Capitolo 41.

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Passai la notte insonne, già avevo l'ansia per il compito perché non mi sentivo preparata, poi avevo questa balena spiaggiata di fianco che continuava a girarsi e rigirarsi nel letto.
La sveglia mi suonò un'ora prima, la spensi sbuffando e andai in cucina.
Aprì il frigo portandomi una mano sui capelli scompigliati e sbadigliai ancora preda al sonno.
Presi del succo all'arancia e lo poggiai sul tavolo per poi prendere dal cassetto delle brioche alla Nutella e dei biscotti.
Risalì in camera facendo il più silenzio possibile, in modo da non svegliare quell'essere.
Presi dalla scrivania lo zaino poggiato sulla sedia e portai un piede fuori la porta quando la voce di Alessio ancora impastata dal sonno mi fece voltare.

"Che ci fai sveglia a quest'ora?" Domandò, stiracchiandosi e abbracciando il cuscino.

"Non avevo molto sonno e comunque devo ripetere." Sbuffai e stampai un bacio sulla fronte ad Alessio.

"Ora ti raggiungo." Si girò dal lato opposto affondando la testa nel cuscino.

"Si, certo mi raggiungi." Risi divertita non appena balzò in piedi con gli occhi chiusi.

"Vedi, ora possiam.. anzi no prima devo avere una cosa." Disse portandosi le braccia al petto e     sbattendo ripetutamente il piede al pavimento.

Alzai gli occhi al cielo e gli stampai un bacio sulle labbra, le quali formarono un sorriso poco dopo.
Scendemmo in cucina e ci sedemmo uno di fronte all'altro per fare colazione, ma prima presi quel maledetto libro continuando a ripetere.

"Ma mi calcoli?" Sbottò Alessio sbuffando.

"Dimmi, ti ascolto." Addentai una brioche non togliendo lo sguardo dal libro.

"Ho solo detto che oggi non rientro a casa, cioè stasera tardi perché ho impegni con la warner." Bevve un sorso di succo e si alzò dalla sedia, stampandomi un altro bacio e salendo in camera per cambiarsi.

Sparecchiai mettendo le cose al loro posto e salì per andare in bagno e sistemarmi.
Indossai dei jeans strappati e una felpa della TPI, lisciai i capelli e gli attaccai in una coda di cavallo.

" ci vediamo stasera allora." Dissi prima di uscire dalla porta.

"A dopo." Rispose Alessio sistemandosi il ciuffo.

Uscì di casa e mi incamminai verso la scuola leggendo i vari messaggi che mi arrivavano, sbuffai appena lessi che le ragazze non sarebbero venute oggi.
Alzai lo sguardo e mi trovai quell'edificio davanti, alzai, per la milionesima volta nell'arco di un giorno, gli occhi al cielo ed entrai dentro.

Sentivo qualcuno chiamarmi con dei versi, Benjamin lo faceva spesso così senza girarmi lo richiamai.

"Oh, non sono Benjamin." Mi pietrificai appena sentì la sua voce. dovevo reagire. Sospirai e mi voltai verso di lui non riuscendo minimamente a guardarlo negli occhi.

"Che c'è? Non metto mica così tanta paura, sono un ragazzo normale mica un alieno." Aggiunse ridendo e avvicinandosi sempre di più a me.

"Cosa non hai capito delle parole Stai. Lontano. Da. Lei." Disse abbastanza incazzato Benjamin mettendosi davanti a me.

" senti coso, non sei nessuno per dirmi cosa fare, okay?" Ribatté bruciandolo soltanto con lo sguardo.

" te l'ho già detto troppe volte per i miei gusti, smettila di rompere il cazzo e vattene via." Gli puntò il dito contro per poi prendermi da un braccio e portarmi con sé.

"Ei" mi richiamò accarezzandomi una guancia, e sedendosi vicino a me.

"Ben." L'abbracciai stringendolo forte mentre mi accarezzava i capelli.

"siamo due destinati a mancarci. - Alessio bernabei."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora