Eravamo in ascensore, completamente in silenzio. Samuel si guardava i piedi mentre io, distante da lui solo pochi centimentri, osservavo il display digitale che mostrava a quale piano eravamo. Arrivati al mio, scesi per prima dall'ascensore e mi curai che Samuel mi stesse seguendo; aprii la porta di casa e la richiusi non appena anche lui fu dentro. Lo feci accomodare sul divano e gli intimai di aspettarmi lì.
Non sapevo proprio come comportarmi con Samuel: naturalmente gli ero grata che mi avesse difesa, che si fosse spinto fino a cercare Ian ma risolvere i problemi con la violenza non era mai la giusta strada; inoltre sapevo benissimo cavarmela da sola e, sicuramente, avrei chiamato Ian per chiedere spiegazioni e per discutere in proposito di quell'ultimo messaggio che mi aveva mandato.
Mi incamminai alla volta della cucina, aprii il freezer e tirai fuori il ghiaccio. Chiusi tutto e tornai da Samuel che, nel frattempo, si era sdraiato sul divano. Aveva gli occhi chiusi e il torace si abbassava e si alzava regolarmente, i capelli castano chiaro scompigliati e le nocche di entrambe le mani erano arrossate. Mantenni le distanze, anche se dentro di me sapevo che era sbagliato, e gli lanciai il ghiaccio. Lui sussultò e aprì di scatto gli occhi: «Ma che diavolo...?»
Lo lasciai lì, ora seduto sul divano, ad imprecare mentre si metteva il ghiaccio sull'occhio gonfio e più scuro di prima. Andai in bagno e, da un piccolo scaffale accanto allo specchio, tirai fuori disinfettante e dischetti che solitamente io e mia madre usavamo per struccarci, o per rimuovere lo smalto dalle unghie con l'acetone. Tornai da Samuel pronta ad indossare i panni dell'infermiera di turno; presi posto accanto a lui sul divano e lo obbligai a guardarmi. Gli occhi neri fissi nelle mie iridi verdi, il respiro un poco alterato e le labbra dischiuse. Bagnai il dischetto col disinfettante e, con delicatezza, lo posai sulla parte ferita del labbro; lui fece una smorfia di dolore e appoggiò la sua mano sulla mia.
«Scusa.» mormorai, allontanando il disinfettante dal suo labbro.
«Non fa niente.» sussurrò lui, inducendomi a continuare il mio operato. Nel frattempo, l'altra mano continuava a premere il ghiaccio sull'occhio.
Nell'osservarlo così, in quello stato cui l'avevano ridotto, mi si strinse il cuore e non potei far altro se non guardarlo con occhi lucidi. Quando avevo ricevuto quello stupido messaggio di Ian, Samuel aveva afferrato subito di chi si trattava ed era stato capace di farlo solo guardandomi; era uscito subito dopo di me dal supermercato, aveva trovato Ian e ci aveva litigato. Ian, di sicuro, avrebbe risposto anche di questo.
«Sam, perché lo hai fatto? Sai benissimo che ci avrei pensato da sola.» gli spiegai, incatendando nuovamente i suoi occhi neri ai miei verdi. Lui in tutta risposta mi spostò una ciocca di capelli neri dal viso, mi sorrise e poi si tolse il ghiaccio dall'occhio. Questo era gonfio, violaceo e si intravedeva la pupilla.
«E' messo così male?» chiese lui, sorvolando la domanda che gli avevo precedentemente posto. Io annuii demoralizzata. «Questo donerà un'aria da cattivo ragazzo al mio look, non trovi Keyla?» e fece schiacciò l'occhio buono.
«Solo tu puoi pensare a cose del genere in questa situazione.» ridacchiai, buttando sul tavolino in vetro il dischetto leggermente sporco del sangue del suo labbro. «Ma si, concordo con te Sam.»
«Mi piace quando usi il mio soprannome.» confessò lui avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
«Non preferiresti Sammy?» sussurrai ridacchiando.
Samuel mi fulminò con lo sguardo ma sul suo volto era comparso un sorriso. La sua iride nera iniziò a muoversi su e giù: prima guardava i miei occhi, poi la mia bocca. D'altro canto io facevo lo stesso e sentivo il suo profumo, menta mischiato a sudore, che si infiltrava nelle mie narici e mi inebriava i sensi. Sperai che quel momento non finisse mai: c'era l'intesa, il feeling perfetto e la voglia di passare ai fatti.
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Qualcosa di nuovo (#Wattys2016) || COMPLETATA ✅
RomanceDAL PROLOGO «e l'ultima coppia è formata da Samuel Miller e Keyla Harris.» Mi girai immediatamente perché sapevo che lui era in una delle ultime file. I suoi occhi neri incrociarono le mie iridi verdi e le sue labbra si innarcarono in un sorriso...