chapter 12

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sono passati un paio di giorni da quando lucky è stato a casa mia, e non ci ho più parlato.
ci siamo visti a lezione, ci siamo incrociati per i corridoi, ma lui non mi ha rivolto nemmeno uno sguardo, un'occhiata fugace. penso mi stia evitando. tra l'altro deve ancora ridarmi i vestiti che gli ho prestato, non che per questo lo starò a inseguire. è continuamente con il suo gruppetto, la cosa mi mette a disagio. ancora devo scoprire perché hanno fatto quello che hanno fatto.

sto per entrare a scuola, è una giornata fredda e nuvolosa, come al solito d'altronde.

mi sono messa una maglietta a girocollo abbondante bianca, a maniche lunghe, e sono una felpa nera con cappuccio, senza zip; una di quelle con il tascone al centro, comode. sta mattina ero tentata di mettere un paio di pantaloni della tuta, ma già sembro una mezza barbona, quindi ho optato per un paio di leggins neri. ai piedi ho delle nike bianche.
FINALMENTE sono riuscita a legarmi i capelli in due trecce che partono attaccate alla testa, dopo tante (davvero tante) prove. non mi sono truccata, e per fortuna i segni sul mio viso sono quasi svaniti. l'altra sera, quando lucky è venuto a casa mia, l'ho sorpreso a soffermarsi diverse volte sul mio viso, erano ancora piuttosto evidenti i segni. sembrava davvero dispiaciuto.

pensando a altro, oggi la giornata scolastica è abbastanza soft, ho tre ore d'arte e due di motoria, non ho lezioni dopo la pausa pranzo ma mi fermerò comunque a mangiare in mensa, credo.

entro a scuola e corro al mio armadietto. come al solito, arrivo giusto con il suono della campanella. mi fiondo in classe passando per i corridoi vuoti e sguscio nel posto vuoto accanto a jason. il moro mi saluta con un sorrisone.

"lavoro di coppia oggi" dice con entusiasmo "ovviamente io e te insieme, se non l'avessi capito"

"certamente" ridacchio io, poi rivolgo lo sguardo alla prof.
mi appoggio con un gomito sul banco e poso il viso sulla mano aperta. sussulto rialzandomi, sullo zigomo ho ancora un piccolo livido.

il lavoro di oggi, in coppia, prevede la costruzione di qualcosa fatto in creta per mezzo dell'ultilizzo di un tornio, con la relativa documentazione di tutti i passaggi.
dopo aver preso un tornio e un sacchetto di creta solida, lascio jason a lavorare il materiale mentre preparo il foglio per l'analisi.

mi metto a sedere dall'altra parte del piccolo tavolo e guardo jason di fronte a me per qualche minuto.

"senti" inizia lui, senza alzare lo sguardo da ciò che sta facendo "so che quello che mi hai raccontato la settimana scorsa riguardo al viso è una balla, quindi.." lascia in sospeso la frase.

"no, io.." dico, mi si incrina leggermente la voce ma non faccio in tempo a finire la frase che lui mi interrompe.

"dai, jade, nella piazza in centro c'è sempre gente, possibile che nessuno si sia fermato e non abbia detto niente? non viviamo in una grande città, sono tutti impiccioni e pettegoli, lo sai meglio di me, mh?" sbuffa, sembra infastidito.

"jason, io.." inizio, ma mi fermo. jason ha alzato lo sguardo e il suo sguardo è duro su di me. le folte sopracciglia sono lievemente corruciate e la mascella è serrata.

sospiro, e a malincuore gli dico ciò che è successo. non voglio che si preoccupi per me, è una cosa che non mi piaceva da piccola e non mi piace tuttora, ho sempre risolto le mie questioni per conto mio. man mano lo vedo irrigidirsi, ma resta in silenzio.

"chi erano?" sembra incazzato, è fermo con le braccia tese e le mani sul tavolo.
attiro il tornio a me e inizio a lavorare. abbiamo deciso di rappresentare una donna un po formosa, ma dalle linee lunghe, leggermente astratte. tra poco il tornio non servirà più.

probably luckyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora