CAPITOLO 6

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..."Qualcuno chiami l'ambulanza" grida Ignazio e dopo qualche minuto sento la sirena, fuori dal locale.
Entrano i paramedici, prendono Piero, io lo seguo con Ignazio e Gianluca
Piero cos'ho mai combinato, come ho potuto?
... Gli tengo stretta la mano, non lo voglio abbandonare, Ignazio ha le mani tra i capelli e Gianluca idem
"Ragazzi non pensavo stesse così"
"Così come?" Mi chiede Ignazio
Tiro fuori dalla tasca il referto e glielo porgo, loro leggono
"Dove lo hai preso?"
"Nel suo camerino, e i farmaci erano finiti"
"Cosa ?!"
"Pensavo voi lo..."
"No, non c'è lo ha mai detto"
"Ah"
"Mi disp...
"Nessuno lo poteva sapere"
"Ho insistito"
"Non è la prima volta che si lascia convincere"
Scendiamo dall'ambulanza portano Piero in sala operatoria per accertamenti, mentre a noi ci bloccano fuori
"Mi sento una merda, come ho potuto?"
Gianluca mi viene vicino e anche Ignazio, mi abbracciano
"Non è colpa tua "
"E invece si"
Ci interrompe un medico "si è svegliato, chiede di Elisabetta"
"Non posso" dico a Ignazio e Gianluca
"Ha bisogno di te " mi rispondono
Mi avvicino alla stanzetta, entro e mi metto a piangere
"Non volevo"
"Vai tranquilla" mi dice con un filo di voce
"Non dovevo costringerti"
"Non incolparti, sarebbe successo un giorno o l'altro, ora c'è un piccolo problema, puoi andare a chiamare Ignazio e Gianluca per favore?"
"Subito"
Esco e li chiamo, loro mi vengono in contro ed entriamo tutti e tre
"Fratello come stai?"
"Bene, voi?"
"Perché non ci hai detto nulla"
"Non volevo farvi preoccupar..."
Fa una piccola smorfia e si tocca il collo, ho un brutto presentimento.
"Se vi ho chiamato qui  c'è un motivo: le mie corde vocali si sono usurate, manca poco per perdere la voce" ci guardiamo sbalorditi, continua " si può fare un intervento, molto delicato che non potrebbe portare a un riassestamento totale"
Mi cade un macigno addosso, delle fitte per tutto il corpo, mi accascio a terra e mi metto a piangere, piangere come una fontana, nessuna notizia potrebbe rallegrarmi dopo quello che è successo, non posso credere di aver rovinato un membro de Il Volo, io un'incosciente ventenne non può fare tutto questo
"Eli non piangere non è colpa tua"
"Si invece" singhiozzo "se prima non avessi cantato ora non saresti qui ad un passo dal perdere la tua voce"
"Nessuno lo sapeva"
"Non posso non prendermi la responsabilità, è meglio se sparisco della tua vita per non provocare altri danni"
"Ti prego resta"
"Non posso, ho fatto già troppo"
Esco dalla stanzetta, piangendo ancora e pensando alle parole che mi  ha detto

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