39. Preludio sentimentale

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Aprii il piccolo pacchetto che mi aveva regalato. La confezione era di color azzurro pastello. All'interno vi era un lettore mp3, o meglio un'iPod e delle cuffie. Una lacrima, che asciugai subito, cadde dal mio viso. Più nascosto sotto il regalo vi era un bigliettino che, aprendolo, rivelava una lettera più lunga del previsto.

«Riconosco che é passato molto tempo e che magari non vorrai più rivolgermi la parola però sappi che le cose per me non sono andate come tu credi. Ci sono rimasto male anch'io quando ho capito quanto tenevo e tengo a te. Questo regalo te l'ho fatto perché so quanto ami la musica e dunque ho immaginato che questo iPod ti sia di aiuto per la vita quotidiana. Ci ho già aggiunto alcune canzoni che ascolto io e ed alcune che in generale penso possano piacerti, come i Fire. Molte sono italiane. So che l'argomento é delicato ma ascoltale, sono rilassanti e aumenteranno la tua cultura musicale. Spero ti piaccia, Daniel»

Quella lettera mi commosse. Non era minimamente la persona che faceva questa tipologia di smancerie. Sapeva persino che tra la varia musica particolare che ascoltavo vi erano i Fire. Sarei corsa giù ad abbracciarlo e ringraziarlo, ma dovevo ancora riflettere su molti fatti. Si era approfittato tante volte di me.

Lo conoscevo da quando ero piccola. I nostri genitori si incontravano annualmente a Natale o in altre ricorrenze come il festeggiamento di capodanno. Io, Rose e Daniel giocavano sempre assieme, dopotutto dovevamo far passare il tempo. Ricordo che Rose mi confidò, all'età di dieci anni, che era innamorata di un suo compagno di classe. (Eravamo nella stessa scuola sia nella primary school che nella high school). Si chiamava Richard. Io il giorno successivo, pensando di fare la cosa giusta, andai dal diretto interessato confidandogli l'interesse che Rose aveva per lui. Mi aspettavo una scena romantica da film quando invece lui mi rise in faccia. Poco dopo andò da Rose e la prese in giro coi suoi amici ed io mi pentii amaramente di aver professato parola. In quel periodo stetti vicina a Rose imprecandole perdono che lei mi concesse un mese dopo. Non avendo molti corsi comuni, non ci vedevamo spesso. All'età di 15-16 anni mi infatuai di suo fratello. Cercavo di non darlo a vedere, ma era palese. Ogni volta che la vedevo chiedevo di lui e lei intese che mi piaceva. Io e Daniel non parlavamo quasi mai, al massimo mi messaggiava lui quando aveva bisogno di compiti. Sapevo che in un certo senso mi sfruttava, ma a me bastava ed anzi ero contenta che cercasse me e non altri. Se ci penso ora so di essere stata una stupida, ma non potevo farne a meno. Un giorno Rose mi disse di volermi far un favore: avrebbe staccato Daniel dal suo gruppo di amici per farlo concentrare su di me. Io mi sarei dichiarata e...poi si sperava che lui ricambiasse. Quel giorno mi ero vestita meglio del solito e avevo colorato gli occhi un po' troppo. Era la prima volta che mettevo l'eye-liner e la linea risultava troppo spessa. In aula magna, il luogo dell'incontro, la sala era buia. Notai una figura nella quale riconobbi Daniel e gli andai incontro. Mi chiese cosa avevo da dirgli ed io, dopo un anno di infatuazione, mi dichiarai. Sentii delle risate alle mie spalle. «Era questa la sorpresa?» domandò lui, chiaramente divertito in volto. Di colpo le luci si accesero e da dietro le quinte uscirono gli amici di Daniel e... Rose. Inizialmente non capii perché lei era lì poi immaginai che si trattava di una vendetta per il fatto accaduto anni prima. Non pensavo che se la fosse presa tanto a cuore, anche perché i due erano diventati amici e stavano socializzando sempre più. Tutti mi guardavano, fissavano...ero terribilmente a disagio e soprattutto confusa. «Ma tu eri seria?» mi domandò chiaramente divertito. «No» provai a dire, mi stavano umiliando sempre più. A quel punto però era troppo tardi: avevano capito tutti. «Sappi che non mi innamorerei mai di una come te, cioé non sei nemmeno guardabile, presentabile.» Corsi via con il viso rigato di lacrime e mi chiusi in bagno per tutta la giornata. I giorni e le settimane successive furono peggiori: la notizia si era diffusa nella scuola e ne ero lo zimbello. Un giorno, stanca di subire le prese in giro, pregai mia madre di cambiarmi scuola e lei lo fece. Fu l'unica volta che mi comprese. La scuola nuova non mi piaceva, ma almeno non venivo presa in giro ripetutamente.

I need someone who needs me (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora