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Era iniziato il periodo dei test di ammissione al college, l'unico periodo in cui forse tutti gli studenti dell'ultimo anno sono concentrati esclusivamente sullo studio, il periodo in cui per i corridoi si sente parlare solo dei tanti college sparsi in tuto lo Stato e della difficoltà dei test. Così stava accadendo nella mia scuola e persino Minho si era messo a studiare con impegno, stupendo tutti. Teresa, nemmeno a dirlo, studiava notte e giorno per avere la certezza di riuscire ad entrare ad una prestigiosa facoltà di letteratura che si trovava dall'altra parte del Paese e io sapevo quanto lei ci tenesse.

Tutti i miei coetanei avevano la mente rivolta esclusivamente ai libri, mentre io non potevo far altro che guardarli studiare e rimpiangere il fatto di trovarmi un anno indietro. Per me non fu un piacere sentire i miei amici parlare del college dei loro sogni, della vita che speravano di avere lì se fossero riusciti ad entrare e sopportavo ancora di meno sentir parlare delle diverse materie scolastiche perché quelli erano campi impraticabili per me, dove non avrei potuto seguirli nemmeno se avessi voluto.

L'unico che sembrava infischiarsene del college era Newt. Lui era l'unica persona del quarto anno a non assillarmi con lo stesso argomento di cui parlavano tutti, non sembrava per niente toccato da tutta quella storia, sembrava che stesse vivendo in una sorta di bolla che lo isolava dalle vicende del mondo esterno. Da una parte era un bene, almeno avevo qualcuno con cui parlare di un argomento che non fosse il college, ma da una parte il suo comportamento mi lasciava perplesso, il che non era poi una grande novità. Non ero più stato a casa sua da quella volta in cui avevo badato ai suoi fratelli, c'era stata giusto qualche chiacchierata per i corridoi di scuola o nel cortile, ma almeno ebbi la prova che Newt era capace di rispondere al telefono.

In quel periodo, passavo la maggior parte dei miei pomeriggi a fissare il soffitto, sdraiato sul mio letto, visto che tutti i miei coetanei passavano i loro pomeriggi a spaccarsi la testa sui libri. E così fu anche in un pomeriggio di metà aprile. Ovviamente di studiare non se ne parlava, tanto io non ero all'ultimo anno, ma forse mi sarei dovuto preoccupare un pochino considerando che l'anno prima ero stato bocciato. La mia mente iniziò a vagare mentre i miei occhi erano fissi sul lampadario della mia camera, e diversi pensieri mi sfiorarono, facendomi agitare sul letto: pensai a Newt, alla strana piega che avevano preso le cose tra di noi e al non-rapporto che avevo con lui, pensai a Minho, ai miei genitori, alla mia situazione scolastica e poi pensai a Teresa.

Teresa.

Anche con lei le cose erano diventate un po' strane da quando avevo incominciato a vedermi con Newt, o forse ero semplicemente io che non le prestavo più molta attenzione e che non passavo più molto tempo con lei.

Agguantai il telefono che avevo buttato sul letto e la chiamai, pregando che avesse almeno due minuti da dedicarmi. Bastò uno squillo e dopo sentii la sua voce, sempre dolce e tranquilla. - Tom?

- Ciao Tess! - cercai di assumere un tono allegro. - Quanti altri libri ti sei mangiata oggi?

- Ancora nessuno - rispose. - Ora me la sto vedendo con la matematica.

- Mm. La mia materia preferita, insomma.

- Sapevo che avresti detto così - Teresa fece una breve pausa e per un momento pensai che stesse per calare un silenzio imbarazzante tra noi. - Tu che stai combinando?

- Fisso il soffitto e penso al senso della vita.

- Wow - fece lei, fingendosi stupita. - Che frase profonda, Tom! Ti stai forse trasformando in un filosofo?

- Oh no. E' solo l'influenza di Newt, credo.

Lei non rispose e rimase in silenzio, silenzio che mi fece pentire di ciò che avevo detto e che mi fece preoccupare.

Distraction || Newtmas [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora