Decisi di tornare a casa dopo aver trascorso alcuni giorni da Nick, non volevo ammetterlo a quel tempo ma scelsi di andarmene perché non volevo stare a letto con lui ogni sera. Ricordo che il suo tocco sulla mia pelle nuda mi nauseava.
Vado a casa perché devo prendere qualche vestito pulito e sistemare alcune faccende ripetevo nella mia mente.
Presi un autobus e scesi alla fermata collocata proprio sotto il portone.
Appena entrata notai subito che nel soggiorno si trovava una ragazza molto bella. Portava i capelli biondi lisci sulle spalle, gli occhi erano di colore molto chiaro e per completare il tutto aveva un fisico da urlo.
Vicino a lei era seduta Meg che appena mi vide, si alzò in piedi " Ti sembra il modo di sparire per giorni Sophie? Potevi almeno chiamarmi"
"Meg ho sentito Pat, comunque è inutile che fai finta di interessarti di me davanti alla tua amica"
"Veramente lei non è mia amica" rispose Meg con un velo di imbarazzo.
La ragazza fece un passo verso di me e porgendomi la mano mi disse " Sophie sono Meredith"
La scrutai attentamente dalla testa fino alla punta dei piedi e poi un flashback. La vidi nuda con solo un asciugamano intorno alla vita mentre cercava di nascondersi dagli occhi pieni di lacrime di mia madre, è sicuramente uno dei ricordi più strazianti.
"Tu..tu.. tu.. sei quella troia che si è scopata mio padre" le urlai in faccia senza stringerle la mano.
"In persona" mi rispose.
"Cosa ci fai in casa mia? Esci immediatamente da qui oppure chiamo la polizia, hai capito lurida cagna?" continuai.
Meg cercò di fermarmi "calmati Soph".
"Questa si è portata a letto nostro padre, ora si presenta qui alla nostra porta come se nulla fosse e tu mi dici anche di stare calma,cazzo! Cosa ci fa qua? Perché l'hai fatta entrare Meg?" borbottai in preda quasi ad una crisi di panico.
"È venuta per te" commentò Meg.
"Grazie della visita ora puoi anche ritornare a fartela leccare da mio padre" le dissi.
"Sophie fai bene ad essere arrabbiata ma voglio parlati in maniera civile, okay? Dopo che mi avrai ascoltata potrai insultarmi per tutto il tempo, ci stai?"
"Che sia una cosa di giorno"
"Mi ha mandato tuo padre per il discorso del college. Saresti dovuta stare con lui ma, dato il suo lavoro e date le circostanze, ha pensato di affidarti a me. Partiamo per Londra domani mattina, abbiamo un biglietto per due prenotato. Vuole farci conoscere, così per qualche giorno ci fa trascorrere del tempo insieme nella capitale come se fosse una specie di vacanza."
Per un attimo rimasi quasi pietraficata davanti a ciò che mi aveva appena detto, ma le parole per rispondere non mancarono"Meredith? Mio padre ti paga anche per fare da balia alla figlia oltre che per le varie prestazioni sessuali?"
"Rob non mi paga per queste cose.. preparati comunque che domani mattina si parte!" commentò.
"Con te non vado nemmeno al cesso succhiacazzi"
"Oh si invece, devi.."
"Meg puoi spiegarle gentilmente che da qui non me ne vado" domandai a Meg che nel frattempo si era ammutolita.
"Tutta la famiglia compresa tua madre è d'accordo quindi ti conviene farti una doccia e prepararti una borsa non molto grande perché tutti i bagagli ti verranno comodamente spediti dai tuoi fratelli al college" disse con aria soddisfatta.
" Io non partirò"
"Invece si che lo farai"
La insultai nuovamente e me ne andai in camera mia sbattendo forte la porta.
Come facevo ad uscire da questo casino? Non potevo, era troppo complicato.
Mi sdraiai sul letto senza nemmeno prepararmi la valigia e rifiutai persino di scendere a cenare.
