Capitolo 20.

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" ci vediamo dopo allora." Salutai Benjamin con un bacio sulla guancia ed entrai in classe.
Le ore passarono molto lentamente, sentivo un vuoto nello stomaco, una strana sensazione che non so spiegarmi.
La campanella dell'intervallo suonò, e tutti uscimmo dall'aula per stare nei corridoi.

" vale andiamo a prendere qualcosa da mangiare, ho fame." La trascinai alle macchinette per poi prendere un pacchetto di paratine. 

" grazie, amore." Una voce familiare mi sussurrò questa frase.

Mi voltai ed era Benjamin che prese una patatina dal pacchetto, e mi stampò un bacio sulla guancia.

" quanto sei scemo." Risi.

"  ma dai povero." Disse Valeria ridendo.

" Oddio! Ora abbiamo educazione fisica." Mi portai le mani in faccia.
Non mi piace molto giocare a pallavolo, poi tutti gli occhi puntati addosso, e anche per come ci vestiamo, ceh pantaloncini e maglietta.

" io ho l'ora buca, quindi vengo a vedervi." Si strofinò le mani guardandoci.

" perché dovresti venire?" Lo guardai sapendo già la sua risposta.

" almeno vedo un po' di spettacolo. "

" sei un pervertito. Punto." Lo spinsi.

" dai andate, sennò fate anzi facciamo tardi." Ci spinse verso gli spogliatoi della palestra.
Una volta entrate negli spogliatoi ci mettemmo  la tuta e le ginocchiere.
Andammo in palestra e iniziammo gli allenamenti, stranamente il professore non mi ha voluto in squadra, così mi misi seduta sugli asfalti del palazzetto.
Ero troppo concentrata sulla partita che non mi accorsi della presenza di quell'essere pervertito.

" come mai non giochi?"

" non mi ha voluto in squadra." Mi voltai verso di lui.

" sa che sei scarsa." Scoppiò a ridere e gli buttai uno sguardo omicida, il quale fece aumentare la sua risata.

" non fai ridere, idiota." Portai lo sguardo ai miei compagni che giocavano.
Ad un tratto vidi il professore farmi segno di scendere, perché dovevo entrare.
Mi alzai e tolsi la giacca bianca, buttandola sulle gambe di Benjamin.

" comunque hai un bel culo." Mi fece l'occhiolino.

" muori, cretino." Lo mandai a quel paese e scesi in campo.

Appena suonò la campanella ritornammo negli spogliatoi mettendoci i nostri vestiti e ritornammo in classe.
L'ultima ora passó velocemente, e finalmente uscimmo da quella scuola.
Arrivata al cancello salutai Valeria e Francesca che andarono via con la corriera mentre io mi avviai a piedi verso casa.

" anche se non dovrei, ma sali." La voce di Benjamin, mi fece risvegliare dai pensieri, feci ciò che mi disse e una volta salita lo guardai strano.

" perché non dovresti?" Misi le braccia conserte.

" perché tu mi hai mandato a quel paese." Disse fissando la strada.

" l'ho fatto per una buona causa." Spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Arrivati sotto casa, gli stampai un bacio sulla guancia ed entrai nel mio appartamento.
Apri la porta e a mia sorpresa trovai Martina sul divano.

Mmh! Bene, vuole giocare? Allora giochiamo.

Poggiai lo zaino su una sedia e andai a salutare Martina, infondo è sempre mia amica e non mi ha fatto niente di male.
Mi sedetti vicino a lei e iniziammo a parlare del più e del meno, fin quando non uscì Alessio dal bagno e ci mettemmo a tavola a mangiare.
Verso le tre Martina andò via, ed io entrai in camera a finire gli esercizi di matematica.
Una volta chiuso il libro presi il cellulare e feci una chiamata a tre.

" ohi." Rispose Francesca.

" come mai questa chiamata?" Disse Valeria.

" niente, volevo sentirvi." Risi.

" ascoltatemi bene, posso sembrare una scema, psicopatica ma quando ho visto la foto pubblicata da Benji ho sbavato." Rispose Valeria.

" RIDOOO." Scoppiai a ridere.

" tu sei fottutamente pazza." Disse Francesca ridendo.

Mi voltai verso la porta e notai una figura attaccata ad essa, era Lui che origliava.

Ma che cazzo fa? Mmhh.. Ora gli faccio prendere un colpo, Pff.

" Rega devo dirvi una cosa seria." Dissi.

" ehi, ci fai preoccupare." Disse Francesca.

" beh io.."

" che hai fatto?" Mi interruppe Valeria.

" sono andata a letto con Benjamin." Dissi tutto d'un fiato.

" ma te sei scema?"  Francesca urlò.

" é uno scherzo?" Disse Valeria.

" si, idiote."

" ci sta Alessio?" Domandò Francesca.

" si."

" allora stiamo al gioco. " rise.

" non so che cazzo fare adesso, non voglio rimanerci."

" tu stai tranquilla é impossibile che puoi rimanerci adesso." Rispose Valeria.

"È possibile, ma tu sta tranquilla. Parlane con Benjamin."

" Benjamin lo sa." Risposi, preoccupata.

" vabbè dai, ci sentiamo dopo." Francesca Chiuse la chiamata e sentì un rumore provenire da fuori, apri leggermente la porta e vidi Alessio che continuava a fare avanti e indietro per il piccolo corridoio, e toccarsi il ciuffo.
Notò che lo stavo fissando e si fermò a guardami dritto negli occhi.
Ad un tratto si avvicinò, mantenendo a contatto i nostri sguardi e mi prese per un braccio.

" dimmi che era uno scherzo! Tu non puoi essere incinta." Strinse un pugno.

" ma che vuoi? Ma smettila di farti i fatti miei." Tolsi la presa e chiusi la porta.

//spazio autrice.//
Ehilà
Spero vi piaccia.
Fatemi sapere un po' ❤️

"siamo due destinati a mancarci. - Alessio bernabei."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora