Capitolo IV

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Ricordo che la sera in cui ebbe tutto inzio Lea era venuta a dormire a casa mia.
Eravamo sdraiate sul mio letto a fumarci dell'erba che il pomeriggio mi aveva gentilmente concesso Nick.
Non era stato molto difficile, a quei tempi riuscivo quasi a manipolare le persone o meglio i ragazzi come lui.
In ogni relazione io in qualche modo ero sempre la più forte,quella col carattere più risoluto, quella che non si faceva prendere dalle troppe emozioni. Non mostrare mai quello che provi,fatti vedere risoluta, devono capire che sei tu quella da temere e non tu quella che deve temere gli altri mi ripetevo sempre. Più che una frase per me era uno stile di vita,ero così fredda che persino il ghiaccio risultava più caldo confrontato al mio comportamento ma ero così e devo ammette che in alcune circostanze è stato un bene.
Ritornando a quella serata, mi trovavo in uno stato di tranquillità quasi anormale, forse grazie al discorso fatto con Nick il pomeriggio o forse per aver chiarito la situazione con Meg o più probabilmente per il fumo.
Lea non parlava, fumava anche lei mentre ascoltava con le cuffiette una canzone dei guns and roses, si trattava di November rain perché riuscivo a percepire di tanto in tanto qualche parola.
Squillò il telefono come d'abitudine tutte le sere per questo non ci feci caso.
Squillò ben cinque volte ma io non mi alzai per rispondere, perché in quel momento ero così calma che avrei potuto benissimo raggiungere il nirvana. Aspettai che qualche altro membro della famiglia rispondesse, avrei scommesso su Meg se avessi potuto.
Passò qualche minuto ed io mi dimenticai dello squillo.
Stavo così in pace con me stessa, non avevo pensieri o comunque se ce li avevo sembravano essere scomparsi nel nulla. Mi sentivo così leggera,una piuma che fluttuante si spostava nell'aria,una ballerina che delicatamente muoveva passi di danza senza produrre il minimo rumore.
Forse tutte quelle cazzate sul nirvana erano vere, magari lo stavo proprio raggiungendo ma improvvisamente sentii da lontano provenire un rumore. Orrore! Come un musicista che durante un'esibizione sbaglia nota e tutto il pubblico rimane sconcertato.
"Sophieee!" disse una voce proveniente dal corridoio.
"Sophieee!" continuava.
"Cosa c'è?" risposi scattando dal letto e buttando via la sigaretta.
"C'è una persona per te al telefono" urlò Meg.
C'è una persona al telefono per me? Nick? Non può essere quel cretino.. sa benissimo di non dover chianarmi a casa.
Molto velocemente strappai le cuffiette dalle orecchie di Lea invitandola a spegnere la sigaretta e a nasconderla.
"Sophie,ti vuoi muovere?"
"Arrivo Meg" le risposi in modo seccato.
Indossai una vecchia felpa grigia e mi precipitai al telefono.
"Finalmente! Vedi di non far casini al telefono" disse Meg passandomi la cornetta.
Casini al telefono? Mi hanno proprio preso per la sclerata di turno.
Presi la cornetta e sussurai un "pronto" con una voce abbastanza tranquilla.
"Pronto Sophie" una voce maschile ed inconfondibile mi rispose...
Ricordate quando avevo detto di stare per raggiungere il nirvana? Ecco,quel buon proposito l'avevo appena perso.
Associai quella voce ad una valanga di ricordi alcuni dei quali erano belli ma altri tendenzialmente brutti.
Ricordai di quando una serata di molto tempo fa quella voce, che da bambina reputavo calda e famigliare, mi canticchiava una specie di ninna nanna per farmi addormentare.
Ricordai anche di quando quella voce si fece minacciosa e tetra, nel periodo in cui non faceva altro che scagliarsi contro mia madre.
