CAPITOLO 31

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"Elisabetta" urlo con un misto di felicità perché è stata lei è con un misto di tristezza perché ha visto tutto ma inizio comunque a correre verso casa sua. Non posso più mentirle!
La gente mi prende per pazzo ma non mi importa, non più. Ho capito che rivedendola non posso più farne a meno, come la droga o il fumo, lei è il mio vizio preferito, che mi fa del male ma poi mi guarisce e mi fa star bene.
Vedo un ragazzo alla sua porta e inizio a scattare fino a fermarlo sulla porta del cancello
"Chi sei?" Gli chiedo
"Sto consegnando la pizza" mi risponde il ragazzo
"Ci penso io" dico io
"Ma io devo..." Balbetta lui ma io gli do dei soldi e mi prendo il cappello.
"Vai" gli dico e lui se ne va
Suono il ciofono
"Pizza da sporto"
"Grazie" mi apre il cancelletto ed entro fino ad arrivare alla porta, abbasso un po' il cappello per non farmi riconoscere poi lei apre.
"Grazie mille" dice ma, mentre appoggia la pizza io tolgo il cappello
"Gian, ma cosa sta succedendo? Sto sognando?"
"No, è tutto vero. Fammi spiegare"
//parla Elisabetta//
Ormai ero straziata di aver immaginato tutto, di aver sognato tutto.
Sarebbe stato bello se non lo fosse stato... Decido di prendermi una pizza, per tirarmi un po' su e me la faccio portare a casa.
Sto sistemando alcune cose che sento il citofono, le pizze sono arrivate. Vado alla porta ed apro, non è lo stesso ragazzo, bensì un bel ragazzo con un bel fisico, io conosco quel fisico ma, com'è possibile sia lui.
Si toglie dagli occhi il cappellino e vedo un mare, un mare profondo e timoroso, non in tempesta ma di sicuro non piatto. Quegli occhi che mi hanno fatto innamorare, disperare, perdonare. Quel mare un cui io mi perdo ogni volta che lo vedo, ora ha paura e lo vedo.
"Gian, ma cosa sta succedendo? Sto sognando?"
"No, è tutto vero. Fammi spiegare" dice lui con la sua voce calma e profonda, quella voce che ha fatto innamorare migliaia di persone, la sottoscritta compresa ma, io rispondo con una risatina isterica.
"Posso entrare?" Chiede lui d io gli faccio spazio ed entrati inspira e sospira
"Finalmente, casa"
"Scusa ma che ti salta in mente?"
Lui non mi risponde ma va a sedersi sul divano, come se fosse casa sua.(?)
"Vuoi rimanere in piedi? Ho un po' di cose da chiarire"
Io mi siedo ma all'altro capo del divano
"Allora Elisabetta, come stai?"
"Io-io bene, tu?"
"Sto malissimo"
"Mi spiace, posso fare qualcosa per te?"
"Ascoltarmi"
Io annuisco con la testa e lui fa dei piccoli respiri prima di iniziare
"Allora che dire...?! Tutto quello che c'è stato tra di noi non é sto un sogno. Io ti amo come ti ho amato 1, 2, 3 mesi fa solo che sono un codardo, un codardo ed uno sbruffone.
Me lo ricordo bene quel giorno...
Ignazio era in ospedale, Tu lo avevi salvato dalla strada. Poi in ospedale stavamo discutendo del fatto che Tu ed i ragazzi... Sì insomma, piacevi anche a loro! Ma hai deciso di andartene, perché ti sei data la colpa di Piero ed Ignazio, perché avevi paura che finisse tra noi. Ho cercato di farti cambiare idea ma nulla, quando vuoi sai essere peggio di Ignazio! Stavamo dicendo? Ah sì! Mi sono per così dire "arreso" ed ho rispettato la tua scelta ma ho voluto comunque accompagnarti in Hotel e poi in aeroporto, sai eravamo dall'altra parte dell'oceano... Ora ti prego ascoltami bene, piccola.
Poco prima di partire tu sei stata male, l'ho capito dall'annuncio che avrebbero fatto ritardo nel tuo volo. Sono corso in pista di lancio e ti ho visto scendere su di una barella...
Piangendo ti ho accompagnato in ospedale, dov' erano anche Ignazio e Piero. Hanno fatto diverse operazioni, ore fuori da quella maledetto stanzetta ad aspettare notizie, tue notizie..."

L'amore si muoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora