CAPITOLO 17

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"Devo dirti una cosa"
"Dimmi"
"Mi sono lasciata"
"Come, lo amavi"
"Hai detto bene, la amavo. Mi sono persa negli occhi di Ignazio in camerino e ora che ho visto Francesco non so chi preferire.
Ignazio è dolce e simpatico, sa sempre come farmi ridere; Francesco è Francesco, lui è unico e speciale"
"Secondo me hai già scelto, ti brillano gli occhi solo a parlarmi di lui"
"Dici?"
"Vai, non fartelo scappare, signora Barone"
"Ahaha, signora Ginoble"
"Andiamo pazza"
Ritorniamo al tavolo e vediamo che Gianluca, Ignazio e Piero stanno urlando.
"Ragazzi che succede?"
"Lui, lui" urla Ignazio indicando il suo amico
"Calmati, fai dei piccoli respiri" lo calmo io
"Ecco io me ne vado" dice Piero
"Tu non vai da nessuna parte" dice Gian
"Sedetevi, entrambi" gli dico
Ci sediamo e cercano di spiegarmi,
"Sai che tra poco è San Valentino"
"Si" dico guardando Gian e loro mi guardano malissimo, insomma lo sanno che io amo solo lui!
"Beh volevamo andare in un posto, ma ci siamo messi a discutere"
"È così?" Chiedo a Gian
"Ragazzi, ditele la verità" dice lui distrutto
"Stavamo discutendo sul fatto di Melissa e Gianluca" sputa il rospo Piero
"Io e lui abbiamo risolto" dico convinta
"Lo sappiamo ma c'è dell'altro" aggiunge Ignazio
"Cosa? Mi devo preoccupare?"
"Ok promettimi che rimarremo sempre insieme" mi dice Gianluca tenendomi le mani.
"Mi fai paura"
"Melissa mi ha minacciato di compromettere il nostro rapporto in tutti i modi da lei conosciuti, io le ho detto di sparire e lei mi ha detto di stare attenta a te"
Mi alzo dalla sedia ed esco in cortile, è illuminato da candele ed edera.
Mi siedo in una delle tante panchine, qualche lacrima bagna i miei jeans, quanto vorrei non essere andata lì quel pomeriggio, quanto vorrei che uno dei miei idoli non possa non cantare ora, quanto vorrei che la storia con Gianluca fosse normale...
Una mano calda, ferma e sicura all'apparenza, con dei brividi di paura in realtà.
"Ei piccola" mi dice con la sua voce, la sua voce che mi scioglie, la sua voce calma, sicura ma allo stesso tempo preoccupata.
"Gian non lo so"
"Almeno non piangere, se no diventi un panda"
"Grazie" gli dico mentre mi porge un fazzoletto
"Non piangere, non assecondarla"
"Non voglio che succeda qualcosa alla tua reputazione, devo farmi da parte"
"Non se ne parla, noi andremo avanti a testa alta, non mi vergogno di stare con te, non mi importa se mi dicono qualcosa perché io ti amo e sarei disposto a sposarti ora se fosse necessario. Io non ho paura di lei, tu non devi avere paura di lei perché noi, INSIEME, siamo una cosa sola, un'unica anima e un unico cuore che batte insieme. Io ti amo e tu lo sai, io voglio starti accanto perché so che hai bisogno di me, perché tu mi devi stare accanto perché io ho bisogno di te. Tu sei la mia medicina e io la tua perché basta vederti sorridere che sorrido anch'io, la tua risata è la mia, la mia felicità è la tua. I tuoi occhi gonfi, ora, mi fanno capire quanto mi ami e forse io non riuscirò ad amarti come tu ami me, ma io ci provo e non smetterò di farlo perché io non so come farò in tour senza il tuo buongiorno, senza i tuoi baci, senza i tuoi abbracci, senza i tuoi occhi ma soprattutto mi mancheranno i tuoi incoraggiamenti, i tuoi "c'è la fai", i tuoi "non mollare". Non so di preciso quando ripartirò ma sappi che fino ad allora voglio stare con te, ogni secondo e ogni istante della giornata perché io voglio te e te soltanto" fa un respiro " ora basta piangere, andiamo se non ci daranno per dispersi"
"Aspetta un attimo"
"Dimmi cucciola"
"Grazie, grazie di esserci sempre e comunque, grazie di farmi sentire speciale ed unica, grazie di rendermi parte della tua vita, grazie di farmi sentire qualcuno"
"Ei, non sottovalutarti, sei una ragazza bellissima e talentuosa, per non parlare del tuo cuore"
"Grazie, grazie per avermi rubato il cuore, piccolo ladro"
"Beh, tuo padre allora?"
"Cosa c'entra lui?"
"Ha rubato delle stelle e le ha messe ai tuoi occhi"
"Sei dolce"
"Tu di più"
Ci alziamo dalla panchina, ritorniamo dentro, al nostro tavolo; Francesco e Valentina sembrano molto presi l'uni con l'altra mente Ignazio e Piero non aspettavano che noi.
"Andiamo?" Chiedo io
Io, Gianluca, Ignazio e Piero siamo andati in macchina, Francesco avrebbe portato a casa, ormai, la sua ragazza.

L'amore si muoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora