16.

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Nei giorni che seguirono mi decisi a non perdere di vista Newt nemmeno per un secondo, tanto per assicurarmi che non facesse altre pazzie e per controllare il suo stato di salute. Non passò molto tempo che lui era già tornato ad urlarmi contro e ad insultarmi, perciò questo voleva dire che si era ripreso davvero in fretta e alla grande. Tornò a scuola due giorni dopo l'incidente e così per me fu molto più facile tenerlo d'occhio anche se lui non sembrava molto contento di avere tutte queste attenzioni da parte mia, inoltre quando non ero con lui lo tartassavo di chiamate finché non rispondeva, quindi in un certo senso potevo capire come si sentisse.

Era passata una settimana da quell'avvenimento che mi aveva scosso fin nel profondo, facendomi sentire male ogni volta che ci ripensavo. Maggio era ormai arrivato, gli alberi del viale che portavano a casa di Newt erano tutti in fiore, il vento spazzava via dolcemente tutti quei petali colorati che si erano depositati sull'asfalto, facendoli volteggiare tutt'intorno a me. Mi strinsi nella mia giacca quando una folata più forte si avventò su di me, scompigliandomi i capelli, mentre la mia mano destra era andata a tastare per l'ennesima volta la tasca, controllando che il suo contenuto non fosse sparito improvvisamente. Alzai gli occhi sulla strada e mi resi conto che le macchine stavano passando numerose affianco a me, del resto era comprensibile visto che erano quasi le otto del mattino, orario in cui tutti si affannano per arrivare puntuali a lavoro e portare i figli a scuola. Percorsi pochi altri metri e vidi spuntare la porta familiare di casa di Newt, così voltai a destra e percorsi il vialetto per poi suonare ripetutamente al campanello. Il dubbio che Denise potesse essere ancora a casa percorse la mia mente, allora tolsi subito il dito dal campanello e aspettai paziente che qualcuno venisse ad aprire. Quando però Newt spalancò la porta con la sua solita espressione scocciata, mi resi conto che doveva essere solo in casa. - Hai deciso di diventare il mio gallo personale che mi sveglia la mattina? Se è così allora sei piuttosto in ritardo, Tommy.

Emisi una breve risatina e intanto entrai dentro casa, chiudendomi la porta alle spalle. - E' già tanto che riesca a far svegliare me stesso, quindi figuriamoci se potrei mai farti da sveglia. Volevo parlarti di una cosa.

- E non possiamo parlare a scuola? - chiese lui a gran voce dopo essere entrato in salotto. - Dove cacchio ho lasciato lo zaino?

Newt si guardò intorno, mentre io stavo iniziando a sentire l'ansia logorarmi dentro. Spostai il peso del mio corpo da un piede all'altro continuandolo a guardare mentre cercava il suo zaino. - E' una cosa importante, Newt.

- Ah! Finalmente l'ho trovato - tirò fuori il suo zaino dai cuscini del divano e dopo spostò lo sguardo su di me. - Okay, dimmi tutto, ma vedi di sbrigarti che tra meno di mezz'ora dobbiamo essere a scuola.

- Tua...tua madre non c'è?

- Ma cosa c'entra ora? - Newt alzò gli occhi al cielo avvicinandosi a me. - Comunque sì. Mamma è uscita poco fa per accompagnare Kyle e Michelle a scuola. Perché vuoi saperlo?

- Volevo darti questa senza nessun altro attorno - estrassi dalla tasca della giacca quella famigerata busta per cui mi ero preoccupato tanto. Newt non disse nulla e l'afferrò, scrutandola senza aprirla. - Cos'è, una specie di lettera d'addio? - finalmente l'aprì e quando ne vide il contenuto sgranò gli occhi, mentre un'espressione sconvolta si era fatta strada sul suo volto. Alzò lo sguardo su di me. - Cacchio, Thomas...hai forse rapinato una banca? Dove...dove...

- Sono i miei risparmi per il college - dissi guardandolo. - Ma in questo momento servono di più a te.

Il suo sguardo si incupì e scosse la testa, allungando la busta verso di me. - Non posso accettarli. Non posso prendere così i tuoi soldi, Tommy.

- Sì invece che puoi - allontanai con una mano la sua che teneva la busta e mi accorsi in ritardo che in un certo senso le nostre mani si stavano stringendo. Una sensazione calda e piacevole si diffuse in tutto il mio corpo, ma presto arrivò anche un familiare senso di colpa. - Newt, io non andrò al college. Ormai avrai capito che la scuola non fa proprio per me e nonostante i miei genitori si ostinino a voler tirare fuori da me il figlio perfetto, io comunque non posso superare i miei limiti. So bene di non essere tagliato per studiare, l'ho sempre saputo, e poi qui si tratta della vita di tua madre. Voglio che stia bene. Newt, io voglio che tu stia bene.

Distraction || Newtmas [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora