30. Riappacificazione

269 82 23
                                    

Quella sera andai agli allenamenti. Il silenzio regnava nell'aria. Ognuno, come al solito, faceva il suo senza disturbare l'altro. Sentivo un'aria più tesa del solito. Terminate le due ore che mi sembravano non finire più, andai nello spogliatoio femminile a farmi la doccia per poi uscire verso la mia stanza con la sacca in mano. I ragazzi sembravano essersene andati già tutti, é proprio vero che noi donne siamo lente a lavarci.

«Layla» dalla voce lo riconobbi subito. Mi voltai guardandolo in volto, malinconica. Nella mia testa rimbombavano le parole di Mike.

«É tutto il giorno che mi eviti...perché?» Steve mi porse la fatidica domanda. Abbassai lo sguardo, colpevole. Non sapevo come spiegargli ciò che avevo saputo, dovevo esser felice per lui invece di arrabbiarmi per il fatto che avesse una ragazza.

«Non sei stato sincero con me, hai la ragazza?»

«Non ho la ragazza» rispose con tranquillità

«Bugiardo» i miei occhi si inumidirono, perché continuava a mentire? Cosa ci guadagnava? Prendermi in giro?

«Quale motivazione hai per non credermi?»

«L'ho saputo da una fonte certa» lui mi guardò sconcertato, come se io lo stessi accusando senza prove ferendolo di conseguenza.

«Come si chiama lei?» mi azzardai a dire, per smorzare quel silenzio. Le quattro parole più errate che avrei potuto mai pronunciare. D'impulso si avvicinò a me, afferrando le mie braccia e facendo in modo che i nostri sguardi si incrociassero forzatamente

«Non capisci che sei tu l'unica lei?» le sue parole erano dettate dalla delusione, frustrazione. C'era sempre stato qualora io ne avessi avuto il bisogno e lo avevo ripagato diffidando di lui. Mi dava incondizionatamente quell'affetto di cui avevo bisogno. Solo in quel momento me ne resi conto. Mi resi conto di come lui si prodigava per me, mentre io pensavo a Lucas. Si voltò. Se ne stava andando. Stava uscendo dalla mia vita. Non potevo permetterlo, non dovevo permetterlo. Lo raggiunsi e lo abbracciai da dietro. Si fermò.

«Scusami» sussurrai. Chiusi occhi e forzai la presa, non volevo perderlo. Restammo così per qualche minuto poi lui si voltò e afferrò delicatamente la mia mano. Mi portò nella sua stanza dove ci sedemmo sul letto. Passò la sua mano sinistra sui miei occhi, evitando che qualche goccia uscisse da essi. Fu un momento molto dolce. Lui mi avvolse ancora tra le sue calde braccia, mi erano mancate molto. Ci sdraiammo sul letto ed io, stanca dagli allenamenti, mi addormentai presto. Per la prima volta, mi sentì protetta ed al sicuro.

Solo allora capì quanto Steve fosse importante per me

I need someone who needs me (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora