3 - Sbarco a Capri

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Il traghetto raggiunse il molo del porticciolo di Marina Grande, località dell'isola di Capri.

La stupenda isola aveva diverse frazioni al suo interno, piccoli paeselli incastonati nella roccia viva, un luogo davvero inimitabile, dove l'uomo aveva tentato di dialogare con la terra realizzando quella serie di terrazzamenti che permettevano l'edificazione di quella scenografia architettonica che non aveva eguali al mondo.

Capri era un vero e proprio diamante che si specchiava nel profondo blu del mar Tirreno, un posto dove pareva ancora possibile l'idea di conciliazione dell'uomo con la natura.

Rick e Giò raggiunsero celermente il pontile, trascinando il loro trolley sul dock di legno le cui assi andavano incastrandosi puntualmente con le ruote, provocando un fastidioso sussulto che li accompagnò fino all'arrivo allo spiazzo antistante la banchina.

Davanti a essa si articolava un intricato sistema di vicoli, negozi e baretti, che creavano quella pittoresca scenografia per cui la splendida Capri era così conosciuta.

Giò venne catturato dal baretto che fronteggiava il pontile, una piccola locanda contraddistinta da una veranda con tettoia in paglia ma soprattutto dalla enorme scritta Pizzeria - Panini.

Furono soprattutto quei succulenti panini, posizionati nella vetrinetta posta di fianco ai tavolini del bar ad attirare l'attenzione del carabiniere; seduti ai tavoli diversi anziani si apprestavano a iniziare una partita a briscola che sarebbe probabilmente degenerata in rissa come vuole il tipico cliché di ogni bar italiano che si rispetti.

Rick già gongolava immaginandosi seduto nella stessa posizione, prima però i due avrebbero dovuto fare il check in della camera d'albergo.

Rick intuendo la prossima richiesta dell'amico di andare a mangiare, lo anticipò

<Giò non ci pensare nemmeno, siamo già in ritardo non vorrei che poi la nostra camera venga ceduta a qualcun altro è già un miracolo che l'abbiamo trovata in questa stagione, mangeremo dopo esserci sistemati>

Giò annuì con una leggera vena di tristezza, cancellata immediatamente dalla vista meravigliosa che Capri offrì ai due amici.

<Finalmente aria pura e tranquillità, mi sento già più riposato>

Disse Giò ammirando il meraviglioso mare in cui si specchiava il promontorio dell'isolotto

<Già, proprio quello che ci voleva, adesso dobbiamo solo trovare il nostro albergo>

I due osservarono come di fronte alla via del porto erano incolonnati una serie taxi in attesa dei turisti

<Chiederemo informazioni ad un tassista>

Giò si avvicinò alla Ford Focus color bianco che era in testa alla colonna di taxi, ed esordì rivolgendosi al tassista seduto all'interno dell'abitacolo

<Buongiorno, mister! Noi dovremmo andare all'albergo Stamberga"

Il giovane, si preparò all' attesa risposta che però fu del tutto inaspettata, venne infatti aggredito dalla verve inaspettata del tassista

<vattèn nun teng tiemp ra perderè!>

rispose inalberandosi il tassista in un dialetto strettissimo.

Giò guardò interdetto l'amico a fianco,

<Provo a riformulare la domanda forse non mi ha capito>

Esclamò verso l'amico prima di rivoltarsi verso il conducente

<Scusi, non ho compreso a pieno la risposta, potrebbe ripetermi dove si trova l'albergo?>

Leviathan, la ricerca del santuario dei cetaceiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora