Il tempo parve fermarsi.
Dopo che Newt pronunciò quelle parole, nessuno si mosse, nessuno aprì bocca per parlare, persino la piccola Michelle era rimasta immobile a fissare la figura del padre che lei non aveva mai conosciuto. Ci fu solo uno scambio di sguardi tra lui e il suo figlio più grande che non riuscì proprio a nascondere tutta la sua indignazione. C'era qualcos'altro oltre alla rabbia nello sguardo di Newt: sembrava che lo stesse studiando, che gli stesse lanciando una muta sfida con gli occhi e sembrava anche intenzionato a volerlo uccidere con la semplice forza dello sguardo.
Il bello era che l'uomo non parve per nulla spaventato o in colpa: aveva ancora in mano quel borsone all'apparenza molto pesante, i suoi abiti erano sicuramente firmati, i capelli scuri erano in perfetto ordine e sul suo volto campeggiava un sorrisetto divertito, lo stesso che aveva Newt quando voleva fare lo sbruffone. L'uomo mollò il borsone a terra e mi lanciò di nuovo un'occhiata curiosa. - Strano. Non ricordavo di aver lasciato qui quattro figli. Ero convinto fossero tre.
Sentii Kyle irrigidirsi al mio fianco e per la prima volta potei scorgere nel suo sguardo un qualcosa di molto simile alla paura. Sembrava molto teso, la bocca socchiusa, gli occhi scuri spaventati che si spostavano da Newt al padre.
Il fratello nel frattempo non disse nulla. Si limitò a fissare ancora quell'uomo mentre un'espressione di puro odio cresceva sul suo volto. - Cosa ci fai qui? Perché sei tornato?
- Mio caro, Newt - fece l'altro muovendo qualche passo verso il biondo. - Sei cresciuto, proprio come Kyle - spostò lo sguardo sul diretto interessato, poi guardò Michelle che non si era mossa di un centimetro e teneva ancora una bambola in mano. - E tu, mia piccola El...
- Si chiama Michelle - lo interruppe Newt incrociando le braccia al petto.
Suo padre parve colpito, come se non si aspettasse che quello potesse essere il nome della bambina. Guardò Newt socchiudendo gli occhi, ma sul suo viso campeggiava ancora quell'espressione divertita che io stavo iniziando a detestare. - Michelle? Sul serio? Non era questo il nome che avevo detto a Denise.
- Tu te ne sei andato - la voce di Newt era carica di astio, ma ancora calma. - Non vedo perché la mamma avrebbe dovuto chiamarla come volevi tu visto che te ne sei fregato di lei fin dal principio. Te ne sei fregato di tutti noi.
- E' per questo che sono qui, Newt. Volevo vedere come se la passava la mia famiglia.
Newt emise una sorta di risatina nervosa. - Oh, ma davvero? Quindi eri di passaggio e hai pensato "Andiamo a vedere come se la cava mia moglie con i miei tre figli che ho lasciato per ben due volte e di cui non ho più notizie da quattro anni". Beh, se proprio vuoi saperlo, va di merda. Ora puoi pure togliere il disturbo, Andrew.
Suo padre non parve sorpreso del fatto che suo figlio lo avesse chiamato per nome e non parve nemmeno troppo turbato dalle sue parole. Spostò ancora lo sguardo su di me, facendomi sentire ancora più a disagio. - Io però non ricordo di avere un altro figlio adolescente, quindi lui è forse il frutto di una relazione clandestina di tua madre? Sarei davvero distrutto se scoprissi che lei aveva un altro quando io vivevo ancora in questa casa.
- Sei proprio uno stronzo - disse Newt scuotendo leggermente la testa. - Non è imparentato con noi.
- E si può sapere chi è?
- Non ti riguarda.
- Sono Thomas - dissi intromettendomi. - Sono...uhm...io e Newt frequentiamo la stessa scuola.
Andrew mi guardò e un mezzo sorriso comparve sul suo volto. Lanciò un'occhiata al figlio maggiore, poi di nuovo a me, infine guardò Newt dritto negli occhi. - Santo cielo, ora le ho proprio viste tutte. Mio figlio più grande, il mio diretto erede, colui che dovrebbe rendermi orgoglioso, la luce dei miei occhi, è...è gay.
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Distraction || Newtmas [In revisione]
FanfictionThomas si risveglia una domenica mattina con un profondo senso di nausea e un mal di testa lancinante, senza alcuna memoria riguardo alla sera precedente. Nella sua testa vi è solo il vago ricordo di una festa, una festa scatenata a casa del suo mi...