L'importante é avere fiducia in se stessi, o meglio l'importante é far credere di avere fiducia in se stessi, trucco più spesso, sguardo aghiacciante ed un pizzico di ironia.
Ero pronta, ero decisa, sapevo che quella sarebbe stata la maschera perfetta sotto la quale celarsi.
Non volevo far traperlare neanche un sorriso, neanche un solo gesto spontaneo, l'unica cosa che desideravo era farmi rispettare.
Perché o vivi combattendo o muori.Uscii dalla stanza con l'intenzione di nascondermi in qualche luogo il più lontano possibile dal college e così feci, zone il più riparate possibile dove poter rilassarsi senza pensare a nulla.
Mi incamminai per una stradina che avrebbe dovuto portare in quella parte del giardino dove l'erba é più incolta, un luogo strategico se si vuole riflettere.
Non riuscii quasi a fare due passi che sbucó da dietro uno dei tanti cespugli una ragazza, capelli rossi, probabilemente tinti, occhi color nocciola e con un colorito di pelle olivastro.
" Questo posto é occupato!" esclamó squadrandomi.
"Togliti dai piedi" commentai senza curarmi troppo della situazione.
" Ma chi abbiamo qua? una novellina?" continuò la conversazione.
" Non ti devo importare di me"
" Che tipetta tosta! Calmati, non sono così agressiva con i novellini " fece per tornare al suo posto con un libro in una mano ed una birra nell'altra.
" Smettila di chiamarmi novellina! " la incitai.
" Sai cosa ti servirebbe in questo momento? Del fumo, qualcosa di pesante per metterti ko " proseguì cercando di sedersi nello stesso identico punti di prima.
" Hai del fumo? " chiesi mostrando un discreto interesse.
" Guardate come fa la donna vissuta, comunque no se intendi quel genere di fumo, ma ho delle sigarette se vuoi"
" va bene " commentai.
" Puoi sederti accanto a me, sempre che tu voglia novellina"
Non mi feci pregare in ginocchio, presi la sigaretta e una volta seduta accanto alla ragazza tentai di accenderla, soffiava un po' di venticello ma ci riuscii comunque.
Non era un posto ordinario quello in cui mi trovavo, nascosta dietro un cespuglio là dove l'erba si faceva più fitta ed i pensieri più leggeri. Il cielo era sereno, stranamente senza una nuovola ed il sole caldo, raggi che con il loro tocco quasi impercettibile riuscivano a scaldarmi la pelle.
La natura silenziosa riusciva a tranquillizzarmi più di mille parole, più di mille sguardi, più di mille gesti.
Perché gli uomini si amano tra di loro ferendosi quando potrebbero consolarsi davanti ad incantevoli paesaggi naturali?
Perché quella sensazione di pienezza deve ad ogni costo essere data da un altro uomo quando invece la natura riuscirebbe quasi a farti raggiungere il doppio? Che senso ha rotolarsi nelle macerie di un amore perduto, infranto quando si potrebbe non provare mai certe sensazioni perdendosi nel verde di un prato o nell'azzurro di un cielo?
" A che cosa stai pensando? " domandó la ragazza seduta accanto a me.
" A nulla di preciso " aggrottai la fronte.
"A qualcosa stai pensando altrimenti non saresti mai venuta in questo posto così lontano, chi viene qua ha bisogno di meditare"
" Sto pensando a quanto l'umanità sia stupida, a quanto in questo momento sia lontano da casa mia e tu? "
" Io? Non ho pensieri cattivi, soltanto un disperato bisogno di libertà"
cominció a sorseggiare la birra.
" Cosa studi? " domandai incuriosita.
" Economia nulla di particolarmente interessante"
" Perchè l'hai scelta? Se non ti piace"
" Per colpa dei miei, sono piuttosto ricchi ed hanno voluto che continuassi le loro professioni, mi hanno obbligato loro a venire a studiare qua, io avrei fatto altro ma per loro non esiste altro" buttó giu un altro sorso di birra ancora più velocemente.