Pat entrò furtivamente in camera mia "non ci possiamo fare nulla Soph.. né io né Meg! Tutti ti vorremmo qua con noi ma non è possibile, ci sono di mezzo troppi casini" disse.
Io ero sotto le coperte e sentii la calda mano di Pat che si posava sulla mia.
"Sorellina io conto su di te, so che puoi farcela in qualunque situazione perché sei una persona forte" mi sussurrò dolcemente.
Lo guardai negli occhi e notai che erano così simili ai miei, di un verde molto scuro quasi al confine con il castano in assenza di luce e di un verde di una tonalità più chiara alla luce del sole.
Per un momento mi feci scivolare di dosso la forte corazza di ferro che indossavo ormai da anni, lo abbracciai forte stringendolo al petto.
"Mi mancherai sorellina" mi disse lasciandomi un bacio sulla guancia.
Volevo assaporarmi tutto quel momento ma dentro di me c'era una qualche forza opposta che mi fece reagire bruscamente "Se continui così ci daranno il premio per i fratelli più patetici dell'anno" dissi.
"Hai ragione" commentò con aria un po' dispiaciuta.
Meg entrò in camera portando anche la piccola Kate.
"Raduno famigliare?" chiese
"Raduno patetico con fratelli patetici" risposi dando un colpetto sulla schiena di Pat.
"Così andrai dalla regina?" mi domandò Kate facendo un salto sopra il mio letto.
" Si certo, andrò al palazzo reale"
"Che bello, che bello! Mi porti la corona?" chiese.
"Certo tutte le corone che desidera principessa Kate" commentai.
"Sophie sono sicura che andrà tutto bene, lascia perdere per un momento l'argomento papà e concentrati sul tuo futuro" esclamò Meg guardandomi in faccia.
"Non posso farlo" risposi.
"Lasciamola riposare povera Soph" disse Pat alzandosi dal mio letto.
"Agli ordini" rispose Mag e dopo avermi dato la buonanotte andarono tutti nelle loro stanze.
Provai a fuggire ma tutti i tentativi furono inutili perché avevano trovato un modo per bloccare sia la porte sia le finestre.
Astuti pensai.
Mi sistema sul letto non riuscendo a chiudere occhio.
Appena trovai un po' di sonno venni subito svegliata da un incubo.
Era la mano fredda di Nick che nel cuore della notte mi toccava la schiena nuda. Io tentavo di allontanarmi ma questa sensazione mi perseguitava senza darmi pace.
Non volevo che mi scopasse un'altra volta, non volevo rimanere nuda davanti ai suoi occhi e non volevo sentire quel tocco così viscido sulla mia schiena.
Mi alzai di scatto da letto tremando e con la terribile sensazione di dover vomitare ma non lo feci.
Volevo Pat accanto a me in quel momento che mi accarezzava, non in modo malizioso ma una di quelle carezze semplici e fraterne.
Scacciai subito quel pensiero considerandolo troppo da debole e per tentare di rilassarmi accessi una delle ultime sigarette che avevo trovato nel commissariato qualche sera fa.
Quella mattina guardai l'alba, fu una delle prime mattine che lo feci e fu uno spettacolo meraviglioso.
Il cielo era tinto di un rosa molto delicato ma il colore non era uniforme. Ogni nuvola sembrava possedere una tonalità diversa dall'altra, piccole sfumature di colore quasi impercettibili che però messe insieme formavano uno degli spettacoli più belli che la natura potesse offrirmi.
Mi addormentai davanti alla finestra.
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SOPHIE [ #Wattys2016 ]
Ficção AdolescenteUna massa indomabile di capelli neri, pessimismo allo stato puro e giusto un pizzico di poesia, questa è Sophie. Lei non bacia, non ama e cerca di mostrarsi risoluta davanti alle persone. Cresciuta all'interno di una disastrosa situazione famigliare...