11.

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Presto mi resi conto che Newt non era per niente contento del fatto che restassi a cena a casa sua e il suo comportamento freddo e distaccato in quelle ore riaprì una vecchia ferita nel mio cuore che credevo rimarginata ormai da tempo.

Mi occupai di apparecchiare il tavolo in cucina insieme a Kyle, mentre Newt finiva di ripulire il ripiano con un panno umido, lanciando delle occhiate seccate nella mia direzione di tanto in tanto.

Quando il pollo fu pronto, Denise ci raggiunse con Michelle in braccio e ci sedemmo tutti e cinque intorno al tavolo rettangolare, ognuno con un pezzo di pollo fumante davanti. La madre di Newt era a capotavola e gustava con gioia il cibo, Kyle alla sua destra e a fianco Newt. Io ero davanti a lui, Michelle sedeva alla mia destra e sembrava entusiasta di ciò che avevamo preparato io e suo fratello, cosa che invece non si poteva dire di me. Avevo un terribile nodo allo stomaco che mi bloccava l’appetito, i nervi tesi e le mani che non riuscivano a stare ferme. Newt era proprio davanti a me, il suo sguardo scocciato e indifferente non si posò nemmeno una volta su di me, i suoi occhi scuri erano incollati al piatto che aveva davanti mentre con una mano portava piccole porzioni di cibo alla bocca che mangiava senza troppo entusiasmo. Probabilmente mi stava evitando nonostante fossi dall’altra parte del tavolo e il suo comportamento mi fece dubitare che fosse stata una buona idea quella di accettare quell’invito a cena.

Proprio quando stavo per dire che forse era il caso di tornare a casa, la madre di Newt mi chiese: – E’ tutto okay, Thomas? Non ti piace com’è venuto il pollo?

– Oh no. Io… – cercai di abbozzare un sorriso. – In realtà è uscito meglio di quanto credessi.

– E’ molto buono – confermò lei prima di portarsi la forchetta alla bocca. – Allora, Newt non mi ha mai parlato di te prima di quel giorno in cui hai badato a Kyle e Michelle. Dove vi siete conosciuti?

Abbassai lo sguardo su ciò che c’era dentro al piatto, trovando improvvisamente interessante il pollo. – Ehm, io…

– Thomas mi ha vomitato addosso ad una festa del cacchio – rispose Newt senza alcuna vergogna, evitando di incrociare il mio sguardo. Sentii Kyle ridacchiare, invece Denise sbarrò gli occhi. – Ma…dici sul serio?

– Tranquilla, mamma. La maglia poi l’ho buttata.

– E’ stato un incidente! – mi affrettai a dire prima che la situazione potesse degenerare. Pensai che probabilmente mi ero già giocato la possibilità di entrare nelle simpatie della madre di Newt. – Avevo bevuto un po’ troppo senza volerlo e così…beh, sapete…non sono riuscito a trattenermi.

Nella stanza calò un silenzio alquanto imbarazzante, così il nodo che avevo allo stomaco non fece altro che restringersi, impedendomi di mangiare con gusto e di alzare lo sguardo dal mio piatto. Iniziai a prendere seriamente in considerazione l’idea di scappare a gambe levate per l’imbarazzo.

– Beh, è stato sicuramente un inizio alquanto strambo – per fortuna la voce di Denise ruppe quello straziante silenzio. Non sembrava arrabbiata o spazientita, sembrava solo sorpresa. – Spero solo che non sia successo di nuovo alle successive feste.

– C’è stata solo un’altra festa – Newt finalmente puntò i suoi occhi scuri su di me, lanciandomi uno sguardo provocante. – Per fortuna.

Ricambiai quello sguardo con uno altrettanto arrogante. Sapevo bene cosa aveva in mente e se lui voleva davvero prendere quella strada, allora sarei stato più che contento di accompagnarlo. Non avevo intenzione di stare al suo gioco, questa volta avremmo giocato con le mie regole. – Già. E non è successo assolutamente nulla, non è vero?

Lui alzò le spalle senza staccarmi gli occhi di dosso, una mano che teneva la forchetta, i capelli ancora sporchi di farina e un’espressione compiaciuta in viso. – Vero. L’ho trovata piuttosto noiosa quella festa.

Distraction || Newtmas [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora