Capitolo 39

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Era Emanuele.

"Che cazzo vuoi? Che cazzo ci fai qui?" Dissi incazzata, cercando di distogliermi dalla sua presa.

"Ei, bambola troppe domande qui." Rispose, accarezzandomi la guancia con le sue dita.

" troppe domande un cazzo, levati da qui." Lo spinsi, ma nonostante ciò riuscì a bloccarmi dal braccio, aumentando la sua stretta e provocandomi un male atroce.

" Emanuele, cazzo sei ubriaco levati." Strattonai il braccio con tutte le forze.
Pregando che quella maledetta porta si aprisse e uscisse Valeria.

" bambola sta calma, vieni a farti un giro con me." Mi obbligò, strattonandomi al muro.

" no, sono già con un'altra persona e non rompere." Dissi a fiato corto.

" con un'altra? Tu non sei di nessuno, io sono l'uomo della tua vita, devi stare con me." Mi strinse ancora di più, avvicinandosi sempre di più a me.

" Emanuele, porca troia smettila, non sei un cazzo tu okay!" Gli urlai contro, dimenandomi.

" oh certo, verrai strisciando ai miei piedi. Lurida schifosa." Mi diede un altro spintone, prima di uscire fuori dalla porta.

Mi massaggiai il braccio con la mano destra, assumendo una faccia di dolore al solo tocco.
Poggiai la testa al muro, sbuffando e portandomi le braccia intorno al petto.
Poco dopo uscì dal bagno Valeria che stranamente non mi chiese niente, ritornammo verso il bancone dove c'erano i ragazzi, ma senza farmi notare uscì fuori sedendomi su un gradino dell'enorme locale, e facendomi sfuggire le lacrime trattenute poco prima.

Continuavo a fissare il vuoto lasciando che le lacrime mi solcassero le guance, fin quando non si presentò Benjamin.

"Ei, Poli vieni dentro... Ma che hai? Cos'è successo?" Domandò, vedendomi in quello stato.

" niente, ma puoi portarmi a casa ti prego. Avvisa Alessio." Lo supplicai, asciugandomi con il dorso della mano le lacrime.

"Si, ma dovrai dirmi un po' di cose." Mi lanciò uno sguardo veloce, per poi mandare il messaggio ad Alessio.

"Dai, andiamo." Portò un braccio intorno alla mia spalla, e ci dirigemmo alla macchina.

" ma loro come fanno a tornare?" Domandai, appena mise a moto la macchina.

" ti accompagno e ritorno a prendergli." Rispose, guardando lo specchio retrovisore per uscire dal parcheggio.

Annui solamente portando lo sguardo fuori dal finestrino.

" ora puoi dirmi cosa è successo?" Chiese dolcemente rimanendo con lo sguardo fisso sulla strada.

" ricordi Emanuele? Beh continua a stressarmi e oggi mentre stavo con Valeria in bagno, mi sono ritrovata davanti lui ubriaco. Ha iniziato a stringermi dal braccio dicendomi cose senza senso.
Il braccio mi fa un male atroce, porca puttana." Risposi e rimasi a fissare il suo profilo.
Mascella tesa, occhi socchiusi, leggermente rosso in viso, e mani serrate sul volante.

" io lo ammazzo, giuro. " preso dalla rabbia riuscì a dire solo questo.

" è tutto okay." Cercai di tranquillizzare lui, ma più me stessa.

"siamo due destinati a mancarci. - Alessio bernabei."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora