Aprii gli occhi e mi alzai a sedere. Mi trovavo in un letto spazioso che non mi era nuovo...sentivo la testa pesante e non ricordavo il perché. Indossavo una t-shirt larga color antracite e dei pantaloni da tuta dello stesso colore. Non erano miei vestiti. Com'ero finita lì?
«Ah finalmente si è svegliata la bella addormentata» si aprì una porta dalla quale entrò Steve. Che ci faceva lui qui?
«Stai meglio? Come va il dopo sbronza?» mi domandò, porgendomi un bicchier d'acqua.
«Dopo-sbronza?» domandai. Bevvi l'acqua. Cos'era successo?
«Ti spiego dopo, ora alzati e vieni a far la colazione: ti sarà utile» mi prese la mano e la tirò alzandomi. Barcollai un po' per poi seguirlo verso la cucina. Mi ero resa conto di trovarmi nel suo appartamento ma non trovavo il nesso logico per il quale ero finita lì. Ci sedemmo e facemmo una colazione a base di frutta.
«Che fine ha fatto la fatidica colazione all'inglese?» domandai ironicamente
«Diciamo che ho preferito rinunciare per una buona causa»
«Ovvero?» chiesi, non capivo dove voleva arrivare.
«È stato Lucas, ha detto che fare una colazione ricca di frutta serve per i postumi della sbornia dal momento che il livello della glicemia è basso»
«Sei serio?» scoppiai a ridere, era chiaro che fosse una barzelletta. «Di piuttosto la verità» lo incalzai
«So che sembra surreale ma è così. Tutta questa sua conoscenza ha anche un fondamento, ma è una storia lunga»
«Raccontaaa» lo pregai
«Magari in un altro momento. Non vuoi sapere che è successo piuttosto ieri sera?»
«Sono più curiosa del fatto di Lucas, ma dato che non ho scelta la prossima volta che ci vedremo me lo racconterai» risposi
«Sono d'accordo» disse e iniziò a raccontarmi a grandi linee cos'era successo e la mia mente iniziava a collegare e rammentare i fatti.
«E quindi siete rimasti in tre a quel gioco. Lucas successivamente è entrato dalla porta e gli sei andato incontro baciandolo» deglutii a quelle parole. «Poco dopo per poco non gli hai vomitato addosso e, vedendoti in quello stato, ti ha preso e portato via di lì con la forza. È venuto da me sapendo che noi due avevamo fatto pace e, dopo averti posizionato sul letto, mi ha raccontato tutto.»
«Ti ha detto altro? Era davvero preoccupato per me?» la seconda domanda non avrei voluto pronunciarla ad alta voce. Era imbarazzante.
«Si, praticamente siamo tornati amici come una volta, senza rancori ne altro. Era sinceramente preoccupato per te ma non per la sbornia, temeva e teme di averti perso.» Mi venne un tuffo al cuore. Persi un battito. Era davvero così? A poco a poco la mente stava tornando lucida e con essa il ricordo di un altro bacio, quello con Elise.
«Perché allora se teme di perdermi, non fa altro che uscire con Elise?» gli domandai, per poi pentirmi un'altra volta. «Scusami, io non vorrei metterti a disagio...»
«Tranquilla, avevamo deciso che tra noi ci fosse una semplice amicizia e così sarà. Ti ho detto che sto uscendo con Margarita? È una ragazza stupenda e simpatica»
«Quella del ballo?» chiesi, ricordando l'incoronazione del mese precedente.
«Si, lei.» mi rispose sorridente per poi tornare al discorso di prima «Questo non te lo posso raccontare, posso dirti solo che le loro continue uscite hanno riguardato da un lato, la storia riguardo la medicina che non ti ho raccontato e, dall'altro, il tuo compleanno. A proposito, auguri!»
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I need someone who needs me (#Wattys2016)
Ficção AdolescenteEveline é una ragazza che ha appena compiuto diciott'anni in preda ai problemi adolescenziali. Quando ha un dubbio o ha bisogno di un consiglio si affida a Layla, una donna di maggiore età che puntualmente la aiuta raccontandogli ogni volta parte de...