3.

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L'entrata di scuola era affollata come al solito e io, tanto per cambiare, ero in ritardo. Ignorai le occhiate interrogative e le risate di quella massa di studenti, ed entrai correndo all'internodell'edificio.

Una volta in corridoio, lanciai delle occhiate qua e là per localizzare una certa persona, ma l'unica faccia familiare che vidi fu quella di Teresa.

– Prima che tu possa dire qualunque cosa, non è successo niente ieri sera con Newt – le dissi una volta che la ebbi raggiunta.

Teresa stava sistemando il suo armadietto colmo di libri, quaderni, block-notes e appunti sparsi. Lei era sempre stata molto studiosa, a differenza mia. La mia amica si voltò verso di me e sorrise. – Buongiorno anche a te, Tom. Come mai sembra che ti sia passato sopra un camion?

– Stanotte non ho chiuso occhio. Avevo troppi pensieri per la testa. – Non avevo trascorso proprio una bella nottata. Ero rimasto alzato a sfogliare diversi dépliant fino a notte fonda e, una volta a letto, non feci altro che girarmi e rigirarmi, pensando alla serata trascorsa con Newt, pensando a cosa avrei dovuto fare in seguito, pensando semplicemente a lui.

– Allora, com'è andata ieri? – mi chiese Teresa, visibilmente curiosa.

– Mm.  – feci finta di pensarci su. – Alla grande, se escludi il fatto che una sottospecie di bue voleva farmi a pezzi, che Newt per poco non pestava un ragazzo, che mi sono quasi strozzato con una sigaretta, che ho fatto la figura del perfetto idiota con lui e che Newt mi ha dato della mammoletta.

– Oh mio Dio. Non avrai iniziato a fumare, Tom?

– Figuriamoci, per poco non morivo. Ho chiuso con la nicotina – borbottai. – Tranquilla, Teresa. L'ho fatto solo per gioco, ma mi è andata male.

Lei non parve molto convinta. – D'accordo. Ora che hai intenzione di fare con lui?

Stavo per risponderle che in realtà avevo un piano, quando nel corridoio risuonò una voce che mi fece subito drizzare le orecchie. La sua voce fu seguita da un'altra, sicuramente di un altro ragazzo, e non sembrava molto felice.

Mi voltai nella direzione da cui provenivano quelle voci e vidi Newt in fondo al corridoio che discuteva animatamente con un ragazzo più alto di lui, muscoloso e con i capelli tagliati molto corti.

Riconobbi l'altro ragazzo all'istante. Non conoscevo il suo nome, ma era famoso in tutta la scuola per essere un attacca brighe e una specie di bullo.

– Ma cosa succede? – domandai a Teresa.

– Non lo so – rispose. – Ma se continuano così, va a finire che si prendono a botte.

Senza rendermene conto, mi mossi verso Newt e non scollai gli occhi da lui nemmeno per un secondo.

Ancora un volta, ogni parte del mio corpo era totalmente attratta da lui.

– Dovresti startene al tuo posto, Newt! Davvero, stai molto attento – gli gridò l'altro ragazzo con un tono che non mi piacque per niente.

– Ma chi cacchio ti credi di essere, Cody? Il re di questo posto schifoso? Prenditi pure la corona, non me ne frega niente, ma non dirmi cosa posso o non posso fare, chiaro? – Il biondo lo spintonò, e l'altro fece lo stesso con lui.

Mi misi in mezzo a quei due prima che la situazione potesse degenerare, anche se non avevo la più pallida idea di cosa dire o fare. Notai che intorno a noi si erano radunati diversi studenti che osservavano curiosi la scena.

– Ehi, ehi. Calma! – mi limitai a dire.

– Uh uh – fece il ragazzo che doveva chiamarsi Cody. – E' arrivato il fidanzatino a proteggerti. Che cosa carina!

Distraction || Newtmas [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora