9 - Botte da Orbi

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Il gruppo di persone, era raccolto sul grande terrazzamento dei giardini di Augusto, qualche metro sotto, alla base della scogliera la vista era a dir poco catastrofica, carcasse di decine di imbarcazioni galleggiavano a filo acqua circondate da una innumerevole quantità di detriti, rottami e pezzi vari.

L'acqua del tratto di costa era intorbidita da quell'ammasso di relitti, la vedetta della guardia costiera, impattò contro alcune assi che galleggiavano a pelo d'acqua, si muoveva con difficoltà in mezzo a quell'ecatombe di barche, difficoltà che più che fisica si rivelò essere soprattutto psicologica.

Il capitano avvisato in mattinata di quella terribile aggressione, non aveva potuto credere alle sue orecchie, e ora anche mentre navigava in mezzo ai resti delle imbarcazioni devastate, non riusciva comunque a capacitarsi, le autorità maggiori si erano già attivate, intanto era in arrivo la centrale locale dei carabinieri per coordinare le operazioni.

Il problema però era evidentemente più grande di loro, quello che era accaduto quella notte era un disastro di portata immane, qualcosa di apocalittico si era abbattuto sull'isola e aveva distrutto tre quarti dei pescherecci della zona, le forze dell'ordine avrebbero dovuto intervenire in qualche modo anche se la situazione era a dir poco irreale, per il momento però l'unica cosa certa era che non sapevano come comportarsi.

I due motorini percorsero celermente il tratto di strada di poche centinaia di metri che separava la villa dal promontorio di Unghia marina, la strada per fortuna dopo un primo tratto molto impervio era più percorribile, forse questo aveva incoraggiato l'attraversamento di un paio di camion carichi di quelle che parevano essere macerie, che si avvicinarono dalla corsia opposta,

<ma dove vogliono andare questi!! Non vedono com'è stretta la strada>

Rick imprecò prima di virare leggermente a destra per evitare i due autotrasportatori che si palesarono in pochi metri,

<Maledizione a voi e a chi vi ha dato la patente> esclamò Giò agitando con foga il braccio destro,

<questi credono di essere i padroni delle strade>

i due uscirono dalla strada principale e si infilarono nello stretto vicolo di Via Matteotti, che tranciava in due il bellissimo parco dei Giardini di Augusto, uno dei luoghi più magici dell'isolotto, raggiunsero nel giro di pochi secondi lo spiazzo dei giardini dove erano riunite le consistenti frange della cittadinanza locale attirata dagli avvenimenti di quella notte

Rick e Giò parcheggiarono i mezzi a fianco di un'aiuola posta al centro dello spiazzo, e si diressero verso il gruppo di persone.

La cittadinanza era se possibile anche più spaventata della guardia costiera,, raggruppati sulle pendici del promontorio dell'Unghia, avevano seguito tutte le fasi del soccorso, rimanendo impietriti davanti a quella catastrofe inspiegabile, dalla folla si udivano voci e parole a random

<E' stata la bestia>

<il Leviatano è stato svegliato, i pescatori avevano ragione>

<ci ucciderà tutti!>

Rick non capiva cosa poteva essere successo, si avvicinò velocemente al ciglio del promontorio da cui era visibile l'insenatura di Unghia Marina, sbiancò di colpo

<oddio ma cos'è successo?? chi ha provocato questo disastro?>

Giò si stropicciò gli occhi, non poteva credere a quel che vedeva, interi pescherecci letteralmente disintegrati si accumulavano in quel piccolo tratto di costa, una ecatombe di relitti galleggiava a malapena in quelle acque, l'azzurro splendente del mare caprese avevano lasciato il posto a un grigio torbido causato dagli innuverevoli materiali che si erano riversati nell'oceano, interi serbatoio di carburante erano letteralmente esplosi sotto l'azioni di quella che sembrava essere stata una morsa micidiale che aveva cinto le imbarcazioni fino alla inevitabile distruzione di queste.

Leviathan, la ricerca del santuario dei cetaceiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora