26 - Il Rito

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Quella scena era l'epilogo di una grande avventura che si stava finalmente avviando verso il lieto fine aspettato, il gruppo era finalmente riunito, Cara e Rick si scrutavano con interesse, era chiaro che trai due ci fosse del tenero, il fido Piero era sano e salvo, certo aveva un diamante in meno nelle sue tasche ma egli non era certo un tipo venale, la mitica impresa che stava vivendo era un premio inaspettato alla sua lunga carriera da uomo di mare e che nonostante i grandi pericoli corsi lo aveva di certo fatto sentire vivo di nuovo vivo, inoltre a raggiungere e unificare il gruppo ci avevano pensato un Giò finalmente lontano dai guai e il professor Ruben che si era dimostrato una persona leale con un carattere si burbero ma assolutamente cristallino e colmo di valori.

La combriccola si trovava in quella situazione irreale, nessuno di loro credeva fino in fondo di non trovarsi in un sogno, un bellissimo sogno, sarebbe stato difficile persino per una mente umana fibrillante di fantasia poter immaginarsi un altro mondo al di sotto delle terre emerse, era come se sotto il mare ci fosse una seconda terra, come se il globo terrestre fosse una enorme cipolla a strati e che quello emerso fosse solo il primo di essi, era possibile che la terra nascondesse altri mondi all'interno dei suoi meandri,quell'ipotesi smentiva secoli di studi geologici, scientifici,fisici, però ormai niente era più sicuro in quella mirabolante avventura.

Cetaceum fece cenno al gruppo di seguirlo, andiamo Cara è ora di compiere il destino.. l'enorme mostro marino in un secondo si ritrovò di fronte all'enorme pietra secolare che segnava l'ingresso del mitico santuario, era un mehnir ciclopico di cui non si vedeva la fine, Rick riguardandolo rimase ancora una volta stupito e incredulo,

<com'è stato possibile per i discendenti dei Fenis, realizzare tutto ciò,prelevare una enorme vena di roccia indistruttibile probabilmente di matrice silicea, portarla qui, ,a ancor qui collegarla ad un mastodontico sistema tecnologico che ne regoli l'apertura> Rick continuava a non capacitarsi di tutto quello che gli stava accadendo intorno da un paio di giorni, <e tutto questo è avvenuto circa un secolo fa> proseguì il ragazzo.

Quello di cui egli non riusciva a capacitarsi era il fatto che in quell'assurda storia c'era dell'altro, c'era qualcosa di ben lontano con l'empirismo e la scienza, quel luogo era infatti dominato da forze sovrumane, era un luogo magico, il ragazzo non avrebbe mai potuto ammetterlo, anche mentre si intratteneva a parlare in italiano ad un enorme dinosauro millenario.

Cetaceus sospese il filo di pensiero di Rick, proferendo una serie di idiomi mai sentiti prima, parevano parole originarie di tempi antichi:<RAIUSEN TASA ESC> intimò il guardiano con fare solenne e perentorio,

l'enorme menhir si rivitalizzo come se fosse una specie di essere vivo,nell'allarmato stupore generale, il mastodontico blocco iniziò a vibrare come succube di qualche oscura forza tellurica, mentre l'aurea volta celeste del regno dei Cetacei da un luminosissimo colore giallo turchino frutto delle miriadi di luci riflettenti delle superfici carboniche che costituivano quelle terre, divenne di colpo cupa, di un grigio mai visto, che pareva predire una tempesta decisamente inaspettata,

<ARSARA DIN> ripeté Cetaceum con un ardire profetico, a Rick venne in mente il più famoso sin sala bin, in uno delle sue solite quanto sventurate fughe dalla realtà, magari però qualche collegamento tra le due frasi iconiche esisteva realmente, nessuno però lo avrebbe mai saputo probabilmente.

A quella frase il mehnir iniziò incredibilmente a liquefarsi,sciogliendosi come fa la neve al sole, una luce perpetua si ravvivò in tutte le terre del santuario, a cui segui una processione di creature mai viste, paragonabile forse solo a quella biblica dell'arca di Noè, che fosse stato egli in realtà un altro dei Fenis? Altra domanda di Rick che non avrebbe avuto per ora risposta.

Un illimitato numero di creature iniziarono a sbucare fuori dagli anfratti di tutto il Santuario, esseri marini uscirono dalle torbide acque avendo in quegli istanti il magico dono della respirazione terrestre, anfibi di ogni genere, iguane, draghi, serpenti variopinti e mai visti, alcuni avevano 2 e tre teste, insetti di ogni genere volanti e non, delfini megattere, orche, balene di ogni colore e forma affollarono quelle terre a perdita d'occhio, come se fossero stati comandati da una qualche forza superiore, e iniziarono una specie di lamento perpetuo che si diffuse in un secondo per tutto il regno.

Leviathan, la ricerca del santuario dei cetaceiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora