CAPITOLO 23

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La sera io e Gianluca, finalmente siamo stati un po' da soli in camera sua, ma ormai nostra.
"Cosa vuoi? Chiamo il servizio in camera"
"Qualcosa di leggero, fai tu"
Lui ordina e dopo poco arriva il carrello così portiamo i piatti dentro e ci mettiamo sul letto a gambe incrociate a mangiare.
Finito andiamo in bagno e ci facciamo un bagno, insieme. Ci schizziamo schiuma e abbiamo fatto abbastanza casino...
Poi ci mettiamo entrambi su un lato, la mia schiena sul suo petto, le sue braccia sui miei fianchi e la testa sull'incavo del mio collo, mi lasciava piccoli baci umidicci.
"Io ti amo" gli sussurro
"Anch'io"
"Io di più"
"Vuoi fare una prova?"
"Tranquillo mi fido"
"Fai bene"
"Abbiamo fatto un po' di casino"
"È va beh"
"Prova a farlo a casa che ti spezzo le gambe"
"Come sei dolce!"
"Non scherzo Ginoble"
"Agli ordini capitano"
"Ma non farmi ridere"
"Ti ho detto di non sfidarmi"
Inizia così a farmi succhiotti per tutto il collo e parte delle spalle, più lui mordeva più io gemevo e mi eccitavo.
Ci siamo poi asciugati e siamo finiti sul letto, eravamo una cosa sola ormai, io gli ho lasciato qualche succhiotto, sulla spalla, lui ha continuato la linea di prima.
Lui mi travolgeva con la sua passione, esperta a differenza della mia. Lui teneva le redini se così si più dire, più lui gemeva più io mi eccitavo e lui lo stesso. Lo vedevo contento e soddisfatto, lui mi attirava come una calamita e anche se volevo andarmene non riuscivo, non potevo lasciarlo solo, non più ora dipendevo da lui.
Ci siamo poi addormentati stretti insieme, eravamo uniti e non ci saremmo più lasciati perché io non potevo stare senza lui e lui senza me, eravamo legati insieme.
Mi sveglio con dei piccoli baci sul collo, apro gli occhi e vedo lui mezzo vestito, con pantaloni e camicia sbottonata.
"Buongiorno piccola"
"Buongiorno, ma cosa...?"
"Devo andare, sono in ritardo. Ci vediamo tra qualche ora, ti vengo a prendere" detto questo mi dà un bacio e se ne va.
Io mi faccio una doccia, sistemo un po' la camera e il bagno dato che ieri sera... È stata la sera più bella della mia vita, in assoluto. Mi vesto, metto un vestito non troppo corto ma con una gonna ampia, una camicia in jeans come coprispalle e poi dei tacchi che si abbinano.
Prendo il cellulare e decido di chiamare Valentina
"Pronto"
"Ciao eli"
"Ciao come va?"
"Bene tu?"
"Bene, ma che stai facendo?"
"Stavo dormendo, sai sono le 4, non so cosa stai facendo tu"
"È vero, sei in Italia"
"Già siamo in Italia, cos'hai bevuto?"
"Niente, io sono solo a Los Angeles con i ragazzi"
" e tu dici solo?"
"Scusa se non te l'ho detto"
"Non so se scusarti"
"Comunque, ti lascio dormire"
"Non penso tu mi abbia chiamato per nulla"
"Beh è successo"
Sento un urlo e così butto il telefono sul letto
"Smettila di urlare"
"Penso di aver svegliato tutti ma non importa, comunque sono felice per voi e, il tuo principe azzurro ora?"
"Intervista"
"Ah"
"Ma poi staremo ancora insieme"
"Certo"
"E tu? Con Francesco?"
"Alla grande!"
"Sono felice per te"
"Ed io per te, mi servirebbe un favore"
"Se è fattibile"
"Mi presteresti casa?"
"È perché?"
"A casa mia c'è sempre qualcuno, lui..."
"No"
"Dai"
"Non devo accorgermi di nessun cambiamento"
"Tranquilla"
"Ora torna a dormire"
"Notte, o meglio: Buona Giornata"
"Notte pazza"
Sento il rumore di una chiave dentro la serratura, la maniglia si abbassa e lo vedo, neanche il tempo di farlo entrare che lo porto dentro e ci scambiamo qualche bacio.
"Voglio il bis di stanotte" lui si allontana e mi rendo conto solo ora che avevo messo al muro Ignazio e non Gianluca, lui era all'inizio del corridoio e penso ci abbia visto, mi abbia visto...

L'amore si muoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora