42. Sarà amore?

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Ero riuscita a trovare una sistemazione provvisoria in un motel non molto distante da scuola. Potevo raggiungere l'istituto a piedi ed era comodo dato che non possedevo l'auto. Magari me la sarei fatta "regalare" dalla mia famiglia per il mio compleanno. Restavano solo tre giorni al 12 gennaio, i miei diciannove anni erano più vicini di quanto immaginassi.

Le cinque del pomeriggio. Mancava solo un'ora e mezza all'inizio del mio turno di lavoro. Non avevo ancora trovato un affitto adatto alle mie possibilità e non potevo spendere tutti i soldi nel motel. Sarebbe stato più semplice cambiare solo il dormitorio, lo sapevo ma l'idea di essere indipendente aveva avuto di gran lunga la meglio.

Andai nel mio ex dormitorio per prendere le ultime cose che avevo lasciato e portarle nel motel. Entrando non trovai nessuno. Per qualche verso speravo di vederci Lucas. Ormai era diventata un'abitudine vederlo sempre nella stanza perché doveva prendere o parlare con Connie. Avrei tanto voluto sfogare la rabbia repressa che provavo nei suoi confronti. Uscii dalla mia stanza con in mano un borsone e camminai per i corridoi. Sentii il cellulare vibrare e lessi che c'era un messaggio da parte sua.

Lucas: Io e te alle 19 al Rodger's

Layla: Lavoro a quell'ora. Gli risposi. Non mi era piaciuto minimamente il tono presuntuoso di quel messaggio. Il Rodger's era un bar non molto distante dal campus e frequentato dalla maggior parte degli studenti.

Lucas: Da quando hai bisogno di lavorare?

Layla: La cosa non ti riguarda. Ciao e buona giornata.

Quello scambio di messaggi non aveva fatto altro che irritarmi di più. Non capivo perché di punto in bianco mi cercava. Dopo averlo visto con Elise, mi aveva tempestato di chiamate quel giorno, ma poi era scomparso. Perché farsi vivo ora?. Nel frattempo mi trovavo nella mia camera del motel a preparare il necessario per uscire. Mi arrivò una chiamata da Lucas.

«Cosa vuoi ancora? Non hai capito che mi sono stufata di te?» gli dissi, mettendo subito in chiaro la situazione.

«Ti posso spiegare»

«Spiegare cosa? Che prima ti dichiari e poi smentisci tutto prendendo a botte un amico, facendo chissà cosa con Connie ed infine uscendo con Elise? È questo che mi vuoi dire?» sbraitai allo schermo del cellulare. Che senso aveva mettere in chiaro le cose in quel momento? Perché non prima?

«Non è come credi tu»

«Ah si?» domandai, fingendomi sorpresa «Non ha importanza in qualunque caso»

«Dove lavori?»

«All'Outlaws» risposi

«Scherzi, vero? Sai quanti alcolizzati ci sono in quel locale?» il suo tono di voce, da tranquillo e pacato qual era, divenne agitato.

«È per questo che non faccio il turno serale delle 22:30» spiegai.

«Bene, allora ci vediamo là. Aspetterò che tu finisca il turno» non mi diede il tempo di controbattere. Aveva vinto lui. Ci saremmo sicuramente incontrati.

***

Stavo lavorando già da più di un'ora e di Lucas nemmeno l'ombra. Non mi sarei aspettata di vederlo seduto a un tavolo per quattro ore ad aspettare che io finissi il turno, ma avevo paura che non venisse. Non lo volevo ammettere ma, desideravo vederlo più di qualsiasi altra cosa.

«Layla, stai dormendo? Sono solo le 20:34» mi rimproverò Kim. Lei era come me una cameriera.

«No, scusa: a che tavolo vanno questi?» chiesi, scacciando via i miei pensieri.

I need someone who needs me (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora