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Camminavo lungo il corridoio che avevo preso subito dopo aver girato l'angolo, lasciandomi alle spalle Samuel e la sua famiglia. Sicuramente si era già inventato una scusa da dire ai suoi, però mi dispiaceva non poter salutare sia Jane che Bob. In una serata sola mi avevano fatto una perfetta impressione e, durante la cena, avevo chiaccherato incessantemene con entrambi: erano due brave persone e mi piacevano molto. Di certo mi sarei congratulata mille volte ancora con i coniugi Miller per l'arrivo della bambina e speravo anche di festeggiare con loro, ma più io e Samuel stavamo lontani meglio era.

Avevo combinato un disastro con lui: dopo i baci che ci eravamo scambiati al seguito della cena con i suoi, non lo avevo richiamato e non mi ero proprio fatta sentire; successivamente avevo lavorato da sola all'esposizione di storia, compito che doveva essere eseguito in coppia, e gli avevo mandato via mail ogni documento che avrebbe dovuto studiare, sottolineandogli addirittura le parti più importanti. Quindi il danno era fatto e, purtroppo per me e per quella cosa che stava nascendo tra noi, era irreversibile.

Ora, dopo neanche due minuti di una solitaria camminata, ancora avvolta nella felpa di Samuel, trovai l'ascensore che mi avrebbe portata al piano terra. Schicciai il pulsante per richiamarlo e quando questo arrivò, le porta si spalancarono lasciando uscire una marea di persone; mi meraviglia per la quantità di gente che ne usciva, insomma era un buco! Come potevano starci così tante persone al suo interno?

Sparita la calca, sparì anche il brusio insopportabile. Salì sull'ascendose, rimanendo completamente sola. Così tirai fuori dalla tasca dei pantaloncini il cellulare, cercai nella rubrica il numero di Ian e lo chiamai. Il mio senso di colpa non si era affievolito minimamente, lo avevo tradito e questo era un male; inoltre eravamo solo all'inizio della nostra storia e quello che era capitato tra me e Samuel non doveva più ripetersi.

«Ehi, Keyla. E' da un sacco che non sento la tua voce e scusami se non mi sono fatto sentire in tutto questo tempo. Ero preso dal lavoro.» attaccò subito Ian all'altro capo del telefono.

Inizialmente pensai che mi stesse dicendo la verità, forse era davvero troppo occupato per via del lavoro ma, successivamente, riflettei una seconda volta: il bar lavorava esclusiamente di sera inoltre ero più che certa che Ian lavorasse solo in quel posto. Il punto era che era improbabile avesse due lavori.

«Tranquillo.» risposi io lasciando andare un sospiro stanco, lasciando che quei pensieri svanissero dalla mia mente.

«Keyla, è tutto okay?» domandò lui e subito aggiunse: «Quel sospirare non mi sembrava tanto positivo.»

«Ho solo combinato un grosso casino con un mio compagno di scuola, nulla di preoccupante.» risposi aggiungendo poi nella mia mente, In realtà questa cosa mi sta devastando.

Conversammo per un paio di minuti ed io, in quel lasso di tempo, avevo tentato più volte di dirgli cos'era successo con Samuel Miller ma, ogni volta, mi fermavo e mi dicevo che era meglio farlo di persona e non al telefono. A fine conversazione Ian mi propose un'uscita quella stessa sera ed io, non avendo nulla in programma, accettai volentieri; quello sarebbe stato il momento perfetto per liberarmi di quel peso che avevo sullo stomaco, di raccontare la verità.

Misi nuovamente il cellulare in tasca e scesi dall'ascensore. Purtroppo capitai, uscendo dall'ascensore, nel punto bar dell'ospedale; era ghermito di gente o di dottori in pausa. Mi spostai qualche metro più avanti alle porte dell'ascensore, lasciando lo spazio per le altre persone di salire o di scendere; con lo sguardo cercai di intercettare la famiglia Miller, non era per raggiungerli ma era per stargli il più lontano possibile. Erano seduti in un angolino a conversare tra di loro: Jane e Bob si sorridevano a vicenda, Samuel era intento ad osservare la tazza bianca e fumante che aveva davanti agli occhi. Ad un certo punto, come se qualcosa lo attraesse, lui alzò lo sguardo ed io immediatamente mi girai dalla parte opposta. Se Jane e Bob mi avessero vista lì ci avrebbero riempiti di domande e, sicuramente, avrebbero voluto sapere la verità.

Qualcosa di nuovo (#Wattys2016) || COMPLETATA ✅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora