di silenzio.
"Avevo dodici anni" la sua voce lottava fra le lacrime ed i sospiri per poter raccontare.
"E.. ?"
"Mio padre mi aveva lasciato sola nel suo ufficio perché aveva un'importante riunione.
Ero seduta nel suo piccolo studiolo a fare un disegno, quando un suo collega entrò nella stanza, chiedendo se sapevo quando sarebbe tornato mio padre. Io risposi che non avevo un'idea precisa e lui si fermò nella stanza ad osservare quello che stavo facendo. Mi fece molti complimenti, prima riguardo al disegno e poi più personali. Quando non me ne resi conto chiuse a chiave la porta e mi si avvicinò incominciando ad accarezzarmi i capelli. La sua mano era calda e piano piano incominciò a toccare ogni parte del mio corpicino.
Sentivo delle strane sensazioni propagarsi ovunque, volevo ribellarmi ma ero piccola ed avevo paura che avrebbe potuto fare qualcosa di brutto.
Mi disse di non dire nulla a nessuno soprattutto a mio padre, mi regalò dei soldi per poter comprare dei vestiti nuovi e mi propose di vederci una volta alla settima in cambio di regali.
Io ovviamente accettai ed ingenua com'era mi vantai con le mie amiche di avere un misterioso fidanzato.
La situazione andò avanti per mesi, fino a quando mio padre lo scoprì.
Denunciò il suo collega ed inzió a farsi delle paranoie sul fatto che non fosse un buon genitore.
Vennero i telegiornali, i giornalisti ed io passai per la "ragazza violentata".
I miei compagni di classe, ingenui e sciocchi iniziarono a prendermi in giro facendomi sentire come quella 'sbagliata' 'talmente sfigata da farsi un collega del padre'.
Iniziai a soffrire molto per tutta la situazione, sia per le voci sia perché mi resi effettivamente conto di quello che era successo.
Incomincia ad avere il disgusto di me stessa, così un mio amico di quel tempo mi spinse verso l'eroina.
Sembrava la cura a tutto, la fine di ogni mio problema ma non lo era.
Diventai per qualche tempo dipende, ero così piccola, avevo appena quattordici anni.
Fu una dura lotta, la combattei fianco a fianco a mio padre che capì fin da subito la mia depressione.
Fortunatamente sono riuscita a riprendermi, a risollevarmi da tutto ma il solo pensiero di tutto quello che ho passato mi fa stare male."
Questa volta fui io che non risposi, rimasi sbalordita.
Meredith aveva ancora gli occhi bagnati dalle lacrime ma mi fece una piccola carezza sulla mano.
"Sophie, cara Sophie, non caderci anche tu perché è l'errore più grande che tu possa commettere nella tua vita, sembra risolvere tutti i tuoi problemi, ma in realtà li complica."
Mi abbracciò.
Ero seriamente dispiaciuta per lei, per la prima volta provai uno strano sentimento nei suoi confronti.
"Mi dispiace" le dissi.
"Per cosa?"
"Per aver preso quella pastiglia"
Meredith si staccò dall'abbraccio con gli occhi pieni di lacrime.
Sei sorpresa? Si e anche tanto, ti sei sbagliata su tutto.. Meredith non è quella troietta di plastica che pensavi che fosse, non è quella bionda cotonata che segue la massa, tutta forma e niente sostanza, lei è qualcosa di più.
Come ci si sente ad essere così idiote?
"Stai tranquilla" mi rispose.
"Posso farti una domanda?" le chiesi.
"Sì, dimmi tutto Soph"
"Come mi hai trovato ieri sera?"
"Eri accasciata davanti alla discoteca"
Non avevo un'idea precisa della serata, la mia mente era molto annebbiata per questo aunnuii e tentai di alzarmi dal letto.



Angolo autrice
1,02K..
Ancora grazie a tutti per aver letto la mia storia!
Ho deciso di fare questo angolo autrice non solo per ringraziarvi ma anche perché ho bisogno di consultarmi con voi riguardo alcune cose.
1. Stavo pensando di non aggiungere più immagini all'inizio di ogni capitolo anche per una questione di comodità, cosa ne pensate?
2. Ho deciso di partecipare ad un concorso ad eliminazione, se vi piace come scrivo e vorreste aiutarmi basta che leggete e lasciate voti alle storie che scriverò ogni settimana.
Le storie verranno scritte nel secondo libro che ho da poco pubblicato, lo trovate nel mio profilo.
3. Mi piacerebbe far partecipare anche questa storia a qualche concorso anche se è appena all'inizio, quindi se ne conoscete qualcuno fatemi sapere.

Non vi rubo altro tempo..
Un bacio

eirenes♡




SOPHIE  [ #Wattys2016 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora