Era una cosa certa, Victor Wood mi stava completamente fondendo il cervello, mi stava letteralmente mandando in tilt.
Non era per niente prevedibile, talmente freddo e distaccato, talmente silezioso nelle sue mosse che non riuscivo a scovare il suo punto debole.
Che si fosse arreso?
No, era troppo furbo e poi l'aveva detto lui " la braca non va alla deriva se comandata da un abile marinaio" e lui lo era eccome, era un ottimo stratega.
Per la prima volta mi sentivo alle strette e non sapevo da che parte parare.
Il tempo passava ed il giorno della consegna si avvicinava senza che Victor facesse qualcosa.
Decisi di distrami, volevo dimenticare, desideravo che la mia mente uscisse per un momento dal labirinto che aveva creato Wood.
Quale miglior distrazione se non una festa?
Parlai con Amber chiedendole di organizzare qualcosa perchè era ciò di cui avevo bisogno.
Non vi erano particolari feste in quel periodo, così decidemmo anzi decisi che la sera stessa saremo sgattaiolati fuori dal college e avremo raggiungo Londra in treno, lì sicuramente ci sarebbe stato qualche locale dove trascorrere una bella serata, anzi nottata.
" Sei completamente fuori di cervello!" mi rimproverò Amber.
" Guarda che possiamo farlo benissimo, da qui a Londra con il treno ci vuole un' oretta, basta partire ad un orario decente. Domani le lezioni sono anche il pomeriggio, un po' di vita! Siamo giovani!" Incoraggiai il gruppo.
"Ma sei matta! Se ci beccano ci cacciano da scuola, sai che é proibito uscire senza permesso, siamo nel bel mezzo della settimana" proseguì Amber.
" É notte, non si accorgono di nulla! Domani mattina saremo qua puntualissimi come Cenerentola, anzi ci avanzerà del tempo per dormire"
"Non voglio rischiare l' espulsione Sophie"
"Non sarai espulsa Amber, i ragazzi hanno giá fatto serata nelle nostre camere e nessuno si é accorto di nulla"
"Ma eravamo qua, nessuno si é mai sognato di andare a Londra di notte a ballare"
" Come siete vecchi, non mi dite che anche voi appoggiate Amber?" domandai ai ragazzi.
" Per me possiamo andare, ha ragione Sophie" esordì George.
Questo era quello che mi piaceva di lui, il suo essere così libero, così anticonformista senza nessun vincolo, senza nessuna imposizione.
"Se mi cacciano da scuola, sono morta per i miei genitori"
Amber replicò, ecco invece chi di imposizioni e catene ne aveva veramente tante.
" Se ci scoprono e ti cacciano è il destino, magari farai finalmente la scuola di fotografia che tanto ami" commentai, forse ero stata troppo crudele " o magari non ci scoprono proprio, anzi questa è una cosa sicura" mi corressi.
Mark era insicuro, lo si leggeva nel volto, perdere medicina per lui e per Kevin sarebbe stato terribile, potevo immaginare.
"Se mi garantisci che ce la facciamo, che torniamo presto, allora forse va bene, ma ad una certa ora ce ne andiamo proprio perchè non rischio il posto di medicina" aggiunse Kevin.
"Sto con te" replicò Mark.
Amber sbuffó, non sopportava essere in minoranza e dovresi adattare, glielo si leggeva in volto ma la capivo, una ragazza ricca cresce quasi sempre viziata.
" Amber non essere così rigida e pensa al divertimento" si intromise George sorridendo.
" Non so ragazzi" rispose Amber.
" Lo prendo come un sì, ci vediamo tutti due orette dopo la cena, mi raccomando vestitevi bene e fatevi trovare nel retro dei dormitori femminili. Lì c'é un piccolo sentiero che dovrebbe condurci all'uscita secondaria che é vicinissima alla stanzione" sorrisi e decisi di dirigermi in camera mia per cercare qualcosa da indossare.
