Quando la campanella dell'ultima ora di scuola suonò, io fui il primo ad alzarmi in piedi e a lasciare la classe, mentre nella mia testa ancora turbinavano quelle formule matematiche che per me non avevano alcun senso.
Era ormai pomeriggio, era una bella giornata fuori e per fortuna io avevo finito con la mia dose quotidiana di tortura scolastica, così mi avviai verso il mio armadietto e dopo uscii da scuola. Stavo per varcare l'uscita quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla e quando mi voltai provai una profonda delusione.
- Ehi, pive! - Minho e io lasciammo insieme l'edificio scolastico e ci fermammo nel cortile. - Cos'è quella faccia? Non sembri molto contento di vedermi.
Scossi la testa e abbozzai un sorriso forzato. - Non è per te, Minho. Pensavo...o meglio, speravo che fosse qualcun altro.
- Ancora non si è fatto vivo?
Scossi la testa. Erano giorni che non avevo sue notizie e tutta quella situazione mi angosciava parecchio.
Era passata più di una settimana da quell'episodio che era avvenuto a casa di Newt. Da quel giorno non lo vidi più a scuola, non sentii più la sua voce perché tutte le volte che provai a chiamarlo il telefono finiva per squillare a vuoto finché non scattava l'irritante voce della segreteria telefonica e in un'occasione ero arrivato persino a scaraventare il cellulare a terra per la frustrazione. Newt sembrava sparito dalla faccia della Terra e se non era così allora voleva dire che lui non aveva alcuna intenzione di parlarmi o altro.
- Hai provato ad andare a trovarlo? - Minho mi scrutò con uno sguardo preoccupato e io scossi nuovamente la testa, mentre in bocca avvertii una sensazione di profonda amarezza. - Non mi risponde nemmeno al telefono, figurati se ha voglia di vedermi.
- Okay, amico. Allora non ci pensare. Piuttosto, questo pomeriggio quindi ti vedi con Teresa?
- Sì - risposi. - Sì, lei mi darà una mano con diverse materie in cui faccio davvero schifo e io...beh, lei mi darà una mano.
- Sono contento che tra voi le cose si siano sistemate, pive, e... - fu interrotto da una suoneria familiare di un telefono, così tirai fuori il mio apparecchio e quando lessi il nome sul display ebbi quasi un infarto.
- E' Newt - dissi guardando il mio amico prima di rispondere, la voce carica di preoccupazione, ma anche di gioia e di sollievo. - Pronto?
- Thomas.
Non era la sua voce. Era una voce giovane e comunque familiare per me, ma non era la sua. La voce di Kyle tradiva una seria preoccupazione e un'allarmante paura che raramente avevo sentito uscire dalla sua bocca. Se perfino Kyle appariva così spaventato allora voleva dire che c'era qualcosa che non andava.
- Kyle? Kyle, che succede?
- Thomas, io...io... - sentii la sua voce incrinarsi e il suo respiro si fece veloce.
- Kyle, cos'è successo? - guardai Minho che era ancora davanti a me e anche lui aveva sgranato gli occhi. - Kyle, ti prego parlami.
- Thomas...devi venire subito qui. Ho trovato Newt nella sua stanza poco fa e io...io non so cosa fare, non so se dovrei chiamare la mamma o qualcun altro, ma mi sei venuto in mente te e...
- Kyle, calmati. Cos'ha fatto Newt?
- Lui...lui sembra morto.
Mi ritrovai improvvisamente a corto di ossigeno. - Oh mio Dio - scattai subito verso la strada, mentre Kyle chiuse la chiamata e Minho alle mie spalle urlò: - Thomas! Thomas, che succede? Dove caspio stai andando?
- Newt - il mio fu quasi un sussurro perciò dubitai che il mio amico fosse riuscito a sentirmi. - Newt ha bisogno di me.
Iniziai a correre, le mie gambe sfrecciarono veloci come non mai sul marciapiede, portandomi da lui, mentre nella mia mente vorticavano una marea di domande senza risposta. L'unica cosa di cui avevo la certezza era che non potevo proprio perderlo.
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Distraction || Newtmas [In revisione]
FanfictionThomas si risveglia una domenica mattina con un profondo senso di nausea e un mal di testa lancinante, senza alcuna memoria riguardo alla sera precedente. Nella sua testa vi è solo il vago ricordo di una festa, una festa scatenata a casa del suo mi...