Nel locale risuonavano vari generi di musica e, in quel momento, le note di Rebel Rebel lo invadevano. Mentre David Bowie iniziava a cantare, io e Jennifer eravamo in cerca del nostro solito tavolo. Dopo le ore pomeridiane che passavamo insieme, Jennifer aveva sempre voglia di una buona birra e quel bar era l'unico in cui non chiedevano i documenti. Era un piccolo edificio sistemato tra due negozi; l'interno puzzava sempre di sigaretta, sudore e di alcol. I tavolini in legno occupavano gran parte del locale e un tavolo da biliardo era sistemato vicino al muro, di fonte all'ingresso. Una scritta al neon dichiarava che il bar era aperto.
«Le mie clienti preferite!» una voce maschile e familiare ci accolse nel piccolo bar con due boccali di birra già in mano, Jennifer mi diede una gomitata. I suoi occhi grigi ci scrutavano con attenzione, i capelli neri e scompigliati mi piacevano pià del solito e la sua pelle poco abbronzata risplendeva alla luce soffusa del bar. Era Ian e io avevo una maledettissima cotta per quel ragazzo. Ian aveva ventidue anni e, al posto di frequentare il college, era rimasto in città e aveva trovato lavoro in quel bar
«Ian!» esclamai alzando un po' troppo il tono della voce; un vecchio motociclista, seduto al bancone, si girò per osservarmi ma poi si voltò nuovamente. Un'altra gomitata da parte di Jennifer mi avvertì che ero rimasta ad osservare Ian per troppo e che, forse, lui se n'era accorto.
«Ragazze, la vostra birra.» fece lui posandoci i boccali nel tavolino accanto a noi. Guardai Ian allontanarsi e, involontariamente, sorrisi.
«Keyla, smettila!» mi richiamò Jennifer dandomi una terza gomitata. La guardai e alzai le spalle, poi presi un lungo sorso di birra. Stranamente quella sera non avevo molta voglia di rimanere al bar. Solitamente pregavo Jennifer di tenermi compagnia fino ad una determinata ora ma quel giorno ero io quella che voleva andarsene.
«Tutto bene?» mi domandò preoccupata, dopo aver bevuto anche lei un sorso di birra.
«Non ho molta voglia di rimanere qui.» ammisi dopo altri piccoli e veloci sorsi del suo liquido ambrato. Sistemai il mio maglioncino color salmone e tirai fuori dalla borsa nera il cellulare: non c'era nessun messaggio, quindi Samuel non si era ancora preso la briga di scrivermi.
«Sono ancora sconvolta per quello che è successo oggi. Voglio dire, la Moore doveva proprio mettermi in coppia con Samuel Miller?» spiegai io sostandomi i capelli neri su una spalla. Jennifer si passò delicatamente una mano sulla sua treccia bionda, forse per assicurarsi che fosse ancora in uno stato decente.
«Sei stata fortunata ad avere un compagno come David.» affermai finendo la birra. Avevo lo stomaco vuoto così afferrai da un altro tavolo una ciotolina di salatini e inizia a mangiarli in silenzio.
«Keyla devi star tranquilla. Vedrai che non sarà poi così male.» mi assicurò lei posandomi una mano sulla spalla, poi rubò un po' di salatini dalla ciotolina e riprese a parlare: «Scommetto che.... Samuel... ti scriverà stasera.» disse masticando.
«Dieci dollari che non lo fa.» replicai allungando la mano e stringendo la sua.
Cinque minuti dopo stavamo pagando le due birre che Ian ci aveva portato al tavolo. Mi offrì di pagare anche il conto di Jennifer ma Ian mi afferrò la mano: «Offre la casa.»
«Grazie mille Ian!» rispondemmo all'unisono io e Jennifer. Io e la mia migliore amica ci stavamo avvicinando all'uscita del bar quando due mani si posarono sulle nostre spalle: Ian stava venendo via con noi?
«Ho finito il turno ora.» affermò rispondendo ai nostri dubbi. Tutti e tre uscimmo dal bar ridacchiando per una battuta che Ian ci aveva raccontanto.
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Qualcosa di nuovo (#Wattys2016) || COMPLETATA ✅
RomanceDAL PROLOGO «e l'ultima coppia è formata da Samuel Miller e Keyla Harris.» Mi girai immediatamente perché sapevo che lui era in una delle ultime file. I suoi occhi neri incrociarono le mie iridi verdi e le sue labbra si innarcarono in un sorriso...