Lasciai Amber con la paura di essere scoperta, di diventare un disonore per la famiglia ma superficialmente posso dire che non mi interessava più di tanto, probabilmente perché pensavo solo al puro divertimento che mi avrebbe atteso.
In camera mi squilló il telefono.
" Soph " disse la voce dall'altra parte della cornetta, la riconobbi subito.
"Meg " risposi.
" Come stai?" mi domandò.
" Sto bene Meg, qua va tutto bene"
" Sono contenta, scusa se non mi sono più fatta sentire, so che Pat ti ha sempre scritto ma io non ce l'ho fatta.
Mi dispice per la situazione Sophie, forse non dovevo lasciarti nelle grinfie di Meredith, hai tutte le ragioni del mondo per avercela con me. Da quando te ne sei andata da casa ho il costante rimorso di averti lasciato andare, di averti consegnato nelle mani della donna che forse più odierai in questo mondo. " Meg singhiozzó al telefono, aveva sicuramente da sfogarsi.
"Effetivamente mi hai lasciato nelle mani di Crudelia Demon, ma alla fine Meredith non é così male e poi non é colpa tua " volevo farla ridere e farla stare bene, in fin dei conti é mia sorella.
"Aspetta cosa? Meredith non è così male? "
"Ho capito che un minimo di gentilezza si può nascondere anche sotto il silicone, non é una puttanella mangia soldi come credevo. È una ragazza fragile con gli occhi a forma di cuore, una delle tante donne illuse dal nostro vecchio con cene di gala, serenate e ops si ritroverà fregata. Mi fa un po' pena" cercai di spiegare.
" Non pensavo fossi così comprensiva"
" Ho sempre il mio caratterino ma con chi se lo merita, Meredith é solo ingenua, é la classica bambinetta uscita da una fiaba della Disney, più che Crudelia la definirei Biancaneve nel momento in cui addenta la mela o quella cretina di Aurora quando si punge il dito nel fuso."
Meg rise ed era ció che desideravo.
"Ti sento anche più spiritosa del solito, ti hanno per caso drogato al college? O c'é per caso un ragazzo?"
" Ma quale ragazzo, quale droga? Ho solo cambiato aria e me la spasso da riccona" esclamai.
" Beata allora, mi fa piacere averti sentito e mi raccondo non metterti nei casini"
" Sono brava a non finire nei casini"
" ti voglio bene Soph"
" Calma, non voglio diabete"
" No, non sei cambiata. Ora devo andare Sophie.. Ci sentiamo presto"
" Bene, a presto Meg"
Avere parlato con Meg mi diede quella carica in più per la serata, non la sentivo da tanto e non potevo sopportare che stesse male per causa mia.
La mia famiglia aveva già troppi problemi, aveva già troppo dolore da sopportare, non volevo causarne altro.
Appoggiai il telefono sul letto e cercai disperatamente qualcosa da mettermi.
Meg appena dopo la mia partenza aveva spedito tutti i miei vestiti al college per cui avevo una vasta scelta, ma ,come consuetudine, una donna pur avedoci due armadi pieni di roba non avrà mai nulla da indossare.
Alla fine optai per un paio di jeans attillati neri ed una maglietta scollata, scelsi un paio di scarpe nere con il tacco e mi feci la coda alta.
Il trucco era fondamentale, non tanto per la serata quanto per la mia maschera, righe nere più spesse, ciglia più lunghe, un fondotinta che copre le imperfezioni ed un rossetto rosso scuro.
Ero forte, almeno la sembravo.
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SOPHIE [ #Wattys2016 ]
Fiksi RemajaUna massa indomabile di capelli neri, pessimismo allo stato puro e giusto un pizzico di poesia, questa è Sophie. Lei non bacia, non ama e cerca di mostrarsi risoluta davanti alle persone. Cresciuta all'interno di una disastrosa situazione famigliare...