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Quel giorno pioveva a dirotto.
Gwen White fissava il cielo grigio attraverso i finestrini del auto.
Avevo dodici anni,un mucchio di brufoli le ricoprivano la faccia,e l apparecchio le pizzicava le labbra ogni volta che parlava.

Aveva una brutta immagine di se,un immagine che si distorceva ogni giorno di più.
Le tremavano le labbra al solo pensiero che tutto sarebbe cambiato,e non sapeva dirsi se in bene.
In America era tutto diverso,li Gwen era cresciuta circondata da amici,ma dopo la morte di sua madre,era stata costretta a lasciare ciò che amava di più. La sua vita felice.

Lei e suo padre si trasferirono a Parigi,da alcuni parenti.
-Gwen- la voce del padre di Gwen la riportò con i piedi sa terra.
Il buon uomo si chiamava Daniel White,era sulla quarantina,i capelli leggermente brizzolati e gli occhi spenti.

Così come lo era il suo cuore,ora dopo la morte di sua moglie,arido e vuoto.
Gwen non rispose e chiuse gli occhi.
-siamo arrivati a casa- sospirò suo padre notando l espressione accigliata di sua figlia.

L aria era fredda e nulla in quella giornata grigia dava modo a Gwen di sorridere.

-casa è dove si trova la mamma,in America- sputò acida la piccola White stringendo i pugni.
Il padre guardò Gwen e storse a bocca,strinse l ombrello che aveva in mano e tremò.
-la mamma non c'è più- sussurrò.
-si ma è sepolta li- ribadii Gwen.
-la mamma sarà sempre con noi,sempre. Questa è la decisione migliore anche se ora non riesci a vederne lati positivi-
Gwen annuii rassegnata e scese dal auto.

La Francia.
Non ne conosceva usanze,lingua.
Sarebbe stata un emarginata?
Quel giorno la piccola White aveva già intuito che tutto sarebbe scorso via da lei come acqua. Sarebbe stata invisibile.

Gli anni passavano e Gwen si rinchiuse sempre di più nel suo mondo.
Anni di bullismo le segnavano l anima,così come l indifferenza dei suo parenti l aveva mortificata.
Gwen era cambiata,silenziosa ma forte.
Quella mattina di guardò allo specchio,e per un attimo rivide la piccola White appena trasferita.

Gli occhi tristi,il sorriso sghembo e il viso pallido ricoperto da macchie.
-mamma- sospirò esitante, quando ritornò in se è guardo la vera immagine che le si trovava d innanzi.
Gwen,una ragazza così fragile e forte.
Lei e sua madre si somigliavano davvero tanto,e quel giorno anche Gwen se ne rese conto.

Si trasferì in un appartamento sempre a Parigi,in modo da essere in costate contatto con suo padre.
Divenne un illustratrice,prese in mano la sua vita inseguendo il suo sogno.
Tutto seguiva una linea lineare e semplice,non aveva mai messo in conto di innamorarsi.

Ma soprattuto,non credeva che un giorno avrebbe desiderato attenzioni da una donna,una donna come Eleonora.
Le due erano così a gli antipodi da essere come il giorno e la notte.
Eppure quel piccolo filo che le legava era più forte che mai e Gwen lo sapeva.

Gwen si era innamorata di Eleonora.

Carezze sulle Ferite IIIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora