23 - Scomparto segreto

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Giò iniziò a rovistare forsennatamente nello stretto studiolo a cui quelle interminabili scale di pietra lo avevano portato, l'uomo sapeva di non avere molto tempo, in breve tempo Ruben si sarebbe ridestato e lo avrebbe raggiunto in quel luogo, doveva assolutamente fuggire, ma nonostante egli si stesse prodigando nella ricerca di un qualsiasi pertugio, o qualsivoglia apertura che portasse all'esterno, il piccolo locale pareva essere un bunker nel bunker.

<Non ci sono uscite qui> esclamò in un impeto d'ira il giovane sapendo che aveva i minuti contati.

Ad aggravare la situazione ci pensava in oltre la luce pressoché inesistente, che con la minuscola lampadina posta al centro non riusciva ad illuminare molto più della monolitica scrivania posta sul fondo dello studio, proprio la piccola struttura catturò l'attenzione dell'uomo, distogliendolo per un secondo dai suoi propositi di fuga,

<e se questa scrivania custodisse qualcosa di interessante?> si interrogò l'appuntato

Detto questo iniziò a cercare all'interno dei cassetti che componevano il mobile, in un attimo volarono per tutto lo studio una serie di fogli, apparentemente senza importanza.

<Niente, qua ci sono solo scartoffie inutili, si può sapere caro assistente dove nascondi i tuoi segretucci>

Giò si scervellava, come poteva quel luogo non nascondesse alcuna informazione utile, non era possibile; sul filo di questa convinzione il ragazzo cercò tra quegli scaffali con ancora più convinzione, ma da quella scrivania non usciva proprio niente di buono.

Giò ormai in preda ad un demone alla ricerca della verità, ebbe uno scatto d'ira causato forse anche dalla sensazione che il tempo ormai era scaduto, Ruben sarebbe stato li entro pochi istanti.

L'appuntato nel tentativo di sbollire la rabbia, tirò un calcio deciso contro la gamba della scrivania, un colpo sicuro che avrebbe fatto saltare quell'inutile pezzo di legno, permettendogli un facile sfogo della tensione di quei momenti o almeno così egli pensava,

<ahiaaaaaa> un grido lancinante ruppe il silenzio del minuscolo antro, la gamba di quel mobile era ben fissata al pavimento e pareva fatto di tutto tranne che di legno, probabilmente la componeva una lega metallica, il povero piede dell'appuntato lo aveva scoperto suo malgrado.

La situazione che dal tragica stava evolvendo nel tragicomico, mutò inaspettatamente nel giro di pochi secondi, per la felicità insperata del giovane appuntato, probabilmente i piedi della scrivania erano collegati a qualche ingranaggio, meccanismo che sbloccatosi aprì davanti agli occhi dello sventato carabiniere, un vero e proprio caveau posto nel retro della scrivania.

L'uomo non credeva ai suoi occhi, in quel bunker vi era uno sconfinato quantitativo di progetti sia cartacei che in cd, l'uomo contò in pochi metri almeno una decina di riproduzioni in scala dell'enorme macchina sonica che aveva intravisto qualche minuto prima al centro dell'enorme bunker da cui era fuggito.

<è incredibile, guarda cosa è stato in grado di realizzare quel genio del male>

Giò era visibilmente impressionato da quello che l'assistente era stato in grado di realizzare, si avvicinò rapidamente al cavou nella speranza di trovare qualcosa che lo aiutasse a fuggire da quel luogo, uno schermo si attivò, il giovane aveva inavvertitamente fatto partire il video, una donna sui trenta, dai lineamenti gentili si apprestò a esporre quello che pareva n resoconto di progetto, all'appuntato quel viso pareva tremendamente familiare anche se non riusciva ad associarlo, si concentrò per qualche secondo sull'audio:

<giorno 1, Tutto quanto mi porta qua, tutti i segnali portano a Capri, approfondirò le ricerche, ma credo di non essere lontana dalla scoperta, oggi ho conosciuto il dottor Malaparte, padre di Gabriel, è un uomo incredibile, che mi darà una grossa mano nelle ricerche>

Leviathan, la ricerca del santuario dei cetaceiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora