Il viaggio in macchina fu interminabile: partirono la mattina presto, prima ancora dell'alba, quando Fort Hill a malapena stava cominciando a svegliarsi, e viaggiarono lungo l'autostrada a velocità sostenuta, mentre il cielo cambiava lentamente colore e, dal nero bluastro, passava faticosamente a un colore più chiaro.
Sopra di loro rimbombarono tuoni per tutto il tempo e, ogni tanto, ci fu uno schizzetto d'acqua che cadde dalle nuvole. Il cielo non era totalmente coperto, ma minacciava tempesta, tempesta che si dirigeva nell'entroterra, verso Tresckow. Nel vederla, Allwood si accigliò come suo solito, scuotendo il capo.
- Cazzo... non è una pioggia naturale, questa!- commentò a un certo punto - Deve essere lui... sta chiamando a sé le nuvole. Magia climatica allo stato puro. Maledetto bastardo...-
- Teme una tromba d'aria, signore?- chiese McGrath.
- Cosa ne posso sapere io?- sbottò - L'ultima volta ne ha usata una, ma è pericolosa anche per lui... dipende da quanto saremo fortunati.-
- E se la evocasse?- chiese preoccupata Orlaith.
- Faremo in modo di evitarlo!- disse bruscamente Jayden - Ora accelera McGrath, per la miseria! Fregatene degli autovelox e di qualsiasi altra cosa, voglio che spingi quest'auto al massimo!-
- Come desidera, signore.- rispose il maggiordomo, pigiando il più possibile sull'acceleratore.
Il motore ruggì più forte, mentre la velocità aumentava considerevolmente. La vecchia auto volò sull'asfalto, superando alcune macchine più lente, che avevano meno fretta di giungere a destinazione. Altre li sorpassarono, e ogni volta che succedeva Allwood masticava una piccola imprecazione
Come lei, pareva teso e particolarmente impaziente di arrivare a Tresckow: fin da quella mattina, quando si erano svegliati, le aveva dato l'impressione di non aver dormito quasi per niente, e non si era nemmeno cambiato. Indossava, anzi, la stessa felpa stinta e sgualcita del giorno precedente, e i pantaloni di jeans erano macchiati di inchiostro nero, così come le sue dita. Più che a un miliardario somigliava a un senzatetto, o a un writer. Sembrava arrabbiato, e a tratti stranamente eccitato, oltre che impaziente, ed era ridotto quasi a uno straccio.
D'altra parte Orlaith sapeva di non avere un aspetto migliore del suo: dopo la telefonata di Vaněk aveva a malapena toccato il cibo che McGrath le aveva portato per cena, e tutte le sue energie erano dedicate alla nuova canzone, adesso terminata. Aveva scritto, provato, cancellato, riscritto e riprovato, sia col violino che con la voce (anche se quest'ultima le era uscita tremante e un po' stentata), facendo l'impossibile per finire prima dell'alba.
Aveva passato l'intera nottata quasi senza chiudere occhio, ed era ben consapevole di avere i capelli in tremendo disordine, gli occhi rossi e di sembrare un autentico fantasma per quanto era pallida.
Lei e Jayden non si erano quasi parlati per tutto il tempo, salvo darsi un fugace buongiorno e chiedersi l'un l'altro se erano pronti a partire. Lui aveva anche saltato la colazione, che comunque era stata davvero frugale: si era limitato a prendere una tazza di caffè e poi era sparito di nuovo su per le scale per riempire il proprio borsone con stracci e quaderni pieni di Cerchi Magici.
Orlaith credeva di sapere cosa gli stesse passando per la testa, e non c'entrava la sorte di suo padre o l'imminente scontro con Vaněk, o almeno non nel vero senso della parola. Era animato da un nuovo fuoco, così vivo che gli riluceva nello sguardo, lo tendeva più delle corde del suo violino, trasformandolo in un unico fascio di nervi pronto a scattare alla minima sollecitazione.
Quando giunsero in vista di Tresckow ormai stava già albeggiando, e le nuvole grigie che li inseguivano erano parzialmente rischiarate dall'incerta luce del sole. La piccola città aveva un aspetto perfettamente normale, e nulla dava a intendere che ci fosse qualcosa di diverso per le strade o negli edifici. Tutti dormivano ancora, o comunque non c'era l'attività frenetica della metropoli.
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Epic Violin - Il Violino di Dio
FantasyLa musica è un arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più complessi di tutto il mondo della cultura sonora. Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'au...