CAPITOLO 29

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//parla Gianluca//
"Pie lo vuoi capire che quest'anno la coppa è nostra"
"Stai zitto Igná"
"Gianlù e tu? Non dici nulla?"
"Io ehm, no"
"Non dirmi che... Hai scelto tu di andartene e lasciarla sola, hai scelto tu di allontanarti"
"Smettila cazzo Ignazio"
"Ma io..." Non gli faccio finire la frase che mi alzo per andare da lei ma, lei non c'è! Vado verso la parte di spogliatoio e la vedo togliersi il grembiule; ed ora che le dico? Lei si ricorda di me ma io...
"scusa sai dov'è il bagno?" Chiedo io
"Gianluca!" Dice euforica
Cazzo pensa Gianluca, ora che le dici?
"Scusa, ci conosciamo?" Rispondo impassibile
"Gianluca sono io, Elisabetta, la tua..."
"Mia?"
"Ragazza"
"Scusa ma io non"
"Ti prego non fingere, non con me"
"Non sto fingendo, ma non ho mai avuto una ragazza di nome Elisabetta. Forse vuoi solo una foto o un autografo..."
"Vai a fanculo tu, le tue foto e i tuoi autografi di merda. Falso che non sei altro"
Detto questo entra in spogliatoio e sbatte la porta dietro di me.
Ma che razza mi è saltato in mente? Cos'ho mai fatto per... Tutto perché sono un disastro, lo so e l'ho sempre saputo di sbagliare con lei, forse per proteggerla, forse perché sono egoista fatto sta che lei ora sta piangendo e non mi vuole più vedere.
Furtivamente entro in spogliatoio e la vedo accasciata a terra, con la testa tra le gambe, il lacrime, straziata, DELUSA. Ma come ho potuto? Cos'ho fatto?
Rimango a fissarla fino a che una voce femminile urla
"Cosa ci fai tu qui! Questo è uno spogliatoio femminile"
Elisabetta alza lo sguardo e mi vede poi ritorna a piangere ed allora io mi avvicino.
"Vattene, non mi toccare"
"Voglio solo farti compagnia"
"So stare anche da sola"
"Io no"
"Fattene una ragione se ora sei solo"
"Ho sbagliato, sbagliato tutto"
"Non basteranno le tue scuse"
"Tu credi"
"No, ne sono certa, una ragazza non va riconquistata a scuse"
"Grazie"
"Lo dico solo per non far soffrire altre ragazze"
"Certo" le porgo un fazzoletto ma lei lo rifiuta ,così mi alzo ed esco, ritorno al tavolo.
"Dove sei andato?"
"In bagno"
"Degli spogliatoi femminili"
"Non iniziare, per favore"
"Calmati, sappiamo che sei andato lì per"
"Smettetela" dico urlando ed uscendo con irruenza dal locale, non mi fermo per foto o autografi. Voglio stare solo, perché gli stronzi senza cuore posso e devono stare solo soli.
//parla Elisabetta//
Mi tratta poi merda poi vuole farsi perdonare?!
Questa volta, seduta vicino a me è Tamara.
"Non ne vale la pena piangere per un ragazzo"
"Hai ragione Tam"
"Voglio vederti sorridente ed uscire a testa alta da questo locale. Per i suoi amici"
"Perché per loro?"
"Lui se ne è andato arrabbiato, lo hanno stuzzicato"
Ed ora dov'è andato?
Come faccio a preoccuparmi ancora di lui?
Come fa a starmi in pensiero anche se lo odio?
Come ma sopratutto, perché?
Ringrazio Tamara poi esco, vedo ancora Piero e Ignazio discutere ma io esco non degnandoli del mio sguardo dopotutto, anche loro sonno suoi complici.
Vado a farmi un giro per Milano, un po' per non pensare un po' perché non voglio si cacci in qualche guaio... Che gli succeda qualcosa...
Sento due voci parlarsi, una maschile è una femminile.
"Melissa ti prego"
"Gian ti ho detto che non ho voglia ora"
"Una cosa veloce"
"Non sono io la tua troietta personale"
"È l'ultima volta"
"Vallo a chiedere a... Com'è che si chiamava? A si, Elisabetta"
"Lei non c'entra più con la mia vita"
"Ne sei davvero sicuro?"
"Si" afferma lui deciso
"Dimostramelo"
"Ecco"  prende una collana e la
butta a terra, sale poi in casa di lei.
Ma che mi aspettavo da lui? È solo uno sbruffone, desidero non averlo mai incontrato ma sopratutto, mai sentito è mai amato.
Mi precipito sotto la finestra e subito vedo una collana, fine e preziosa e come ciondolo una "E".
La raccolgo e me ne vado in lacrime, con un misto di delusione e rassegnazione.
Come ha potuto farmi questo?
Come ho potuto ancora avere qualche fiducia in lui?

L'amore si muoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora