Mi portai ancora una volta la sigaretta alla bocca, ma nemmeno questa volta riuscii a colmare quel vuoto che era dentro di me, così mandai al diavolo tutto e tutti e mi portai in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
Era passata più di una settimana da quel giorno. Non avevo idea di come stesse Thomas, non avevo idea di dove fosse e di cosa gli fosse successo, sapevo solo che ancora non era tornato a scuola. Nel frattempo io avevo scontato i miei tre giorni di sospensione, avevo trascinato di nuovo il mio culo in quell'orribile posto ed ero tornato a frequentare le lezioni come al solito. Incontrai Minho e Teresa più volte per i corridoi, i quali mi indirizzarono delle occhiate sprezzanti, ma di Thomas nemmeno l'ombra. Vedendoli da lontano, fui tentato di andare da loro per chiedergli come stesse lui, ma ogni volta che il mio sguardo incrociava i loro occhi, il senso di colpa mi travolgeva e l'unica cosa che volevo fare era scappare, così ogni volta mi limitavo ad abbassare lo sguardo e a voltarmi, allontanandomi da loro. Probabilmente avevano entrambi voglia di squartarmi vivo e di buttare poi il mio corpo in mare, o forse avevano solo delle parole poco carine da rivolgermi e in ogni caso non potevo biasimarli. Io stesso non facevo altro che ripetermi quanto fossi stupido, che al mio comportamento non esisteva alcuna giustificazione e che ero proprio uguale a mio padre, la persona a cui avevo cercato di non somigliare per tutta la vita. Ero una persona orribile proprio come lui e non importava se mi ostinassi a non volerlo credere, io ero così. Non potevo evitare di ferire gli altri, potevo forse limitare le vittime, ma non potevo cambiare la mia natura.
Allontanai la sigaretta dalle mie labbra e buttai fuori il fumo sbuffando.
Era una gran bella giornata, il sole caldo di maggio mi stava facendo sudare nonostante fossi seduto sulle scale davanti casa mia a non fare niente. Se non fosse successo tutto quel casino e se mia madre non fosse stata ricoverata, magari avrei anche potuto considerare l'idea di andarmene in giro per la città con il sorriso sulle labbra a fare apprezzamenti sull'inutile vita umana.
Ma chi voglio prendere in giro? Non l'avrei fatto comunque, nemmeno se nella mia vita tutto andasse a gonfie vele, nemmeno se avessi avuto un padre amorevole, una casa galattica a quattro piani, tutti i soldi del mondo e tutta la gloria a cui avevano aspirato i grandi. Nemmeno se avessi avuto tutto questo, sarei riuscito a colmare quel vuoto che mi stava consumando dentro.
E rimasi sbigottito io stesso quando mi ritrovai a pensare che l'unica cosa di cui avevo bisogno, l'unica persona che poteva davvero farmi ridere anche in quel momento in cui non riuscivo nemmeno a sorridere, era lui. Era Thomas.
Nemmeno mi accorsi che qualcuno si stava avvicinando a dov'ero io. Tornai nel mondo reale solo quando questa persona parlò. Alzai lo sguardo e vidi Minho in piedi davanti a me, lo sguardo indagatore e sprezzante. Non si mosse dall'ingresso del vialetto, era come se volesse mantenere una certa distanza da me perché gli facevo troppo schifo e a me andava bene così. Lo capivo.
- Newt - la sua voce era ferma, inespressiva, non tradiva alcuna emozione.
- Minho - dissi infilandomi di nuovo la sigaretta in bocca. - Come hai a fatto a sapere dov'è casa mia?
- Credo che tu possa immaginare chi possa avermelo detto - Minho guardò in alto, una di quelle tipiche occhiate che si fanno quando si è esasperati. - Hai chiamato Thomas?
- Avrei dovuto?
- Non sei nemmeno andato a trovarlo. Ma che caspio hai in quella testa, pive? - mosse qualche passo in avanti e la sua voce iniziò a tradire una certa rabbia. - Hai idea di quello che hai fatto, Newt? Hai idea di come l'abbia presa Thomas?
Abbassai lo sguardo sulle mie mani strette tra di loro. - Così glielo hai detto...
- Ho dovuto farlo. Thomas è mio amico e lui si fida di me. Sapevo che questo sarebbe stato un duro colpo per lui, ma gliel'ho dovuto dire. Non avevo scelta - Minho mi guardò per un lungo istante, lo sguardo amareggiato e irritato. - Non l'hai solo ferito, Newt. L'hai distrutto. Hai distrutto il mio migliore amico.
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Distraction || Newtmas [In revisione]
FanfictionThomas si risveglia una domenica mattina con un profondo senso di nausea e un mal di testa lancinante, senza alcuna memoria riguardo alla sera precedente. Nella sua testa vi è solo il vago ricordo di una festa, una festa scatenata a casa del suo mi...