La stanza era completamente vuota, nessun vestito, nessun portatile nemmeno un libro che potesse far pensare alla presenza di qualcuno, la camera era completamente intatta.
Non incarnava perfettamente l'idea che mi ero fatta del college, vite disordinate, caffè raffreddati e fin troppi quaderni di appunti.
Mi guardai intorno.
Un letto singolo con le coperte azzurrine ed i cuscini bianchi, una mensola completamente vuota posta sopra, una scrivania in legno piuttosto grande ed un'amplia finestra che si affaccia su un parco.
La vista sembrava mozzafiato, ma era fin troppo tranquillo.
Mi sdraiai sul letto cercando di non pensare a nulla, ma come potevo non pensare ? Come potevo essere tranquilla in mezzo alla tranquillità stessa?
Sophie é tempesta, pura follia come puó essere sé stessa nell'assenza di ogni cosa? Nell'assenza del tutto? Sophie é un labirinto intricato, é pioggia, poi vento, sole e di nuovo pioggia, é evoluzione, cambiamento.
La mia vita é sempre stata piena, in quel momento era fin troppo vuoto.
Lontano dalle preoccupazioni, lontando da una madre sotto psicofarmaci, lontano da quel borgo di periferia dove vivevo mi sentivo spenta.
Mi squilló il telefono, era Nick.
"Si?" dissi con un filo di voce.
"Ti amo Soph"
Tutto stava diventando così irreale, ogni cosa che in quel momento mi stava circondando la vedevo sempre più sfumata.
Sono io che mi sto allontanando dalla realtà o é la realtà che si sta allontandando da me?
"Cosa dovrei risponderti Nick?" conclusi.
" Che mi ami anche tu"
"Non posso"
"Andiamo, quanto di costa ammetterlo?"
" Ti sei innamorato della persona sbagliata mi dispiace Nick" riagganciai.
La stanza incominció a farsi sempre più piccola ed io con lei, io che perdevo forma e consistenza insime ad i miei pensieri.
Un ragazzo aveva appena detto di amarmi, un ragazzo si era appena dichiarato ed io non avevo provato nulla, se non il solito vuoto, il solito vuoto che provo ogni giorno.
Forti passioni e disordini che scontrandosi portano al nulla.
Decido di uscire dalla camera, voglio prendere aria, non voglio soffocare.
L'edificio anche nei corridoi é quasi vuoto, intravedo nel parco davanti alla mia stanza gruppetti di ragazze subito pronte a squadrarmi.
Mi siedo sull'erba accendomi una sigaretta, avrei bisogno di qualcosa di forte ma non penso di trovare qualcosa del genere da queste parti.
" Signorina, Signorina..sa che non puó fumare qua vero?" un uomo probabilmente sulla cinquantina si avvincina, indossa una giacca blu scuro ed un paio di pantaloni grigi e non sembra essere così alto.
"Non mi interessa!" risposi alzando gli occhi al cielo.
"Faró reclamo al preside se non la smette" replicó.
"Reclami chi vuole"
"Quale arroganza" rispose indignato.
"Certo che non ha proprio alcuna autorità, come si fa mettere i piedi in testa lei non se li fa mettere nessuno" risi pronunciando queste parole.
"Riesco ad avere più autorità di quello che pensa lei ma solo quando lo voglio, sono anche convito che il potere non sia tutto a differenza sua"
Alzai nuovamente lo sguardo, non ci avevo fatto caso al colore dei suoi occhi, un blu così intenso che l'età non ha minimante rovinanto.
Spensi la sigaretta, senza sapere il motivo del gesto, non volevo dargliela vinta ma c'era qualcosa che mi incuriosiva in quell'uomo.
"Ha visto? Ora l'ha spenta, sono autoritario" commentó.
" É soltanto fortunato" continuai facendo caso al libro che teneva sotto il braccio, una raccolta di poesie probabilmente di uno dei tanti autori che qua dentro ti fanno studiare a memoria.
"Guarda il mio libro?"
"No, penso che avrei voglia di un'altra sigaretta"
" Nessuno te la sta impedendo adesso" continuò l'uomo.
"Sono troppo impegnata, e ora mi lasci nella mia solitudine" commentai con tono ironico.
"La lascio, non si preoccupi"
Rimasi gran parte del pomeriggio in quel prato, tra gli sguardi inopportuni, tra le critiche, tra la polvere e quel sole troppo caldo.
Tornai in camera quando ormai faceva già buoio, domani sarebbe stato il grande giorno, avrei avuto un piano di studio, mi avrebbero programmato delle lezioni, il mio primo vero giorno da ragazza di college, oggi era soltanto l'assaggio.
Mi sdraiai nel letto combattendo tra le ombre, tra le parole e tra i ricordi.
Le urla di mia madre, la pelle viscida di Nick.
" Ho paura" sussurai prima di addormentarmi a me stessa.
Era la prima volta in cui ammettevo di temere qualcosa anche solo nella mia intimità.
Mi addormentai sperando di non risvegliarmi.
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SOPHIE [ #Wattys2016 ]
Teen FictionUna massa indomabile di capelli neri, pessimismo allo stato puro e giusto un pizzico di poesia, questa è Sophie. Lei non bacia, non ama e cerca di mostrarsi risoluta davanti alle persone. Cresciuta all'interno di una disastrosa situazione famigliare...