" Che cosa ti sarebbe piaciuto fare? "
" Qualcosa di artistico, fin da piccola ho sempre coltivato la passione per la fotografia, a casa ho un sacco di modelli di macchine sia antiche sia moderne. Non mi piacciono peró le foto ordinarie, non seguo nessun corso, nessuna regola, sono piuttosto sensazioni di un singolo momento. Mi piace conservare ogni istante, ogni piccola emozione senza obblighi"
"Deve essere fantastico!"
" Già, tu invece cosa studi?" cercó di cambiare repentinamenrte argomento.
" Materie umanistiche con un professore mezzo pazzo, penso sia una lezione privata o non so cosa "
" Lezione privata, ma chi é che ti insegna? "
" Non conosco il nome ma é psicopatico di mezza età con gli occhi blu ed una pipa in mano"
" Il professor Wood? Davvero ti fai insegnare da lui? Stai attenta! " incominció ad agitarsi.
" Per quale motivo? "
" Non circolano buone voci su di lui, alcuni lo ritengono coinvolto all'interno di alcuni fatti abbastanza oscuri, nessuno sa bene chi sia davvero, é uni dei personaggi più oscuri della scuola, un matto! Infatti si ritrova spesso solo a far lezione a suo nipote Victor Wood "
" Victor Wood? " domandai.
" Victor Wood, strano forte anche lui, non si vede molto in giro, sappiamo che studia per prendere la cattedra del nonno ma è estraneo a tutte le vicende della scuola, un topo da bibliooteca non da poco, non sappiamo nemmeno chi frequenti di preciso"
" Capisco" commentai.
Non mi ero mai fatta un'idea prcisa di questo Victor ma non avrei mai pensato che fosse così estraneo da tutto, reclutato fin dal principio tra la cerchia dei secchioni ma non fino a questo punto.
" Come mai sei caapitata loro alunna?"
" Mia nonna, non volevo nemmeno venirci in questa scuola perché non ho nulla in comune con voi, nemmeno con l'istituto. Vengo da un piccolo paesino, un piccolo centro di miseria, sono stata promossa per anni solo perché gli insegnanti non volevano tenermi per altri anni. Vengo da uno squallore indescrivibile, eppure mia nonna prima che io nascessi aveva già stabilito che avrei dovuto studiare qua, ha speso tuttti i suoi averi!"
" Allora siamo entrambe state obbligate a venire qua.. "
" Entrambe " commentai.
Ci fu silezio, un silezio piacevole di chi riesce a comprendersi, un silezio che celava un equilibrio trovato.
Finisco la mia sigaretta gettandola per terra e calpestandola con il piede.
" Sono Amber Evans comunque "
disse porgendomi la mano destra.
" Sophie Mitchell, chiamami Soph"
risposi ricambiando la stretta di mano.Il pomeriggio trascorse nel migliore dei modi, passai tutto il tempo con Amber, parlvamo di tutto come se ci conoscessimo da una vita.
Come se in quel monento davanti a me non ci fosse Amber ma ci fosse Lea, che non vedevo da troppo tempo.
Continuarono ad arrivarmi messaggi di Nick sempre più disperati, alla ricerca di quell'amore che io non potevo dargli.
Come puó ricercare complicità in me?
Ci siamo serviti l'uno dell'altro, come animali attratti dai loro più primitivi impulsi ma non c'é stato mai altro.
Siamo entrambi sulla stessa barca, incapaci di raggiungere una nostra piccola felicità.
STAI LEGGENDO
SOPHIE [ #Wattys2016 ]
Teen FictionUna massa indomabile di capelli neri, pessimismo allo stato puro e giusto un pizzico di poesia, questa è Sophie. Lei non bacia, non ama e cerca di mostrarsi risoluta davanti alle persone. Cresciuta all'interno di una disastrosa situazione famigliare...