La campanella suonò proprio mentre stavo scrivendo il titolo del compito di storia. Alzai lo sguardo e vidi Jennifer venirmi incontro: i capelli biondi erano raccolti in una treccia complicata e fatta con cura, gli occhiali neri e quadrati non riuscivano a nascondere gli occhi azzurri che aveva preso dalla madre. Indossava un vestito nero, di un tessuto non troppo pesante, e si copriva le spalle con un cardigan grigio. Il vestito, che le arrivava perfettamente al ginocchio, le svolazzava metre camminava.
«Andiamo in mensa o mangiamo all'aperto?» propose due alternative mentre mi osservava mettere in ordine la borsa nera che mi faceva sempre compagnia. Guardai fuori: il cielo era limpido e c'era un sole tiepido, quello primaverile che veniva fuori per aprire le danze alla sua stagione.
«Prendiamo qualcosa in mensa e andiamo fuori. E' una bella giornata, in effetti.» commentai io lanciando un'ultima occhiata verso l'esterno dell'edificio.
Ancora non potevo crederci che la Moore mi aveva rifilato quel Samuel Miller. Lo avevo sempre osservato tenendo, tra di noi, una certa distanza. Tutti lo conoscevano e mi spaventava l'idea di dover passare del tempo con lui, tutta da sola. Mentalmente, mi dissi che avremmo lavorato sempre in biblioteca o in posti simili solo per non dover stare completamente soli.
«Ehi.» una voce maschile alle mie spalle mi fece sussultare e Jennifer mostrò al ragazzo un sorriso impacciato. Alle mie spalle c'era David Cole: il secondo ragazzo che tutte le ragazze della scuola, e qualche ragazzo, volevano avere. Alto, non troppo muscoloso, dai capelli biondi e ricci e due occhi color nocciola che conquistavano tutti. Sul viso aveva un sorriso spontaneo che mi piacque molto, e non fui l'unica ad apprezzarlo.
Gli studenti stavano svuotando l'aula per raggiungere gli amici in mensa o nel giardino accanto al campo da football. Rimanemmo io, Jennifer, David e Samuel, quando l'aula fu completamente vuota. Mi domandai come mai David si era avvicinato a me e a Jennifer ma, quando questo parlò, tutte le mie domande ricevettero una risposta.
«Ehm, ciao.» salutò Jennifer spostandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio; era un gesto che faceva spesso quando era nervosa e, forse, la vicinanza del co-capitano della squadra di basket la rendeva tale.
«Ti va di pranzare con me così ci accordiamo sul compito di storia?» disse lui spiazzando entrambe. Jennifer mi lanciò una rapida occhiata come per chiedermi il permesso e io annuii senza dire niente. Infondo non sarebbe stata la prima volta che avrei mangiato completamente sola; magari sarei andata in biblioteca per cercare qualche testo di storia per gli approfondimenti oppure mi sarei messa sotto un albero e avrei letto qualcosa.
«D'accordo.» concordò lei alzando di poco il tono della voce. David se ne accorse e ridacchiò per qualche secondo poi indicò con la mano la porta dell'aula e, prima di incamminarsi, Jennifer mi guardò: «Ti scrivo dopo.» e seguì il suo nuovo compagno fuori dall'aula. Adesso eravamo rimasti solo io e Miller. Mi sistemai il maglioncino color salmone che quella mattina aveva attirato la mia attenzione e spostai i lunghi capelli neri su una spalla. Prendevo tempo per vedere se Samuel mi avesse rivolto la parola di sua spontanea volontà come David aveva fatto con Jennifer ma, quando questo non avvenì, tirai fuori dalla tasca dei jeans neri le cuffie e il cellulare.
«Non crederai che io ti chieda di unirti a me per il pranzo, vero Harris?» la sua voce era bassa e fredda allo stesso tempo; tentava il tutto per tutto nel mostrare tutta la considerazione che aveva nei miei confronti e questo lo capivo anche io: facevamo parte di due "classi" sociali completamente diverse e, probabilmente, era meglio così.
«Non crederai che farò io tutto il lavoro, vero Miller?» mi girai per guardarlo negli occhi, «E poi no, non m'interessa pranzare con te.»
Si alzò e mi raggiunse: i capelli di un castano chiaro, non molto corti, erano pettinati con cura in una piccola cresta; gli occhi marroni mi squadravano dall'alto al basso come se dovesse commentare da un momento all'altro come ero vestita. Era alto quanto David e mi superava di parecchi centimetri quindi, per poterlo guardare dritto negli occhi, dovetti alzare leggermente il volto. La maglietta a mezze maniche con logo e nome della Lincoln High lasciava i muscoli delle braccia in bella vista e i jeans chiari gli fasciavano alla perfezione le gambe, anch'esse muscolose.
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Qualcosa di nuovo (#Wattys2016) || COMPLETATA ✅
RomanceDAL PROLOGO «e l'ultima coppia è formata da Samuel Miller e Keyla Harris.» Mi girai immediatamente perché sapevo che lui era in una delle ultime file. I suoi occhi neri incrociarono le mie iridi verdi e le sue labbra si innarcarono in un sorriso...