chapter 26

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"I'll hold your body in my hands, be as gentle as I can"

Lucky's POV.

euforia. è tutto quello che sento in questo momento.

le sue labbra sono così incredibilmente morbide, le sue guance calde. la avvicino a me e quando le nostre labbra si separano i nostri nasi rimangono in contatto. il suo traccia delicatamente una linea lungo la mia guancia, facendola scontrare con la sua. mi avvicino all'incavo del suo collo per lasciare due baci, lenti e leggeri.

ho aspettato così tanto questo momento. ci sono stati momenti in cui non avrei voluto fare altro che baciarla. un semplice bacio, niente di più o di meno.

è così bella. i suoi capelli lunghi, sono morbidi e sempre profumati. ha grandi occhi marroni, ciglia scure, e lo sguardo luminoso da perdercisi dentro. lentiggini cosparse sul naso piccolo, il sorriso grande e leggermente irregolare, i denti piccoli e la risata contagiosa. una di quelle che riesci a riconoscere anche da 200 metri di distanza.

si alza e evita il mio sguardo, sembra quasi imbarazzata. il pensiero passa per l'anticamera del mio cervello per essere subito cacciato via. la seguo, è davanti allo specchio a sistemarsi i capelli. tipico.

appoggio da dietro le mie mani sui suoi fianchi. sussulta leggermente al mio tocco e cerca il mio sguardo nello specchio, non c'è bisogno di dire nulla. le circondo la vita e appoggio la mia testa sopra la sua, mentre lei inclina la sua per appoggiarla sulla mia spalla.

non è ne' alta ne' bassa, ma io sono alto quindi la sovrasto. guardo il nostro riflesso, le lascio un bacio tra i capelli. lei ha la vita stretta ma i fianchi pronunciati, il seno piccolo e gambe con le forme giuste, non troppo magre come quelle della maggior parte delle ragazze a scuola.

le sue mani, piccolissime con le unghie sempre tagliate corte, risalgono le mie braccia a partire dalle mani, poi si gira verso di me e si stringe a me. avvolgo il suo corpo tra le mie braccia, sento le sue mani ricongingersi dietro la mia schiena.

_

"Lucky, non guardarla" christine mi afferra il braccio, ma io mi libero con uno strattone.

"Christine, smettila di rompere le palle" le lancio un'occhiataccia. sono incastrato in questo gruppo di "amici", ma è insopportabile e non riesco a farmela piacere.

la vedo sbattere le lunghe ciglia truccate e corrugare le sopracciglia, dalla forma perfetta, mentre si riavvia una ciocca di capelli "sei arrabbiato con me?"

la guardo sbalordito "ma stai scherzando?"

"beh, christine, forse questa volta hai esagerato un pò" isaac borbotta poco convinto.

non rimango sorpreso dalla sua uscita, dopo gli allenamenti, quando siamo soli, diamo libero sfogo alle nostre frustazioni principalmente causate dalla ragazza in questione.

la testa di lei scatta nella sua direzione e gli lancia uno sguardo di morte, ma, stranamente, si limita a quello senza aprire bocca. afferra il braccio di sadie e si avviano per il corridoio senza dire una parola.
io e isaac ci lanciamo un'occhiara senza capire.

la campanella suona, guardo un'ultima volta Jade, incrociando il suo sguardo, e entro in classe.

"quindi" inizia il riccio appena ci sediamo "c'è qualcosa tra te e lei?"

"lei, chi?" so benissimo a chi si riferisce, ma faccio il finto tonto.

"come 'chi', Jade" si lascia scappare una risata.

"beh" mi gratto una guancia,indeciso se essere sincero o no "a me piace, e tanto"

"e non hai paura di christine? cioè, non proprio lei, più che altro di cosa potrebbe fare" sussurra lui.

il professore si rigira verso la lavagna quindi rispondo "lei ne vale la pena"

Isaac si lascia sfuggire una risatina soffocata guadagnandosi un'occhiataccia da Erinsten, il vecchio insegnante barbuto di biologia, e appena trova il tempo mi risponde "sei proprio andato".

la campanella suona e dopo averlo salutato schizzo fuori dalla classe, e devo aspettare una manciata di lunghissimi secondi prima di vederla uscire dalla classe e svoltare nel corridoio di destra. la rincorro e la colgo di sorpresa con un bacio sulla guancia.

"ehi" mi sorride e arrossisce. non solo sulle guance, ma su tutto il viso, letteralmente. è carina.

"ciao" le rivolgo un sorriso sbilenco.

resto accanto a lei mentre infila i libri nell'armadietto e prende quelli dell'ora successiva.
vedo la gente dileguarsi per i corridoi quindi mi affretto a chiederle che orario abbia oggi.

"purtroppo ho un'ora pomeridiana. tu?"

"esco prima, manca quella di economia" il suo sguardo si vela di delusione quasi impercettibilmente.

mi chino e le lascio un piccolo bacio sulle labbra, lei sorride e, prima di allontanarsi definitivamente, mi bacia di nuovo.

la guardo chiudersi la porta della classe alle spalle, nel corridoio praticamente deserto, con le spalle contro il suo armadietto e il sorriso sulle labbra.

-

faccio la strada per tornare a casa da solo, a piedi. si sta facendo freddo, quindi tiro su la zip della giacca e mi copro la testa con il cappuccio. mi tocco lo zigomo con le nocche, il dolore sta passando. sta mattina ho dovuto usare un pò del fondotinta di mia madre.

christine mi ha minuziosamente evitato per tutto il giorno, il che è ben più che strano. insomma, è di christine che stiamo parlando, lei che è ovunque e sempre. oggi invece, non l'ho vista nemmeno per sbaglio. la cosa non mi dispiace ma mi inquieta e non poco, un motivo deve esserci e quando di tratta di lei non è mai niente di buono, non per me almeno.

mio padre l'ha sempre adorata, l'ha sempre vista come la ragazza perfetta per me. bella, di buona famiglia, con il futuro già spianato e genitori importanti. a lui non è mai interessato altro.

mia madre è diversa, invece. non le piacciono molto le persone che mio padre ci costringe a frequentare, perché sì, decide anche le sue di amicizie; non le è mai andato a genio il fatto che fossi diventato la copia di mio fratello, o che dovesse sempre vestirsi bene e comportarsi in un certo modo. per il capofamiglia, come gli piace definirsi, dobbiamo far capire agli altri chi siamo e qual è la nostra famiglia. lei ha avuto sempre un'idea contraria, e a lui non è mai andato a genio, sebbene non siano state molte volte in cui hanno dovuto affrontare l'argomento. lei preferisce fare finta di niente. è un uomo violento, in tutti i sensi della parola.
a dire il vero non capisco perché siano sposati.

artivato a casa do' un'occhiata al parcheggio e tiro un sospiro di sollievo, c'é solo la macchina di mia madre parcheggiata. entro in casa e dopo averla salutata mi dirigo in camera mia.

non faccio in tempo ad appoggiare la testa sul cuscino che sento la porta di casa aprirsi, mi immobilizzo all'istante.

"Lucky" la sua voce profonda tuona da sotto, stringo la mascella e chiudo gli occhi, mi si gela il sangue nelle vene.


nota autore:

ma da quanto tempo non aggiornavo? non vi biasimo se mi odiate, vi capisco ahaha eppure credetemi che è stata una faticaccia riuscire a scrivere anche questo, scusatemi

cooomunque, per chiunque l'abbia letto, la prima riga è un chiarissimo riferimento Bellarke a the 100.

spero che vi piaccia, al prossimo aggiornamento:)

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