Entrai così in cucina.
Stranamente mi sentivo nervosa all'idea di conoscere la madre di Samuel e, in qualche modo, anche lui lo era: stava più in silenzio del solito, si muoveva meccanicamente. Nel frattempo, le preoccupazioni su Ian continuavano a farsi strada nella mia mente e la domanda Perché non mi ha ancora scritto? continuava a turbinarmi in testa.
La madre di Samuel era una donna bellissima e, sul suo viso delicato, aveva un sorriso splendente. Stanva condendo l'insalata quando entrammo in cucina io, suo figlio e il marito; così lei si girò e posò l'insalatiera in mezzo ad un tavolo accuratamente apparecchiato.
«Keyla Harris, giusto?» e al posto di stringermi la mano che avevo prontamente allungato verso di lei, la donna mi strinse a sé in un abbraccio affettuoso.
«Mamma così la strozzerai.» disse Samuel sedendosi a tavola.
La donna sorvolò su quello che le aveva detto il figlio e, con un sorriso ancora più bello e splendente di quello che aveva già, continuò a parlare con me: «Io sono Jane e devi aver già conosciuto mio marito, Bob.» e il marito le prese con tenerezza la mano, guardandola come se fossero solo all'inizio della loro storia d'amore; poi prese posto e Jane si sedette accanto a lui.
Samuel mi indicò la sedia accanto a lui e così anche io presi posto, pronta per la cena che stava per cominciare.
Jane aveva un viso dai lineamenti delicati, incorniciati da dei lunghi capelli scuri e mossi e due occhi allegri. Avevo notato, quando era ancora in piedi, che aveva un po' di pancia ma non avevo intenzione di chiederle se fosse in dolce attesa. Di certo non volevo che la serata si aprisse con una frase tipo: «Guarda che io non sono incinta.» e così avrei rovinato la serata a tutti. No, dovevo tenere la bocca chiusa e magari, più tardi, avrei chiesto conferma a Samuel.
Bob si alzò per sparecchiare e io feci lo stesso: ero abituata a farlo anche a casa di Jennifer, anche se i suoi genitori mi intimavano di starmene seduta.
«Sei un ospite, Keyla!» esclamò Jane sorpresa del fatto che mi stavo facendo passare da Samuel il suo piatto.
«Non c'è problema, davvero. Non è un peso per me.» replicai con un sorriso.
«No mia cara, siediti e lascia fare a noi uomini» disse Bob e poi si girò verso il figlio, «Sam, dammi una mano. Forza.»
Samuel si alzò sbuffando ma aiutò comunque il padre. La madre lo seguiva con lo sguardo, a volte col sorriso e a volte no. Poi Jane si girò verso di me, appoggiò i gomiti sul tavolo e sospirò. Arrivammo al dolce, una torta di mele preparata da Jane (una squisitezza!), e insieme ad essa arrivò anche l'argomento college.
«Keyla, per quanto abbia potuto capire mentre eri di là in salotto prima di cena, hai intenzione di andare al Washington College!» incominciò Jane.
«Si, sto aspettando con impazienza la lettera.» ammisi pulendomi i lati della bocca con un tovagliolo bianco.
Jane mi sorrise e guardò il marito: «E' il luogo dove ci siamo incontrati.» spiegò lui senza smettere di guardarla.
«Smielati.» mormorò Samuel cammuffando la parola in una finta tosse.
Jane e Bob si girarono contemporanemente verso di lui, io gli diedi un leggero schiaffetto sulla nuca e lui mi fece la linguaccia.
«Sam non hai tre anni.» lo richiamò il padre ridacchiando.
Nello stesso momento mi girai anche io per fargli la linguaccia, tutti e quattro scoppiammo a ridere di gusto. Quella serata mi stava piacendo particolarmente e, inoltre, la compagnia era ottima. Quel tipo di serate erano tra le mie preferite.
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Qualcosa di nuovo (#Wattys2016) || COMPLETATA ✅
RomanceDAL PROLOGO «e l'ultima coppia è formata da Samuel Miller e Keyla Harris.» Mi girai immediatamente perché sapevo che lui era in una delle ultime file. I suoi occhi neri incrociarono le mie iridi verdi e le sue labbra si innarcarono in un sorriso...