Il volto non c'era.
Non aveva praticamente lineamenti, a parte la bocca: gli occhi e il naso erano totalmente assenti, e la testa era solo una specie di... di sporgenza grumosa, come latte cagliato e poi saldato insieme perché non si disfacesse. E la bocca, l'unica apertura in quella massa di carne informe, era un foro a forma di mezzaluna dalle punte rivolte verso il basso, grande e priva di labbra.
Orlaith lo fissò ad occhi sgranati per il terrore per un tempo indefinito, serrando la presa sulla custodia del violino. Riprese a tremare, stavolta spaventata come mai nella vita.
Nessuno sembrava prestargli molta attenzione, tutti quanti avevano visto solo un barbone ubriaco. Non avevano scorto cosa c'era sotto il cappuccio, né avevano fatto caso alla sua reazione.
La cosa mosse alcuni passi incerti che scossero il suo corpo da cima a fondo, neanche fosse fatto di budino o gelatina, strascicando i piedi sul pavimento. Sembrava avesse qualche problema a sollevare le gambe, e così si accontentava di trascinarsi, di arrancare verso la propria destinazione.
Se corro lo semino!
Si voltò velocemente verso la scala e mosse alcuni rapidi passi per uscire di lì.
Si allontanò il più in fretta possibile, diretta verso i gradini, ben decisa ad andarsene e a non tornare mai più. Sarebbe tornata in strada, e per il resto della sua vita avrebbe viaggiato in superficie, e al diavolo il traffico. Niente metropolitana per lei, né ora né mai nella vita.
Quando arrivò in fondo alla rampa, tuttavia, si bloccò terrorizzata mentre, con lentezza, vedeva avanzare un'altra creatura identica alla prima fino a portarsi al centro della scala semideserta. Stava china per non farsi vedere in faccia, così da sembrare un barbone, ma per lei che sapeva era impossibile non capire cosa fosse davvero.
Nessuno doveva riconoscere quelle due cose, ma a lei si erano mostrati, non gli importava di nascondersi ai suoi occhi. Questo pensiero le fece capire una tremenda verità.
Ce l'hanno con me...
Indietreggiò di un passo prima di ricordarsi che ne aveva un'altra alle spalle, e a quel punto si girò di scatto per non perdere d'occhio nessuna delle due.
Ma aveva esitato un istante di troppo, e infatti non aveva nemmeno finito di voltarsi che le arrivò un pugno alla gola, talmente forte che temette le si fosse rotto l'osso ioide, mentre sentiva il sapore del sangue.
Crollò a terra tossendo, perdendo la presa sul violino e portandosi le mani al collo, inspirando disperatamente. Aveva il fiato mozzo, e le stavano salendo le lacrime agli occhi per il dolore. Poi una mano estranea la agguantò con forza per la faccia, sollevandola con una facilità incredibile, e si sentì trascinare indietro. Nonostante l'andatura tremolante, quella cosa riuscì a muoversi e a sostenere il suo peso senza la benché minima difficoltà.
- A...iu...to...- rantolò, la voce soffocata dopo il colpo ricevuto.
Purtroppo il rumore dei treni era troppo forte, e le persone in attesa sul binario erano tutte di spalle, distratte dalle loro faccende. Allontanandosi aveva fatto il gioco di quelle creature, che adesso la stavano portando oltre le transenne dei lavori in corso.
Cercò di allentare la stretta sulla sua faccia e di scalciare, ma quell'essere era troppo forte per lei, e a nulla valsero i suoi tentativi di liberarsi. La trasportò a lungo, e anche se aveva gli occhi quasi totalmente coperti comprese che si stavano spingendo sempre più in profondità nel tunnel: i rumori della stazione si fecero più distanti a ogni passo, e la luce cambiò rapidamente, finché non rimasero solo le lampadine di servizio.
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Epic Violin - Il Violino di Dio
FantasyLa musica è un arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più complessi di tutto il mondo della cultura sonora. Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'au...