Rimasi quasi senza parole davanti a quella voce ma non potevo permettermi nulla del genere,dovevo trovarle quelle parole anche a costo di stare lì immobile per tutta la nottata.
Mi limitai ad un "si?"
"Soph,come stai?" Chiese mio padre.
"Bene grazie"
"Mi ha detto Meg che sei cresciuta molto,vero?"
Che domanda stupida! Un padre non dovrebbe mai fare queste domande,un padre dovrebbe saperle certe cose.
"Forse"risposi.
"Sono felice"
Sei felice? Almeno tu papà lo sei,riesco ad immaginare il tuo volto mentre gode dopo esserti scopato senza pietà quella puttana che spacci come amante.
"Bene" commentai
"Stai bene? Ti sento strana! Tua madre sta bene?"
Adesso ti preoccupi del fatto che io stia bene? adesso ti preoccupi di tua moglie dopo che per anni si è dovuta imbottire di medicinali a causa della tua piccolo scappatella? Certo che gli uomini ragionano proprio con il cazzo!
"Sì stiamo tutti bene anche senza di te,adesso posso andare o devi ancora recitare il ruolo del padre apprensivo?"
"Sophie tesoro,io ci tengo a te e lo sai benissimo"
"Sì,così tanto che invece di stare qua con noi hai scelto di metterlo nel culo ad una ragazzina.. ma tranquillo per il resto ci tieni" risposi tutta d'un fiato senza minimamente pensare alla conseguenze.
"Non ti permettere mai più di dire certe cose a tuo padre Sophie, hai capito?"
"Se no cosa mi fai? Mi metti in punizione?"
"Sei molto maleducata ed irrispettosa" disse con voce cupa.
"Si impara sempre dai migliori"
"Tua nonna deve per forza essersi sbagliata, non puoi di certo essere tu.."
"Nonna?adesso per giustificati tiri fuori tua madre?"
"Non tiro fuori mia madre,cara Sophie,perché è il motivo principale di questa chiamata"
"Sentivo puzza di bruciato in questa storia,il ruolo del padre premuroso non ti si addiceva bene"
"Tua nonna ti ha iscritto ad uno dei college più prestigiosi di Londra prima di morire, è arrivato il momento di iniziarlo, per qualche giorno ti trasferirai qua da me. Dopo aver fatto due colloqui e dopo aver sistemate due carte potrai entrarvi, ah ed il biglietto del treno è già prenotato"
Cosa? Io ad un college? Che bel modo di attirare la mia attenzione!
"Bel tentativo"
"Non è una scusa Sophie, è la verità.."
Era serio purtroppo, più andava avanti il discorso e più me ne rendevo conto.
"Non voglio metterci piede in quel posto"
"Ce lo metterai Sophie invece, ne ho già parlato con Meg ed è d'accordo"
Meg cosa?scherza?
"Senti per un sacco di tempo te ne sei fregato di noi e adesso mi chiami per mandarmi in un college? La coerenza ce l'hai proprio sotto i piedi"
"Non è opera mia, vallo a dire a quella scellerata di tua nonna che senza nemmeno conoscerti bene ha speso quasi tutti i suoi soldi per pagarti questo college."
"Ah adesso si spiega tutto... È una banale questione di soldi,tu non vuoi che il patrimonio della tua mammina venga sprecato"
"Non voglio che il patrimonio di mia madre venga speso per una ragazza immatura, maleducata ed irrispettosa come te."
"Ma vaffanculo" cominciai ad urlare.
"Ci vediamo fra una settimana Sophie"
"Mai" gli risposi attaccando il telefono in faccia.

"Meg" incominciai ad urlare.
"Soph"
"Hai permesso ad un porco del genere di portarmi via?"
"Quel porco, cara Sophie, è tuo padre"
" Non lo riconosco come tale"
"Invece lo è"
"Mi lasci andare così? Senza dire nulla.."
"Non vai a stare da lui ma vai ad un college, sono le volontà della nonna e poi ti farà bene"
"Non me ne vado, volontà o non volontà, nonna o non nonna"
"Devi farlo"
"Scommettiamo che non parto" affermai con un tono deciso anche se dentro di me non ero poi così tanto convinta.

SOPHIE  [ #Wattys2016 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora