Fortunatamente quel giorno era domenica, quindi mi presi l'intera giornata per smaltire la sbornia e cercare di dare un senso a quei pochi ricordi confusi che avevo della festa della sera prima. Alla fine però, mi ritrovai punto a capo.
I miei non chiesero niente, come al solito. Probabilmente non si erano nemmeno accorti del fatto che stessi terribilmente male e che avessi trascorso l'intera giornata rinchiuso dentro al bagno. Del resto, era già un mezzo miracolo il fatto di averli trovati a casa al mio risveglio.
Il mattino dopo ero quasi come nuovo e mi recai a scuola come ogni maledettissimo giorno.
Varcai l'entrata colma di studenti e mi avviai verso il mio armadietto, ma prima di raggiungerlo una voce mi chiamò, e allora mi fermai. Conoscevo bene quella voce. Era quella che sentivo di più ogni giorno, quella voce rassicurante e talvolta severa che ormai era diventata familiare per me.
– Tom! – Teresa si materializzò davanti a me e io mi mossi verso il mio armadietto, sicuro che lei mi avrebbe seguito. – Allora non sei morto! Santo cielo, ero così preoccupata per te.
Aggrottai la fronte mentre armeggiavo con la serratura. – Dovrei esserlo?
– Sul serio? Non ricordi nulla della festa allora?
Mi fermai un momento e la guardai in quei suoi due occhi azzurri come il cielo, i quali mi stavano scrutando a loro volta preoccupati. – Ricordo di essere arrivato a casa di Minho e di aver trovato già allora della gente ubriaca stesa sul pavimento. Ricordo di averti salutata, ricordo di aver visto un Minho brillo che mi offriva un bicchiere di non so cosa, e ricordo di essermene bevuto molti altri. Poi ricordo di aver visto lui che attraversava il corridoio venendo verso il soggiorno dove mi trovavo io, e da lì il nulla. Mi sono risvegliato nel mio letto. Sembrava che mi fossi rotolato nel fango, e ho passato la domenica in uno stato pietoso con questo caspio di vuoto nella testa.
– Con lui intendi... intendi Newt? – mi domandò lei con un tono serio.
Sentire il suo nome pronunciato da altri mi faceva sempre uno strano effetto. Era come se dentro di me montasse qualcosa, qualcosa che ancora non avevo identificato, e cresceva una strana sensazione che non avevo mai provato prima. – Sì, certo che intendo lui. Tu sai qualcosa, Teresa? Se sai cosa ho combinato l'altra sera ti scongiuro di dirmelo perché io sto seriamente impazzendo all'idea di aver fatto chissà quale scemenza davanti a lui.
Teresa evitò il mio sguardo e parve imbarazzata. – Tom, tu...
– Ehilà, ragazzi! – Minho ci raggiunse con un sorriso spavaldo in viso e mi tirò delle pacche sulla schiena, le quali per poco non mi catapultarono a terra. – Thomas! Non pensavo che l'altra sera ci avresti dato dentro così tanto! Sul serio, amico, tu l'alcol non lo reggi proprio. La prossima volta per te solo acqua e sale.
– Acqua e sale? – domandai schifato. – Comunque, anche io sono felice di vederti, Minho. Passata la sbornia?
– Sciocchezze! Ieri ero più in forma del solito, altro che sbornia. Allora, quanti lividi ti sei ritrovato addosso? Newt ci è andato giù pesante?
– Cosa... Newt? – Fissai il mio amico senza capire. – Cosa ha fatto? E io? Oh mio Dio, mi dovete assolutamente dire cosa diavolo ho combinato prima che mi prenda un attacco di panico!
Minho lanciò un'occhiata confusa a Teresa, la quale rispose scuotendo la testa. – Non ricorda quella parte, Minho.
Guardai entrambi i miei amici mentre l'ansia mi stava divorando dentro. – Quale parte? Vi decidete a parlare?
Teresa aprì la bocca per rispondere, ma Minho la precedette, passando un braccio intorno alle mie spalle. – Mio caro piccolo Thomas. Io ho bevuto molti più bicchieri di te, eppure ricordo benissimo cos'è successo quella sera perché ovviamente io sono infinitamente più forte, sveglio e...
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Distraction || Newtmas [In revisione]
FanfictionThomas si risveglia una domenica mattina con un profondo senso di nausea e un mal di testa lancinante, senza alcuna memoria riguardo alla sera precedente. Nella sua testa vi è solo il vago ricordo di una festa, una festa scatenata a casa del suo mi...