Capitolo V

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"Io non ci andrò mai in mezzo a quella massa di sfigati" dissi chiaramente a Lea
"Fammi capire.. tua nonna ti avrebbe iscritto ad un college? Cioè tu che vai ad un college? Esilarante" replicò.
"La cosa peggiore è che quel coglione dio mio padre insiste e Meg lo asseconda anche"
"Tu non ci andrai giusto?Non mi abbandonerai?" mi domandò Lea.
"Abbandonarti? Io che vado in un posto da sfigati? Non ci penso neanche" esclamai alzandomi dal letto e appoggiando la schiena al muro. In realtà non ne ero così convinta ma stavo cercando di autoconvincermi.
"Parlarne con tua madre?" Domandò Lea.
"Mia madre ormai ha perso quel bricilo di autorità che aveva nel passato,figurati se può impedire una cosa del genere" continuai.
"Allora come farai Soph?"
"Come ho sempre fatto,tirandomi fuori da sola da certi casini.
Lotterò con le unghie a costo di non andare e se questo non bastasse escogiterò un altro piano. Alla fine vinco sempre io Lea,dovresti saperlo" tentai di rassicurarla.
"Promesso?"
"Certo! Ma adesso andiamo a ballare perché questa casa mi sta soffocando"

Ci preparammo in fretta, io indossai un paio di pantaloncini e una maglietta bianca molto scollata.
A Lea invece imprestai un vestitino nero piuttosto striminzito, non era un granché ma sicuramente meglio della sua maglietta macchiata.
Sgattaiolammo fuori dalla casa senza farci sentire, Meg era in camera da letto, Kate dormiva mentre Pat sicuramente sarà stato in mezzo alla movida notturna.
Era mezzanotte e tutta la città sembrava ricoperta da una coltre di nebbia. Non si sentiva fiatare una mosca,tutto il vicinato probabilmente stava dormendo.
Mi piace la notte, mi è sempre piaciuta fin da bambina.
Ricordo che mia madre chiamava mezzanotte l'ora dei fantasmi, mi raccontava che per le strade della città a quell'ora vagavano solo fantasmi, forse è per questo che mi ha sempre affascinato così tanto.
"Soph,dove corri? Cammina un po' più lenta,qui è tutto buio non vedo nulla!Possibile che ti muovi con così tanta facilità?"
"È solo un po' di buio Lea" risposi.
"Un po' di buio che mi sta facendo inciampare! Comunque hai idea di dove andare?"
"No,potrei sentire Nick, va bene?"
"Va bene"
Presi il cellulare e chiamai velocemente Nick che mi rispose con voce mezza assonnata.
"Dove sei coglione?"
"Al Vecchio Faro " rispose tossendo.
"C'è tanta gente?"
"Un paio di amici"
"Siamo subito da te" riattaccai.
Presi Lea per un braccio "andiamo al vecchio faro" commentai.
Il vecchio fare era locale collocato in un angolino sperduto dalle città.
Si affacciava sul mare e di fronte c'era una specie di spiaggetta lurida dove i barboni trascorrevano le notti estive.
Era piccolino e mezzo scassato ma alla fine si stava bene.
Nel passato serviva veramente come faro ma successivamente, non svolgendo più quella funzione,un vecchio pescatore ubriaco l'aveva affittato decidendo di creare questo piccolo locale.
Non era di certo paragonabile al Boom, la discoteca più alla moda di tutta la città, ma almeno non si incontravano tutti quei figli di papà che si fingevano ubriachi soltanto per rimorchiare ragazze e per alzare il loro livello di popolarità.
Avevo trascorso una notte con uno di questi, mi ricordo che sfoggiava un tatuaggio sul braccio con scritto 'ribellione' e mi ricordo anche che con Lea mi ero fatta tante di quelle risate per la scritta.
Parlano di ribellione seduti comodamente sulla loro poltrone, parlano di ribellione e senza i soldi della famiglia non riescono nemmeno a fare un passo fuori di casa, ho solo una parola per descriverli ed è ridicoli.
"Perché stai prendendo questa strada Soph?" mi chiese Lea.
"Perché è una scorciatoia, fidati,arriveremo in un attimo" le risposi e così fu.
Iniziai a sentire la musica a palla e a sentire un odore di fumo misto a piscio.
"Dov'è Nick?"mi chiese Lea.
"Non lo so, sicuramente qua in giro. Ma cosa ci importa di lui? Divertiamo ci! "
Non sapevo dove fosse Nick, la cosa mi preoccupava ma non lo feci notare ed andai subito al bancone ordinando qualcosa da bere.
La musica era molto alta e come al solito mi scatenai senza pudore.
Ero così ingenua, così attratta dal peccato, così innamorata del proibito, ero sciocca, una stupida bambina che si divertiva ad indossare i tacchi ed il rossetto della mamma.
Mi venne il vomito e decisi di entrare in bagno qui vidi Nick che si stava allegramente facendo una ragazza.
La cosa che notai subito furono i suoi lunghi capelli biondi, Nick mi aveva sempre confessato di avere un debole per le bionde, il mio nero probabilmente lo aveva stufato.
"Certe cose non si fanno in pubblico, idiota!" gli dissi con tono severo.
"Piccola, ti stavo giusto aspettando con la mia amica Gwen" disse.
"Che dolce" risposi.
"Hai visto? Facciamo le presentazioni, lei è Sophie, saluta Gwen"
Quella specie di troia mi fece un breve cenno con la mano.
"Smettila di trattare le persone come cagnolini" dissi a Nick.
"Non ti incazzare"
"Patetico"
"Ti vuoi unire alle danze?" mi chiese.
"Fammi riflettere..No"
"Piccola"
"Stai zitto o ti castro ebete!"
Uscii dal bagno velocemente e andaii a cercare Lea ma la beccai mentre si stava baciando con un ragazzo così decisi di non disturbarla.
Ero nauseata,forse il troppo alcool, forse la musica troppo alta o forse quel testa di cazzo di Nick.
Chiesi una sigaretta ad una ragazza e mi spostai nella spiaggetta vicino al locale.
Erano i primi di settembre quindi fortunatamente non circolavano più barboni da quelle parti.
Mi sedetti in riva al mare, quasi mi venne da piangere ma non potevo, anche quando ero da sola non ci riuscivo perché lo percepivo come un atto di estrema debolezza.
Un ragazzo mi si avvicinò "ciao" mi disse.
Era ubriaco fradicio "ciao" risposi.
"Ti va se facciamo qualcosa?" chiese.
"No"
"Allora posso fare quello che stai facendo tu?"
"Io non sto facendo nulla"
"Perfetto,possiamo non fare nulla?" rise.
"No"
"Vuoi della birra?"mi chiese.
"Va bene" risposi
"Conosco un ottimo posticino qua vicino"
"Che bello" dissi in modo sarcastico.
"Sali in moto?"mi domandò.
"Si, andiamocene via da qua, tira brutta aria" risposi salendo sopra la sua moto.

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