Capitolo 42.

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"Secondo me ne dovresti parlare, capisci se fanno qualcosa contro di lui è per te, non vogliono vederti impaurita come lo sei ora." Mi accarezzò un braccio, cercando di mantenere un certa distanza in caso mi attaccasse il raffreddore, disse lei.

" vedrò, ma tu non azzardarti a dire niente a Benjamin, quello sarebbe capace di andare da Alessio e farla finita con Emanuele." Le puntai un dito contro con un tono minaccioso.

Come risposta alzò le mani in segno di arresa e scosse il capo.

"Io vado, ci vediamo domani pomeriggio." Le stampai un bacio sulla guancia contro la sua volontà, sempre per il fatto del raffreddore.

Uscì da casa di Valeria, attorcigliandomi per bene la sciarpa e richiudendomi nel mio cappotto.
Il suono del cellulare vibrò dentro la mia tasca, lo estrassi e lessi l'ultimo messaggio da Francesca.

Fra- ti aspetto al bar del duomo, sbrigati troia petalosa.
-arrivo, ma non ti ci mettere anche tu con questo 'petalosa' hahah
Fra- va bene P.E.T.A.L.O.S.A.
-riprenditi amor

Buttai il cellulare nella tasca del cappotto e mi affrettai a prendere il biglietto sotto la metropolitana per poi andare verso il duomo.

Camminai ancora con lo zaino in spalla e le braccia conserte per cercare di diminuire il freddo che sentivo lungo il petto.
Arrivata davanti al bar mi accorsi subito di lei, seduta al solito posto a maneggiare con il cellulare.
Alzò il capo non appena mi sedetti di fronte a lei, mi sorrise mostrando la perfezione dei suoi denti.

"Allora?" Chiesi sorridendole, e sistemando lo zaino per terra.

"Era da tanto che non uscivamo insieme e per questo ti ho invitata per una cioccolata calda, non potevo o sei troppo impegnata?" Chiese con il suo solito tono di voce da bambina che usava quando era felice.

" oh, ma certo che no." Scoppiai in una fragorosa risata che venne accompagnata dal suono della sua.

Una cameriera si presentò vicino al nostro tavolo per prendere le prenotazioni.

"Martina? Che ci fai qui?" Domandai meravigliata e la salutai con due baci sulla guancia.

"In casa stiamo avendo un po' di problemi, e mi sono dovuta cercare un lavoro per aiutare i miei genitori." Rispose, estraendo il taccuino e una penna.

" due cioccolate calde, grazie." Pronunciò Francesca, rivolgendo uno sguardo a me una volta andata via Martina.

"Con Francesco come va?" Domandai e vidi il suo sorriso svanire.

La solita idiota.

"Ci siamo lasciati da un paio di settimane, la storia non funzionava, lui voleva tutta la sua libertà, poteva uscire con chi gli pareva mentre io dovevo stare ai suoi comodi e non uscire con persone che lui non conosceva." Continuò a girare il cucchiaino nella tazza della cioccolata, portata poco fa da Martina.

"Guarda il lato positivo, ora puoi uscire con chi ti pare, andare dove vuoi, ma soprattutto cercare un ragazzo che ti meriti veramente." Bevvi un sorso di cioccolata, imprecando poco dopo per essermi bruciata le labbra.

"Quanto sei idiota, non cambi mai eh." Rise smettendo subito e puntando il suo sguardo alle mie spalle.

"Che c'è?" Chiesi, mentre mi voltai ma mi richiamò subito.

"Niente pensavo fosse mio padre." Sorrise falsamente ma cercai di lasciar perdere.

Bevvi l'ultimo sorso e ci alzammo dal tavolo andando a pagare alla cassa.
Uscimmo dal locale ma Francesca buttò uno sguardo veloce alle nostre spalle.

"siamo due destinati a mancarci. - Alessio bernabei."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora