Capitolo 25.

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" metti la giacca che usciamo un po'."

La voce di Alessio, mi fece distogliere dai mille pensieri.
Sorrisi come conferma alla sua domanda, anzi affermazione.
Mi alzai dal divano e andai a mettermi le scarpe, e indossai la giacca.
Uscimmo da casa e decidemmo di fare una passeggiata a piedi, mise un braccio intorno alla mia vita ed appoggiai la testa sulla sua spalla.

Quanto è bello, dio santo.

" Ei, a che pensi?" Strinse la presa.

" niente di così importante."

Ci fermammo ad una panchina del parco, Alessio continuava a parlarmi, ma ero troppo concentrata a guardarlo che a seguire il suo discorso.

" ma mi stai sentendo?" Sventolò la mano di fronte ai miei occhi.

" eh? Si.." Scossi la testa.

" piccola, ancora a quel fatto pensi? " mi accarezzò la guancia.

" no.. Cioè si." Lo guardai dritto negli occhi, quegli occhi marroni contrapposti ai miei su delle tonalità del verde.
Una scossa mi percorse la schiena.
Questo ragazzo mi fa provare emozioni mai provate prima.

Vi starete chiedendo a quale fatto si riferisce? Beh, è da una settimana che stiamo insieme e insomma, stare con un ragazzo di vent'anni, ti senti un po' a disagio, soprattutto quando esci con i suoi amici, ci sono momenti in cui vado oltre la mia timidezza in questa relazione.
Lui cerca di tranquillizzarmi, facendomi sentire a mio agio il più possibile.
Anche se mi rende sempre felice, per qualsiasi cosa.

" ti va di andare a mangiare il kebab." Mi domandò.

" e me lo chiedi pure?" Mi alzai dalla panchina e lo presi per mano.

Ci fermammo ad una paninoteca e alessio prese due panini al kebab, una Coca-Cola per me e una birra per lui.

" è la mia vita." Dissi con la bocca piena.

" meglio il sushi." Si vantò.

" a me non piace."

" te lo farò piacere,tranquilla." Sorrise.

Ritornammo a casa verso le 23, Alessio andò a guardare la televisione in salotto, mentre io mi stesi sul letto addormentandomi.
Alla mattina quella odiosa sveglia, mi fece sobbalzare dal letto, mi girai verso Alessio e dormiva tranquilla, così presi i vestiti dall'armadio e andai in bagno, mettendomi un jeans strappato e una felpa larghissima, pettinai i capelli e feci una linea sottile con l' eyeliner sulla palpebra mobile.
Misi lo zaino in spalla e mi incamminai verso scuola.

" mascolo del mio cuore." L'abbracciai ridendo.

" Ei, bella miaa." Mi stampò un bacio sulla guancia.

" come va con Valeria eh." Gli diedi una gomitata.

" eh!? Ma che sai te."

" abbello so tuttoo!" Gli tirai uno schiaffetto.

Scoppiò a ridere ed entrammo in classe, le ore passarono molto, e quando dico molto è così, lentamente.
Finalmente suonò la ricreazione, e mentre prendevo il libro della lezione successiva per ripete, cadde a terra una lettera.
La presi e già dalla calligrafia  notai che era di Alessio un sorriso si formò sul mio volto.
Aprì la lettera e iniziai a leggere.

-Piccola mia,
È già da qualche giorno che penso all'importanza di due parole.
Due parole che sembrano semplici ma hanno una grande importanza, per me.
Però ti scrivo questo piccolo pezzo di carta per dirti che ti amo e che non devi aver paura di stare con me, si sei più piccola ma l'amore non ha età.
Sono sempre stato geloso di chi ti stava intorno e di chi ti guarda!
Nonostante io sia più grande, tu devi essere a tuo agio, perché voglio viverti, crescere con te.
Io e te insieme, contro tutto e tutti.
Ti amo!                   
- Alessio. -

" cosa leggi?" Domandò Valeria mettendosi di fronte a me.

" oh! Niente di che." Sorrisi.

" voglio leggere!" Prese la lettera, mettendosi seduta sulla sedia e iniziando a leggere.

" oh, basta dai."

" Oddio! Ma quanto è dolce." Spalancò gli occhi.

" smettila ahaha." Le bloccai le mani.

La ricreazione terminò e le ultime tre ore passarono ancora più lentamente, si oggi c'era anche la sesta ora, uno schifo.

Ohh, voglio andare a casa.

" ci sentiamo dopo eh." Sorrise abbracciandomi.

Mi incamminai verso casa, appena entrai, buttai lo zaino per terra e cercai Alessio, in quell'instante uscì dal bagno e saltai su di lui.

" grazie!" Gli stampai un bacio, che non tardò ad approfondire.

" l'hai letta?" Sorrise.

" si, hai migliorato quelle ore infernali." Portai le braccia intorno al suo collo, lasciandogli un piccolo bacio.

" ti amo, piccola." Mi fece sedere sul divano, mettendosi vicino.

" Anche io, bernabei." L'abbracciai ancora una volta, per poi alzarmi,  sistemare la tavola e mangiare.

// spazio autrice.//
Ei, allora?
Vi piace?
Fatemi sapere un po' 🙈

"siamo due destinati a mancarci. - Alessio bernabei."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora